Se state pensando ad una vacanza in montagna magari conciliando divertimento per i bambini, l’aria pura dei boschi e un po’ di passeggiate rilassanti, il nostro suggerimento è la Val di Non.

Ecco tre escursioni ideali anche per i bambini che vi faranno conoscere ed apprezzare questo splendido territorio.

Il Canyon del Rio Sass
Mettetevi il caschetto rosso e la mantellina blu impermeabile. Stiamo per partire per una missione da esploratori. Dove andiamo?
Bè, in una forra, nel ventre della montagna! Stiamo per seguire il fiume Sass che scorre in una delle più profonde forre della Val di Non proprio sotto al centro abitato di Fondo.
Un canyon che il fiume ha pazientemente scavato negli ultimi 5 milioni di anni!

Il Canyon del Rio Sass è una delle imperdibili attrazioni della vallata. Luca, la nostra guida, ci aspetta per accompagnarci lungo i due chilometri di passeggiata, sulle passerelle di metallo aggrappate alle rocce.

Già, avete capito bene! Si cammina sulle passerelle in ferro, quelle che ti fanno vedere cosa c’è sotto. E sotto c’è il fiume che a tratti si allarga e scorre lento in piccoli laghetti; a tratti si restringe, aumenta la sua corsa e salta spruzzando, finendo sempre più giù fino a sparire nel buio del canyon.

Se soffrite di vertigini, bè, non fateci caso! Non guardate giù, perché in alcuni passaggi siete sospesi per 40/50 metri sopra al letto del fiume.

In questi casi si sente solo il rumore dell’acqua laggiù, mentre sulle rocce umide si va alla ricerca degli strani fossili a forma di cuore e Luca ci racconta mille curiosità sugli animali che popolano questa parte di montagna.
Il sentiero tracciato dalle grate diventa buio e in alcuni punti ci si trova proprio dentro alla montagna. Il passaggio più stretto è di appena 30 centimetri e bisogna girarsi su un fianco per riuscire a passare!

Tranne Leo, naturalmente, che fiero e deciso cammina a testa alta accanto a Luca. Non lo molla un attimo, perché l’idea di essere il primo di tutto il gruppo non gli fa nemmeno sentire la fatica delle quasi due ore di camminata tra salite, discese e gradini.

Qualche informazione di servizio:

Il percorso è facile e adattissimo anche ai bambini; c’è molta umidità ma le grate vi eviteranno di scivolare. Anche in piena estate (noi siamo stati a giugno) sarà necessario indossare almeno una felpa, soprattutto nei tratti interni alla montagna.

La passeggiata costa 9€ per gli adulti e 6€ tra i 6 e i 12 anni. Al di sotto dei 6 anni è gratuito.

Per maggiori informazioni e prenotazioni (obbligatorie) curiosate sul sito www.canyonriosass.it

Il Museo Retico e il Santuario di San Romedio

“Cos’è il passato se non ciò che decidiamo di non dimenticare?”

Inizia così, con una frase della scrittrice americana Amy Tan, la nostra visita al Museo Retico di San Zeno.

La zona è da sempre importantissima per i tanti ritrovamenti di reperti dalla preistoria al Medioevo. Ed è proprio questo il percorso di visita proposto dal curioso “pozzo del tempo”. Una spirale in cui si passeggia dal basso verso l’alto in ordine cronologico. Nell’idea azzeccatissima dell’architetto, un po’ come immergersi nella profondità del passato!

Il settore che ha il più grande rilievo è quello della popolazione dei reti, che abitavano la zona dal I secolo avanti Cristo.

Piccola digressione storica: i reti erano una popolazione stanziale che viveva nella zona delle Alpi e prealpi trentine e venete. Sembra che la loro origine sia addirittura etrusca, mentre quel che è certo è che il territorio venne inglobato nell’Impero Romano al tempo di Augusto. La Rezia divenne così una Provincia romana.

Tornando allo spazio espositivo si entra in una ricostruzione della casa retica, con tanto di tetto di paglia, dove viene ricreato l’ambiente quotidiano e gli oggetti vengono collocati nel loro contesto.

Si passa poi al periodo di transizione tra i reti e i romani: l’impostazione architettonica rende il passaggio anche fisico, attraverso un lungo corridoio con una lunga vetrina piena di reperti ritrovati nei dintorni.

Da ultimo, il periodo romano con le grandi statue e le steli, per chiudere con l’arrivo del Cristianesimo.

Il Museo è anche ben attrezzato per i bambini: in ogni sala ci sono mappe interattive e fumetti che raccontano ai più piccoli la storia del territorio.

Proprio di fronte al Museo inizia il percorso di San Romedio, altra imperdibile tappa durante una vacanza in Val di Non.

