Quel sei giugno Millenovecento-quarantaquattro è il giorno che più ha cambiato la storia d’Europa. Quelle spiagge della Normandia il teatro della più importante svolta della Seconda guerra mondiale. È servita la più grande operazione militare della storia e il sacrificio di oltre centomila soldati per riuscire a completare lo sbarco in Normandia. Per riuscire ad entrare in un’Europa occupata e distrutta da cinque anni di follia nazista.

Ancora oggi, a distanza di 70 anni, quel territorio è uno dei simboli di rinascita, di libertà e di eroismo. Le strade dei paesi, le piazze, le spiagge stesse sono una celebrazione continua di ciò che accadde quel giorno. Chi viene in Normandia non può ignorare cosa sia accaduto qui, non può non fare i conti con la storia.

Durante il nostro tour in Normandia abbiamo passato qualche giorno in questi luoghi e vi vogliamo proporre quelli più simbolici da visitare, tra spiagge, Musei e installazioni interessanti anche per i più piccoli.

La zona dello sbarco si sviluppa per molti chilometri, tra Saint Mere Eglise e Honfleur e sarà difficile riuscire a visitare tutti i punti di interesse. Ne abbiamo quindi scelto qualcuno in particolare da proporvi.

Iniziamo con il D-Day Experience. Tra i piccoli paesi di Carentan e Saint Come du Mont, si trova un bivio. Qui si aprono due strade: una punta dritta verso le spiagge mentre l’altra, molto più interna, corre parallela al mare. La conquista di quel bivio e di quella casa costruita proprio accanto all’incrocio era di fondamentale importanza per proseguire l’avanzata verso sud. E quella casa fu una delle prime conquistate dalle forze alleate, lo stesso giorno dello sbarco. La casa è diventata un Museo (il Dead Man’s Corner) che raccoglie cimeli, resti di armamenti, foto originali ma soprattutto oggetti appartenuti ai giovani soldati. Un Museo fatto di storie, più che di oggetti. Le storie di persone, di giovani ragazzi che forse nemmeno capivano fino in fondo il motivo per cui si trovavano a migliaia di chilometri da casa.

Sbarco in Normandia

Accanto al Dead Men’s Corner si trova l’attrazione principale del D-Day Experience. Un Douglas C-47 originale delle U.S. Air Forces: uno degli aerei da trasporto che la notte del 6 giugno 44 fece paracadutare centinaia di soldati dietro le linee tedesche. In cosa consiste quindi la D-Day Experience? Nella simulazione di un volo di un paracadutista americano.

Si entra nella stanza del briefing prevolo, dove un comandante (un ologramma dall’effetto molto efficace) spiega la missione con tutti i dettagli, racconta la dotazione di ogni paracadutista e l’utilizzo di ogni oggetto (compresi i due coltelli, uno per tagliare le corde del paracadute nel caso si cadesse tra gli alberi, l’altro da usare nel caso si venisse catturati…). Interessante la spiegazione delle “parole d’ordine” scelte dagli americani per riconoscersi nella notte: a “wisper” si doveva rispondere “thunder” e poi ancora “welcome”. Sapete perché proprio queste tre parole? Perché i tedeschi non le sapevano pronunciare. Anche se le avessero scoperte, avrebbero infatti detto “visper” “funder” e “velcome”, facendosi subito riconoscere!

Dopo il briefing si entra sull’aereo e si parte per il volo. Mentre l’aereo ondeggia (e vibra molto forte quando viene colpito dalla contraerea), dai finestrini si vedono le immagini dell’avvicinamento alla costa francese, degli altri aerei e delle postazioni nemiche, mentre i suoni riproducono gli effetti della battaglia aerea.

L’effetto finale è un po’ quello di un’attrazione di un parco divertimenti, ma il contesto rende bene l’idea (soprattutto per i più piccoli) di cosa abbia significato salire su quegli aerei. Museo e briefing valgono decisamente il biglietto.

Sbarco in Normandia

Quando siamo arrivati a Point du Hoc pioveva una pioggerellina fitta e fastidiosa. Nonostante fosse agosto, tirava un vento freddo dal mare che sbatteva scrosci di pioggia in faccia. Forse è il clima ideale per visitare queste poche centinaia di metri di costa a strapiombo sul mare.

Point du Hoc è il teatro della più eroica impresa americana. Qui c’è una lunga scogliera, alta oltre trenta metri sul mare. Lungo i chilometri di scogliera si vedono ancora i bunker tedeschi, dai quali cannoneggiavano verso il mare.

