Sapete perché i biscotti si chiamano così? 

Perché sono cotti due volte. Sono bis-cotti, appunto!
Lo abbiamo scoperto a Novara, durante una dolcissima sosta, che è anche una delle cose da non perdere nella città piemontese.

 

Ma andiamo con ordine. La città si trova a metà strada tra Torino e Milano e sembra non essere troppo considerata nei percorsi turistici. Nell’immaginario collettivo, se si pensa a Novara vengono in mente le risaie che la circondano e le storie legate alle mondine e al duro lavoro in quel “mare a quadretti”.
Tant’è che, appena usciti dalla stazione, si viene accolti proprio dalla statua di una mondina china sul proprio lavoro.

Ma in realtà anche il centro storico di Novara offre alcuni punti di interesse da non perdere, in una giornata.

Ecco cosa vedere a Novara in un giorno.

Passeggiate lungo l’elegante Corso Cavour, tra negozi alla moda, antichi palazzi porticati e caffè fino ad arrivare a Corso Italia. Da lì, ancora pochi passi e vi troverete davanti al Duomo di Novara.
La Chiesa è dedicata a Santa Maria Assunta e venne consacrata alla fine dell’800.
Il suo attuale stile è neoclassico, ma nel corso dei secoli cambio aspetto in diverse occasioni. In quella area sorgeva infatti una Basilica cristiana fin dal 400, poi demolita per costruire una Chiesa romanica, a sua volta modificata secolo dopo secolo fino agli attuali stile e dimensioni.

Proprio di fronte al Duomo si trova il complesso del Broletto: quattro palazzi medievali raccolti intorno ad un “arengo”, un cortile centrale al quale si accede attraverso due archi seminascosti. Il primo – appunto – di fronte al Duomo, in secondo in Corso Italia.

Il primo dei palazzi, quello del Comune,  risale al XII secolo mentre l’ultimo è del XIV secolo. Il Broletto è sempre stato storicamente il centro della vita civile della città di Novara. Si tenevano i mercati, l’elezione dei governatori, ma anche le pubbliche sentenze. Oggi ospita, tra l’altro, la Galleria d’arte moderna.

Sul lato opposto del Duomo e del Palazzo Vescovile, a pochi passi, si trova Piazza Martiri della Libertà, dove sorge il Castello Sforzesco Visconteo.
Le sue origini sono chiaramente medievali, anche se se mira che nello stesso luogo sorgessero edifici difensivi ben più antichi.
Di sicuro verso la fine del 1200 i signori di Milano fecero costruire una torre con recinto, mentre nella seconda metà del Trecento Galeazzo Visconti fece costruire il castello e ampliare la struttura difensiva.

Fu solo nel Settecento, con l’amministrazione sabauda, che i bastoni vennero aperti al pubblico ed utilizzati per le passeggiate.
Oggi il Castello è utilizzato per mostre d’arte temporanee ed è circondato da una meravigliosa area verde chiamata Parco dei Bambini.

Ora possiamo tornare verso il centro storico.
Non potete sbagliare, perché basta seguire il punto di riferimento visibile da tutta la città: la cupola di San Gaudenzio, diventata il simbolo stesso di Novara.

E la Basilica di San Gaudenzio è indubbiamente una delle cose da vedere a Novara.
La sua storia si intreccia con la storia militare della città e con la peste del Cinquecento.
Fuori dalle mura cittadine esisteva un tempio fin dall’anno 800, poi diventato Chiesa alle fine del 1200. Li erano conservate le spoglie di San Gaudenzio.
Quando alla metà del 1500 la città diventò una roccaforte militare, vennero distrutte tutte le costruzioni che si trovavano fuori le mura, tra cui la Chiesa.
Le spoglie del Santo vennero trasferite nella Chiesa di San Vincenzo.
Che c’entra la peste del 1576 con Novara, quindi?
Niente! La città infatti ne fu totalmente risparmiata.
Per ringraziare di questo miracolo si decise quindi di costruire una Basilica, ingrandendo la Chiesa di San Vincenzo, dedicandola a San Gaudenzio.

Il suo elemento più caratteristico è la cupola, alta 121 metri che fu una coraggiosissima costruzione realizzata tra il 1841 e il 1878. Sapete chi la realizzo? Alessandro Antonelli, lo stesso architetto della più famosa Mole Antonelliana di Torino.

Ma, sbaglio o eravamo partiti dai biscotti?!
E allora da San Gaudenzio possiamo tornare su Corso Cavour dove ci concediamo una pausa dolcissima…
Dal 1852, in un vicoletto cieco, si trova la storica Fabbrica Camporelli che produce il famoso biscotto di Novara. (www.camporelli1852.it)
Uova, farina e zucchero. Fin da quando le Monache, intorno alla metà del 500, producevano questi dolci in occasione delle feste religiose.

Oggi il negozio offre decine di variazioni sul tema, ma gli originali sono imbattibili!

Sul retro del negozio si trova ancora una parte del laboratorio storico, dove (per gruppi) vengono organizzati dimostrazioni di come nascevano questi dolci.

Prima cotti in forno e poi lasciati essiccare per una seconda cottura.
Bis-cotti, appunto!

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