Anche in questo caso il percorso è adattissimo ai bambini, non presentando grandi pendenze. Anzi, noi vi suggeriamo di percorrerlo con i più piccoli perché sarà un’avventura!

Infatti la prima parte del sentiero è interamente scavata dentro una roccia. Se siete “fortunati” come noi, dovrete anche affrontare qualche piccola cascata, passandoci sotto e lasciandovi schizzare…ehm…bagnare abbondantemente!

Se invece siete pigri, sappiate che si può arrivare in macchina fino al parcheggio sotto al Santuario e limitare la passeggiata alla scalinata che vi porterà fino all’ingresso del curioso convento.

La leggenda vuole che il Santo si sia ritirato da eremita su questo spuntone roccioso alto 70 metri, insieme al suo orso. Già…un orso! Infatti si racconta che Romedio si stesse recando a Trento per incontrare il Vescovo Vigilio quando il suo cavallo venne aggredito e sbranato da un orso. Romedio allora rese mansueto l’orso e arrivò a Trento cavalcandolo. Da allora accanto al Santuario si trova una grande area recintata nel bosco, all’interno della quale si trova un orso bruno.

Nella costruzione aggrappata tenacemente alla roccia si susseguono 5 piccole Chiesette lungo i 130 gradini che portano alla sommità. La prima e più antica Chiesa risale all’anno 1000, mentre l’ultima al 1918.

Se volete approfondire potete leggere il nostro post Val di Non: il Santuario di San Romedio.

Passeggiando per malghe
La parte più settentrionale della Val di Non sconfina in Provincia di Bolzano. Zona di confine, di cambio di lingua e di antiche controversie per la gestione delle malghe.

Uno dei sentieri che vi consigliamo è adattissimo ai bambini per la poca pendenza, per la posizione ravvicinata di 3 diverse malghe e per i giochi e le installazioni lungo il tracciato.

Poco dopo il paese di San Pancrazio, in direzione Proves, si trova il parcheggio del Passo Castrin (poco prima del tunnel, venendo da sud). Lì inizia una strada forestale (che diventerà poi sentiero) che in un quarto d’ora conduce alla Malga Cloz.

Zona di controversie, dicevamo. Qualche cartello lungo il percorso, ci racconta la storia del territorio e delle sovrapposizioni tra il potere della Chiesa e dei Comuni. Molte malghe erano assoggettate alle Parrocchie italiane, ma ai nobili Sutirolesi. A causa di queste commistioni, le malghe di confine erano contese tra i Comuni italiani e sudtirolesi…sembra che la disputa sia durata ben 400 anni, finchè nel 1878 a Innsbuck venne presa una definitiva decisione, lasciando le malghe dell’alta Val di Non alla gestione italiana. Le linee di demarcazione del territorio, risalenti al 1471, sono state mantenute e rimangono tuttora in vigore.

Ma torniamo al sentiero! La malga Cloz dicevamo, si trova ad appena un quarto d’ora di passeggiata…quindi non vorremmo fermarci qui, vero?

Magari approfittiamo dell’altalena per far fare una prima pausa-gioco ai bambini, ma la strada verso la montagna prosegue! I prati in fiore, qualche fontanella e i ruscelli sono buoni argomenti per stimolare la curiosità dei più piccoli. Siamo ad un’altitudine di 1700 metri circa e il sentiero ha un dislivello minimo.

Dopo soli venti minuti si arriva alla Malga di Revò.

La grande terrazza soleggiata è molto invitante…quattro anziani con i cappelli tirolesi giocano a carte, mentre un quinto li accompagna con una fisarmonica. Atmosfera ideale per condividere una birra e un tagliere di speck!

Un’altra mezz’ora di passeggiata porta alla Untere Kesslalm. La strada è diventata un sentiero di montagna tra i cespugli, ma si riesca ad affrontare facilmente anche con i bambini.

Infatti  fanno a gara per arrivare per primi al piccolo tettuccio in legno dal quale penzolano dei campanacci da mucche. E che facciamo, non li vogliamo far suonare?!

La terza (e per noi ultima) malga è proprio dietro alla curva…ed è la meta ideale per il meritato riposo!
Magari su uno dei grandi sdraio di legno, prendendo il sole o sorseggiando un succo di sambuco.
Oppure seduti sulle panche, tra il profumo d’erba e di gerani, assaggiando una deliziosa kaiserschmarren con la marmellata di mirtilli.

Per maggiori informazioni potete visitare questo sito

Che ne dite? Vi abbiamo convinti a respirare un po’ di aria pura di montagna?

E allora la Val di Non vi sta aspettando!

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