Qui sbarcarono circa 900 rangers americani, con l’obiettivo di arrampicarsi lungo quei trenta metri di roccia verticale ed annientare le difese tedesche. Mentre dall’alto i militari tedeschi lanciavano granate e bombe a mano verso il basso, i rangers sbarcarono in poco meno di 450 metri di spiaggia. Il primo degli americani riuscì incredibilmente ad arrivare in cima dopo appena cinque minuti. Dopo 30 minuti, Pointe du Hoc era conquistata, al costo di oltre seicento vittime. Oggi a Pointe du Hoc c’è un Memoriale che fa parte dei Monumenti Nazionali degli Stati Uniti d’America, in ricordo delle vittime e dell’impresa tra le più importanti di tutta l’operazione Overlord.

Proseguendo lungo la costa si trova il piccolo villaggio di Vierville. Qui la costa, scendendo verso sud, diventa sabbiosa e sempre più ampia, soprattutto per l’effetto delle grandi maree. Per il codice dell’operazione è Omaha Beach. Anche qui sbarcarono le truppe americane, in una drammatica corsa, esposte in campo aperto al fuoco nemico.

Omaha Beach è la spiaggia sulla quale, lungo i 4 chilometri utilizzati per lo sbarco, le truppe americane subirono il maggior numero di perdite per il fatto che tra il mare e la riva non c’è alcun riparo. “Ever forward” recita una targa commemorativa. Quel “sempre avanti” nonostante tutto, è lo spirito che ha permesso alle truppe alleate di riuscire nell’impresa anche in una situazione apparentemente impossibile, come a Omaha Beach.

Sbarco in Normandia

Piove ancora e fa freddo, nonostante sia agosto. Piove sopra la spiaggia di Omaha Beach, nel luogo più toccante di tutte le spiagge dello sbarco in Normandia. Novemila-trecento-ottanta-sette croci (e stelle di David) bianche, perfettamente allineate su un prato all’inglese. Qui, al Cimitero Americano di Normandia, ogni giorno alle 16.30 viene suonato l’inno degli Stati Uniti e si tiene una cerimonia di ammaina bandiera. Ogni giorno da quanto, nel 1956, il cimitero ha aperto al pubblico. Per il resto della giornata c’è solo un composto silenzio, nonostante il gran numero di visitatori.

Già due giorni dopo lo sbarco, 8 giugno 1944, la zona venne scelta per seppellire i soldati caduti ad Omaha Beach ma fu solo negli anni Cinquanta che vennero creati il Memoriale, la Cappella e la commovente vasca a sfioro sulla spiaggia posta all’ingresso della struttura che accoglie oltre un milione di visitatori l’anno.

Sbarco in Normandia

Tra le croci ce ne sono alcune celebri, tra cui quella di Theodore Roosevelt, figlio del Presidente degli Stati Uniti. Ma quella più significativa è al milite ignoto, sulla cui lapide è scritto

Here rests in honored glory a comrade in arms known but to God

Sbarco in Normandia

L’ultima tappa del nostro tour tra le spiagge dello sbarco in Normandia è a Gold Beach, nel celebre paese di Arromanches. Il piccolo borgo marinaro conta 600 abitanti ed è oggi un vivace susseguirsi di locali e ristoranti lungo la via pedonale che costeggia la spiaggia. Molto carino per una sosta a pranzo o a cena tra i mille tavolini. Sul muro di un ristorante è possibile ammirare anche un’opera pacifista attribuita allo street artist inglese Banksy.

E furono proprio le truppe inglesi, nei giorni dello sbarco, a prendere possesso di questa parte di Normandia e a costruire l’enorme porto artificiale, per alcuni mesi il più grande porto del Mondo, dove sbarcarono due milioni di veicoli militari e oltre mezzo milione di uomini. L’impressionante struttura venne costruita in Gran Bretagna e trasportata via mare il giorno stesso dello sbarco.

Sbarco in Normandia

Qui la spiaggia è caratterizzata da altissime maree che ne cambiano l’aspetto in maniera molto significativa. Ancora oggi, sul bagnasciuga, si trovano attrezzature militari e gli enormi cassoni metallici che componevano il porto.

Se avete ancora voglia di immergervi nelle drammatiche atmosfere dello sbarco in Normandia, vi consigliamo Arromanches 360°: una struttura circolare dove nove schermi proiettano immagini originali delle operazioni preliminari lo sbarco, di quel 6 giugno 44, fino alla liberazione di Parigi. La degna conclusione del tour più intenso che possiate percorrere in Francia.

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