Da oltre 600 anni sotto la Montagna che sovrasta il paesino di Predoi, si estrae il rame. Per la precisione la prima documentazione scritta che cita l’attività estrattiva risale al 1426, ma quel filone colorato di rosso sembra aver attirato l’attenzione fin dall’età del bronzo.Seicento anni di attività estrattiva e di scavi, di vita durissima, di ricerca spasmodica del prezioso metallo, costruendo gallerie sempre più lunghe man mano che si scendeva a fondovalle, in condizioni di vita e di salute molti precarie. Ma il lavoro c’era e quel rame attirò per secoli i minatori da tutta Europa.

La miniera rimase in funzione fino al 1971 quando venne definitivamente dismessa per l’eccessivo costo per le estrazioni. Da qualche anno, il settore di fondovalle è diventato un interessantissimo Museo che si può visitare su prenotazione.

Dopo esserci coperti con caschetto e mantellina impermeabile gialla, saliamo su un piccolo trenino elettrico e ci infiliamo nello stretto cunicolo della galleria Sant’Ignazio. Una missione da esploratori per i bambini, combattuti tra l’entusiasmo e un po’ di timore!

Arthur, la nostra guida, spinge il trenino a tutta velocità lungo il chilometro della galleria. Il viaggio dura circa una decina di minuti e nel cunicolo stretto e umido la temperatura scende man mano che si entra nel ventre della montagna. 7 gradi, tra il labirinto delle galleria dove un tempo lavoravano i minatori.
Uno slargo, che altro non è che una galleria più grande, è il nostro punto di arrivo, o – meglio – il punto di partenza del percorso espositivo.

Si inizia con un filmato che racconta la storia della miniera, i primi tentativi per avvicinarsi al filone di rame, le prime fatiche. Poi si passeggia tra pozzi tracimanti d’acqua, carrucole, leve ed ingegnosi meccanismi di sollevamento dei materiali, carrelli per il trasporto e mostruose attrezzature metalliche inattive da anni.

Ad ogni angolo si possono osservare le riproduzioni delle scene di lavoro quotidiano: condizioni al limite della sopravvivenza, in tunnel a prova di claustrofobia o minuscole nicchie nella roccia, dove l’aria si faceva sempre più irrespirabile e la fatica ampliava ancor più la sensazione di fragilità dei minatori rispetto alla maestosità della montagna. Otto, dieci ore prima di poter uscire alla luce.

Certo l’impatto economico sull’economia della vallata ebbe un effetto molto positivo: nacquero fonderie, fabbriche e tutti i servizi necessari ai lavoratori. I paesi intorno alla miniera si popolarono di lavoratori da tutta Europa e per qualche decennio furono il centro di una nuova prosperità. Poco importava se al costo di sacrifici sovrumani.

Oggi la miniera, dicevamo, è dismessa. I costi di estrazione sarebbero troppo alti rispetto ai ricavi, anche se la tecnica della raffinazione elettrolitica (risalente alla fine dell’800) permette ancora oggi di estrarre senza alcun intervento umano, oltre due tonnellate di rame l’anno.

Un nuovo e più importante utilizzo delle miniere è oggi il centro climatico. Nelle grotte appositamente attrezzate si può praticare la speleoterapia: nelle stanze attrezzate la temperatura costante tra i 9 e i 10 gradi e l’umidità al 100% permette a particelle ed allergeni di legarsi alle pareti umide, rendendo purissima l’aria che si respira. Questo consente di risolvere ed alleviare molti problemi respiratori.

Un nuovo importante utilizzo delle miniere di Predoi!

Qualche informazione di servizio:
Il biglietto d’ingresso alle miniere costa 20€ per famiglia (di almeno 2 adulti e 1 bambino).

Nella miniera si può entrare solo accompagnati da una guida e solo con il trenino, quindi i posti per ogni gruppo sono limitati ed è fondamentale prenotare almeno un giorno prima.

Per entrare vengono forniti un caschetto e un impermeabile, visto che sia durante il percorso sul trenino, sia durante la passeggiata in miniera, l’umidità è abbondante e spesso gocciola acqua dalla roccia.

All’interno della montagna fa freddo! La temperatura durante il percorso è di 7 gradi, quindi attrezzatevi con maglioni e/o giacche pesanti.

Il tour delle miniere, compreso il viaggio in trenino, dura circa 2 ore.

Tutte le informazioni su http://www.museominiere.it/it/prettau/information/

Ah… se quando uscirete avrete fame, consigliamo di percorrere un paio di chilometri verso nord, fino a Casere, piccolo agglomerato di case dove finisce la strada e inizia il sentiero verso il confine austriaco. Lì troverete il Berghotel Kasern, che ha un ottimo ristorante dove potrete provare i piatti tipici a prezzi contenuti. Da non perdere!

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