…il numero è sbagliato…e non arriva.
…la linea è occupata…e non arriva.
…è finita la carta…e non arriva.
Ma il fax deve arrivare, se vogliamo uscire dalla dogana boliviana dell’aeroporto di Santa Cruz de la Sierra.
Le ore di inutile attesa, senza alcun cenno, sono già tre, ma questi sono i tempi e la burocrazia sudamericana.
Ci vuole un fax dei benefattori per poter sbloccare i 14 sacchi di nylon bianco, contenenti i 320 kg di aiuti bloccati da un irremovibile ed incorruttibile (??? – ma, per la verità, non abbiamo nemmeno tentato…) funcionario licenciado de el Gobierno de Republica, Señor Romero.
Ma oltre ad essere poco opportuno svegliare il nostro benefattore don Renzo alle tre del mattino (ora italiana delle nostre disavventure), oltre ad essere un po’ complesso dettare, durante una chiamata intercontinentale, una lettera in spagnolo per farsela rispedire via fax…
…oltre a tutto questo…
…il numero è sbagliato…ma ce lo aveva scritto il funcionario…
…la linea è occupata…dal funcionario…
…la carta è finita…nel cassetto della scrivania del funcionario…
Ma grazie all’italica arte dell’arrangiarsi, usciamo dalla dogana, scriviamo un fax in spagnolo, entriamo in un negozietto di prodotti artigianali per turisti, spediamo il fax in Italia e ce lo facciamo rimbalzare su carta intestata dell’Associazione.
El Señor funcionario licenciado Romero, rassegnato di fronte all’aggiramento degli ostacoli, ci concede di passare.
…ore ventuno e trenta, nel bassopiano boliviano…
…tre e trenta del mattino, in Italia…
Quaranta ore dopo la nostra partenza da casa, saliamo sul cassone del camion che ci porta verso il Plan Tres Mil.
Noi e i nostri 320 kg di bagaglio…
Buona notte, don Renzo.
E grazie tante…