Poche curve separano Ascoli dal piccolo borgo di Castel Trosino.
Il paesello, costruito in posizione strategica su una rupe di travertino, è ancora nel territorio comunale di Ascoli anche se, quei pochi chilometri di curve, sembrano allontanarlo anni luce dalla città.

Ci si inerpica infatti nella gola del torrente Castellano, dove sfociano anche le sorgenti termali note fin dai tempi dei romani, e intorno le montagne si ripide e boscose. Nel giorno della nostra visita, un pomeriggio di fine inverno, i fianchi delle montagne erano nascosti dalle nuvole bianche, basse e minacciose.

Uno scenario perfetto per un thriller!

Parcheggiamo nel piccolo slargo appena sotto la salita che conduce all’ingresso della cittadella murata.

Castel Trosino, dicevamo, è tutto costruito su una rupe, dalla quale si domina e si controlla la vallata fino ad Ascoli. Si entra da un solo lato, il che rendeva il borgo poco accessibile e molto ben difendibile.

Una salita lastricata, a strapiombo sul fondovalle, conduce all’ arco a tutto sesto, unico punto in cui si penetrano le spesse mura. Appena entrati si viene travolti dalla dimensione caratteristica dei piccolissimi borghi antichi, una dimensione fatta di silenzi, di piccoli spazi e di odori. Già, anche gli odori identificano i piccolissimi centri abitati! Nel nostro caso ci travolge il profumo della legna che arde in qualche casa.

Le abitazioni all’interno delle mura, di epoca medievale, sono le più antiche e sono tutte costruite in pietra locale. Le poche centinaia di metri di lunghezza del borgo sono un alternarsi di viuzze strette e di piazzette, di balconcini in legno e di finestre ad arco, di cataste di legna perfettamente ordinate e di piccoli angoli di verde curatissimo.

L’attenzione ai dettagli nei piccoli paesi è un patrimonio che in città abbiamo perso…

Tra le case in sasso ne spicca una in particolare, chiamata di Re Manfrì (o Casa della Regina). E’ una piccola abitazione a due piani con una graziosa loggetta e un portone in legno.  Pare – ma non vi sono fonti certe – che fosse abitata da Manfredi, figlio illegittimo di Federico II, e dalla sua amata.

Poco oltre, l’unica via del borgo termina davanti ad una Chiesetta (purtroppo chiusa al momento della nostra visita) posta proprio nel punto estremo della rupe.

Per visitare Castel Trosino servono poche decine di minuti, ma se passate per Ascoli, ne varrà la pena!

Saranno minuti ben spesi per farsi trasportare in un’altra dimensione, respirare tra le pietre il tempo passato e sognare qualche favola di dame e cavalieri!

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