Era il 1552 quando il principe Pier Francesco Orsini, detto Vicino, ebbe un’idea folle. Per realizzarla chiamò l’architetto napoletano Ligorio che diede vita ad una delle più strane e originali creazioni di tutti i tempi: il Bosco Sacro di Bomarzo.

Siamo nella seconda metà del Cinquecento, in piena epoca di giardini all’italiana: geometrie, forme regolari e perfettamente armoniche, create con siepi, alberi, fontane e vegetazione disposta in modo ordinato e preciso. Ecco quindi il motivo per cui il Bosco Sacro di Bomarzo è una follia!

Il Bosco Sacro di Bomarzo

Il principe Vicino Orsini, dicevamo, decise di valorizzare questo piccolo bosco all’interno della sua proprietà, nella quale scorreva anche un ruscello. Decise quindi di dare libero sfogo alla fantasia, sfruttando i grandi massi di tufo presenti nel terreno e facendoli diventare mostruose sculture!

Draghi, elefanti, fontane con delfini, eroi mitologici o semplicemente volti urlanti con gli occhi spalancati…

Qui nulla è ordinato, nulla ha una proporzione, un ordine logico o una sequenza razionale. Il Bosco Sacro di Bomarzo è un susseguirsi irrazionale di creazioni artistiche spesso bizzarre o apparentemente prive di senso.

Il piccolo teatro al contrario, ad esempio, dove i gradini per gli spettatori si trovano dietro al palcoscenico. O la casetta pendente: un’abitazione a due piani costruita con una fortissima inclinazione.

Il Bosco Sacro di Bomarzo
Il Bosco Sacro di Bomarzo

E’ piuttosto complicato mettere in ordine un percorso di visita al Bosco Sacro di Bomarzo. Bisogna gironzolare a caso, lasciandosi affascinare dalla fantasia un po’ macabra dell’autore. Bisogna che i bambini corrano ad indovinare che animale o che enorme mostro marino è stato scolpito nella roccia.

In realtà all’ingresso del Parco vi consegneranno una mappa che suggerisce un percorso da seguire. Tranquilli, tanto non lo seguirete!

Il piacere di visitare il Bosco Sacro di Bomarzo sta anche nel farsi attrarre da una statua, da una forma curiosa o dal rumore dell’acqua del ruscello, dove troverete tartarughe e orche giganti. Ma tenetela ben d’occhio la mappa, vi servirà per non perdersi nessuna delle 40 opere del Parco.

Il Bosco Sacro di Bomarzo

Pensate che quest’opera eccentrica e meravigliosa, alla morte del Principe, venne completamente abbandonata. Ignorata e nei secoli sommersa dalla vegetazione la riscoprirono solo nel 1960.

Solo allora iniziarono i lavori di restauro e valorizzazione, grazie anche all’intervento di intellettuali come Goethe e Dalì.

Il Bosco Sacro di Bomarzo

Il Sacro Bosco di Bomarzo si trova a circa 20 chilometri da Viterbo, verso l’Umbria ed è facilmente raggiungibile uscendo dall’autostrada A1 a Orte. Tutte le informazioni per accessi, biglietti e acquisti online sul sito del Parco

2 Comments

  1. Non ho avuto modo di andarci ma il luogo è davvero suggestivo. Mi ricorda un po’ il giardino dei Tarocchi che ho visitato a capalbio

    • Andrea - Impronte Nel Mondo Reply

      E’ un Parco molto curioso e soprattutto divertente per i bambini! Se passi da quelle parti, facci un giro perchè merita.
      Il Giardino dei Tarocchi invece non lo conosciamo, quindi lo terremo a mente per le nostre prossime gite!!

Write A Comment