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Tokyo è una metropoli immensa e sconfinata: appare più come un insieme di grandi città piuttosto che come un centro urbano dal carattere omogeneo e non è facile raccontare cosa vedere a Tokyo.

Si rischia infatti di passare con estrema facilità dai vicoli stretti, con una solida tradizione artigianale, ai palazzi futuristici con videoschermi giganteschi, di visitare un giardino zen o un tempio buddista nel bel mezzo di un borgo ad altissima densità abitativa o di scorgere una piccola izakaya (tipica trattoria giapponese) e subito dietro le luci al neon di un chiassoso centro commerciale.

La strada che collega Jaipur ad Agra è lunga e trafficata. Come ormai d’abitudine durante i nostri spostamenti in India, incrociamo e superiamo qualsiasi mezzo di trasporto sia in grado di muoversi. Naturalmente buona parte del traffico è rappresentato dai mezzi a trazione..animale!
Il lungo strato di asfalto diventa terra battuta non appena si entra in qualche paese. Le buche, i carrettini, le vacche, costringono Gjtender, la nostra guida-autista, a slalom decisi e ad incursioni nella corsia sbagliata.

Ancora pochi visitatori che affrontano un viaggio in India si avventurano a scoprire cosa vedere a Orchha. Il nome significa “luogo nascosto” e mai come in questo caso il nome è particolarmente appropriato, visto che la cittadina medievale, oltre ad essere immersa in una foresta, è ancora fuori dai più frequentati circuiti turistici.
Questo fa di Orchha un posto dove si incontra l’India più autentica, più placida e rilassata delle grandi città e meno frenetica dei tour mordi e fuggi. E’ l’India dei mercati poveri, dove in mostra sui precari banchetti non ci sono merci per i turisti, ma i colori vegetali per le tinture delle stoffe, la frutta secca, i fiori per le offerte al tempio. Sono frammenti coloratissimi, privilegio per gli occhi di pochissimi stranieri.

Ciò che in un viaggio ci dà più soddisfazione, fino a rappresentare il senso stesso del partire, è andare sempre a guardare “dietro l’angolo”, è conoscere ed interagire con le persone diverse, con diverse abitudini, culture e tradizioni.

Nei nostri viaggi abbiamo sempre cercato contatti con la gente, con chi un luogo lo vive ogni giorno e ti può così raccontare qualche aneddoto sconosciuto o, più semplicemente, il suo punto di vista. E così, abbiamo sempre condiviso storie, stretto mani e abbracciato bambini…tantissimi bambini, spesso sporchissimi e sorridenti!

Avvertenza per chiunque legga questo post!
Le righe che seguono non vogliono essere una guida della città asiatica, né contengono suggerimenti o riferimenti precisi a monumenti, arte o storia della Thailandia.
Il post nasce sfogliando un vecchio album di foto cartacee… si tratta di ricordi, di semplici immagini, di qualche emozione.
Come quando, appunto, sfogliando un vecchio album ti si apre un sorriso ed esclami “ti ricordi, quella volta…?!” E i ricordi sono sparsi, senza un preciso filo logico; imprecisi e disordinati…del resto il mio viaggio a Bangkok è quasi “maggiorenne”!

La città di Khajuraho è una tappa obbligata per tutti i viaggiatori nel nord dell’India.
Vi si trova infatti un’area archeologica  di indubbio interesse storico artistico, con i famosi templi che raffigurano, con statue finemente scolpite, le posizioni del kamasutra.
La Khajuraho che vogliamo però raccontarvi, è quella dei suoi abitanti e delle loro case. Quella che sfugge ai turisti organizzati…