Mondolfo, uno dei borghi più belli d’Italia, è un Museo a cielo aperto!
Le sue origini sono romano bizantine: storicamente infatti si chiamava Castelmarco, ovvero castrum del dio Marte al quale era dedicato un tempio lungo l’antico cardo, sulla sommità della collina.
Così ci racconta Willy, giovane guida dell’Archeoclub, durante la visita guidata notturna organizzata in occasione del Grand Tour Musei 2019.
La manifestazione, organizzata dalla Fondazione Cultura della Regione Marche e dall’Ente del Turismo regionale, ha offerto la possibilità di visitare quasi cento Musei in tutta la regione durante il weekend del 18 e 19 maggio…sera e notte comprese!
Noi abbiamo scelto Mondolfo perché è uno dei posti delle Marche che abbiamo nel cuore: la sua propaggine marina si chiama Marotta ed è il luogo di tutte le vacanze della nostra infanzia!
La nostra passeggiata alla scoperta di cosa vedere a Mondolfo inizia dal Chiostro del complesso monumentale di Sant’Agostino, oggi sede del Museo Civico.
Il complesso si trova accanto alla grande Chiesa di Santa Maria, conosciuta però come Sant’Agostino. La Chiesa risale al Duecento quando, verso la fine del secolo, arrivarono a Mondolfo i Monaci Agostiniani. Si stabilirono appena fuori dalle mura del castello, proprio accanto all’edificio religioso dove decisero di costruire il loro convento. Nelle luci della prima sera ci fermiamo nel Chiostro Settecentesco ad ammirare le arcate affrescate con scene della vita del Santo cui è dedicato.
A poca distanza si trova la prima cinta muraria cittadina, utilizzata fino ai primi del 900, come Sferisterio per uno dei giochi più popolari nella regione: il gioco della palla col bracciale.
Lo sferisterio più famoso della regione Marche è indubbiamente quello di Macerata, ma qui a Mondolfo lo sport era talmente importante che gli atleti raggiunsero livelli di fama inimmaginabile e ancora oggi se ne raccontano le gesta eroiche! Il gioco si è praticato fino all’inizio del Novecento, quando lasciò spazio al calcio ma a Mondolfo ancora resiste qualche squadra si cimenta in questo sport.
Risaliamo lungo la via d’accesso principale, verso la zona più antica: quella intorno al castello.
I vicoli, gli slarghi e il panorama sulle case più in basso…le luci ocra dei lampioni e il silenzio della notte rendono l’atmosfera quasi onirica.
Arriviamo all’antica piazza del Castello, dove oggi domina il Palazzo Comunale e la sua Torre Civica. Al suo interno si trovava un orologio che risale alla metà dell’Ottocento. La sua carica manuale durava ben una settimana ed è rimasto in funzione fino agli anni Settanta del Novecento.
Oggi fa bella mostra di sé, ancora perfettamente funzionante, nel Museo Civico.
Proprio di fronte al Palazzo Comunale si trova la Collegiata di Santa Giustina: classica contrapposizione tra il potere politico e quello della Chiesa!
Mondolfo era l’ultimo baluardo a nord della signoria dei Della Rovere. I signori di Senigallia, che avevano anche dato un Papa alla Storia della Chiesa, osservavano a nord un vicino parecchio scomodo: quei Malatesta di Rimini che, ogni tanto, non nascondevano le loro mire espansionistiche verso sud. Per questo, lungo i bastioni sono ancora sistemati i cannoni a difesa del castello di Mondolfo.
E qualche battaglia, da queste parti, si è combattuta eccome! Ce lo raccontano all’interno della piccola ma interessantissima Armeria del Castello, dove sono raccolte armature, elmi, scudi, spade e balestre. Con dovizia di particolari e grande passione ci spiegano come avvenivano gli attacchi e i vari tentativi di difesa…da cui deduciamo che combattere a quei tempi non era per niente divertente!
La passeggiata per il centro di Mondolfo si conclude al Bastione Sant’Anna, detta anche “la limonaia”. E’ la zona del borgo esposta a sud e quindi riadattata, dopo che cessò la sua funzione difensiva, alla coltivazione – appunto – dei limoni. Oggi, oltre ad essere un bel punto panoramico, viene utilizzata come “grotta” del Presepe vivente durante il periodo Natalizio, mentre d’estate si tengono “Fiabe al Bastione”: un raccconto della buonanotte per tutti i bambini.
Nel complesso di Sant’Agostino, come dicevamo, si trovano le sale del Museo Civico. Qui si racconta la storia del Paese attraverso reperti storici trovati nei castello e nei dintorni. Oppure attraverso cimeli appartenuti a personalità nate qui.
Un esempio? La camicia rossa del garibaldino Gaetano Alegi!
Il pezzo più interessante è quella “la macchine delle ore” costruita verso la fine Ottocento e che batteva ore e quarti all’interno della Torre Civica.
Il Museo Civico ospita anche alcuni affreschi quattrocenteschi staccati dal Monastero benedettino di San Liberatore a Castelsantangelo sul Nera. I due terremoti del 2016 distrussero parte del convento (che risaliva all’anno Mille) e della Chiesa di San Liberatore che ospitava gli affreschi. Per preservarli da rischi di ulteriori crolli e dalle intemperie, si decise quindi di procedere con il distacco e il trasferimento nel Museo Civico di Mondolfo.
Vale la pena fermarsi di fronte a queste opere d’arte e riflettere su quanto meriti attenzione e rispetto il nostro immenso patrimonio di storia e di arte…
I piccoli Borghi delle Marche ci hanno sempre riservato sorprese straordinarie. Ad ogni angolo, in ogni vicolo si ripercorre un pezzo di storia apprezzando l’arte in cui siamo, forse spesso inconsapevolmente, immersi.
Eravamo a Mondolfo per visitare le opere del Museo Civico, ma in realtà ci siamo ben presto resi conto che le vie del borgo, il belvedere, le mura dal castello, i merli del palazzo comunale, il blu del mare in lontanza…
…è tutto una grande e incantevole opera d’arte!
P.s. Vi abbiamo incuriositi sul patrimonio storico e culturale delle Marche?
Bene! Allora potete continuare a curiosare su www.destinazionemarche.it e su www.regione.marche.it/Regione-Utile/Cultura/Musei per trovare tanti altri spunti utili e programmare le vostre vacanze nelle Marche!