La storia di Siro è meravigliosa come il suo rifugio!
Siamo seduti su una delle panche del Rifugio Mont Fallere, quando Siro inizia a raccontarsi.
Siamo arrivati qui dopo due ore di camminata, a tratti semplice e dolce, a tratti arrancando in salita tra le pietre.
Il fatto è che quando si arriva ad un rifugio, lo sguardo si perde tra i picchi in lontananza e ogni sforzo viene ampiamente ripagato. Anche i più piccoli, riluttanti alle fatiche scelte per loro dai genitori, proprio non ce la fanno a protestare tanta è la meraviglia!

Facciamo subito i complimenti a Siro, perché la sua idea è tanto originale quanto efficace: i bambini macinano metri e metri in salita cercando le sue opere d’arte disseminate lungo il sentiero
E così sparisce ogni lamentela!Rifugio Monte Fallere Valle d'Aosta

Già, perché il Rifugio Mont Fallere, o meglio: il percorso per arrivare al Rifugio è disseminato di sculture in legno. Oltre 350 opere d’arte che rappresentano animali, piante e persone.

Ci racconta Siro che la scultura è una passione che nasce quando era bambino: prima per gioco poi, man mano che passavano gli anni e si affinavano le tecniche, anche per lavoro. Il lavoro di una vita accompagnato dalla passione. Per il legno, per gli attrezzi e per la sua montagna.Rifugio Monte Fallere Valle d'Aosta

Gli diciamo di aver notato una scuola di scultura a Etroubles, dove soggiorniamo e lui con un sorriso ci dice di averla aperta lui e di esserne l’insegnante! Sciocchi noi a non averci pensato prima…
Del resto la fama di Siro ha superato presto anche i confini della sua Valle d’Aosta!

Scultura e montagna. Nel 2007 il nuovo grande progetto, insieme al figlio Francois: costruire un rifugio!
Già, costruire. Perché il Rifugio Mont Fallere nasce dal nulla: pietra dopo pietra, trave dopo trave. Con calma, lentezza e costanza, come quando si affrontano le salite in montagna. Compresa quella per arrivarci.
5 anni di lavoro; 5 estati perché l’inverno di queste montagne è attesa.Rifugio Monte Fallere Valle d'Aosta

Nel 2012 viene inaugurato il Rifugio Mont Fallere.
Un bel passatempo, quindi?!” gli chiediamo sorridendo.
Con un altrettanto convinto sorriso ci fa un eloquente gesto con le mani, ad indicare quanta fatica serva per accontentare le persone e gestire tutto alla perfezione.

Del resto i dettagli sono importanti, quando si crea una scultura. E la precisione dev’essere una caratteristica che a Siro non manca!

Nuova avventura quindi, al Rifugio, ma Siro rimane comunque scultore nel cuore e nelle mani. E alle passioni, si sa, è impossibile mettere freni.

Allora ha un’idea: sistemare alcune sue opere intorno al rifugio: qualche animale in legno, mucche, stambecchi, ma anche qualche panchina decorata, qualche sdraio.
Disponibili a chiunque, senza vincoli, perché chi conosce la montagna sa quanto è importante offrire un aiuto, un supporto, magari semplicemente per sedersi un attimo a riposare.
Si chiamano “rifugi”, quelli di montagna, non ristoranti!

Dopo le prime statue, Siro insiste nella sua idea vincente e inizia a costruirne di nuove e le sistema lungo tutto il sentiero, ovunque.
Ogni tanto faccio un giro a vedere se qualcuna è rovinata e la sistemo. Solo che non mi ricordo più dove le ho messe!”

Ed effettivamente trovarle tutte non è per nulla semplice.
Arrancando, giocavamo a contarne più possibile, facendo a gara a chi ne vedeva di più.
Siamo arrivati a 250, più o meno. Ne mancavano altre cento!

Trova ispirazione “osservando la vita di montagna, gli animali e anche le persone” ci racconta Siro e allora non possiamo non chiedergli come gli sia venuta in mente la statua che ha avuto più successo e più ci ha fatto sorridere: un tizio nascosto dietro ad un masso, accovacciato ed intento a…ehm…espletare necessità fisiologiche!Rifugio Monte Fallere Valle d'Aosta

La risposta è limpida: “bè, è una cosa naturale! E quando sei in montagna cosa fai?! Ti nascondi dietro un sasso!”
Ovvio.

Nelle statue di Siro c’è anche un po’ di storia della Valle d’Aosta.

Ci sono i Salassi, popolo celtico sconfitto dai romani (che dopo quella vittoria fondarono Augusta Praetoria, l’odierna Aosta); ci sono naturalmente le truppe romane e poi c’è don Jean Baptiste Cerlogne, definito “padre della poesia franco-provenzale in Valle d’Aosta”, vissuto da queste parti.Rifugio Monte Fallere Valle d'Aosta

Diventa famoso Siro, e finisce su giornali e tv grazie al suo lavoro e alla sua idea. Oggi il rifugio Mont Fallere è indissolubilmente legato alle statue, al punto da essere conosciuto come il “Museo a cielo aperto”.

La prossima scultura?” chiediamo.
Un gruppo di caprette curiose che allungano il collo per guardare gli escursionisti”.

Perché finché c’è passione e amore per il proprio territorio, ci saranno sempre nuove idee!Rifugio Monte Fallere Valle d'Aosta

Qualche informazione di servizio:

Per raggiungere il Rifugio Mont Fallere bisogna arrivare a Vetan, parcheggiare l’auto davanti all’Hotel Notre Maison e seguire il sentiero segnato…o seguire le statue!
Una passeggiata escursionistica (tipo la nostra, con due bambini) richiede circa 2 ore per arrivare, compreso il tempo tecnico di fermarsi a contare le statue e a fotografarle!

Il sentiero attraversa prima un alpeggio con le mucche, poi un fitto bosco. Subito dopo una ripida salita (il tratto più duro) porta alla strada poderale che affianca un ruscello fino al Rifugio.

Per chi volesse proseguire oltre, a 10 minuti di passeggiata in un prato si trova un laghetto, mentre ad un’ora e mezza si raggiungono altre vette dai panorami spettacolari.

Al Rifugio Mont Fallere si mangia proprio bene!
Potete scegliere tra una buona varietà di piatti valdostani, semplici ma perfetti per rigenerarsi dalle fatiche della salita!

Al Rifugio sono attrezzati con 50 posti letto, in deliziose camere dallo stile alpino.
Svegliarsi qui al mattino è un’esperienza che faremmo molto volentieri…

Per i più viziosi, il rifugio è dotato di una piccola spa: una vasca idromassaggio e una sauna, mentre la sala comune calda ed accogliente è dedicata agli ospiti che si fermano la notte.

Tutte le informazioni su www.rifugiomontfallere.it

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