Il profilo delle Eolie in lontananza, l’incanto del sole che tramonta dietro alla sagoma dei vulcani, ha rappresentato per noi un richiamo irresistibile.
Guardandole dalla costa siciliana dove alloggiavamo, abbiamo sognato e desiderato visitare tutte le isole, una dopo l’altra, e magari soggiornarvi per qualche giorno, ma ragioni di tempo e bizzarrie del maltempo ci hanno purtroppo frenati e costretti alla sola visita di Lipari.A Lipari si arriva comodamente dal porto di Milazzo, con poco più di un’ora di aliscafo. Il piccolo porto ospita barche e yacht da invidia vera…. Sbarchiamo di prima mattina e non resistiamo all’idea di una brioche con la granita, prima di arrampicarci nella zona della città alta.

Attraversate le mura ci si ritrova in uno stretto reticolato di viuzze che conducono, dopo una scalinata, alla bella Cattedrale di San Bartolomeo. Il nucleo originario della Chiesa risale addirittura al XI secolo ed è opera dei monaci benedettini.

Questi vennero infatti inviati sull’isola nel 1083, con lo scopo di porvi un presidio contro le continue invasioni arabe. I Monaci apprezzarono il clima e la bellezza del luogo, tanto da insediarsi con nessuna difficoltà e costruire il loro convento.

Entrando nella grande Cattedrale, alla destra dell’ingresso principale, si può visitare il Chiostro Normanno (Ingresso 1€, bambini gratis). E’ quanto rimane della prima costruzione benedettina: dopo anni di costante sviluppo, l’isola subì una violenta invasione turca che la distrusse quasi interamente, rendendo schiava la popolazione.

Grazie a Carlo V venne ritrovata la precedente tranquillità e si fortificarono le mura, il castello e si ricostruì la Cattedrale nelle attuali fattezze: grande e maestosa quale simbolo della supremazia della cristianità. Da vedere, sia la Chiesa che il Chiostro.

Proprio di fronte alla Cattedrale si trova la sede del locale Museo Archeologico. Leggiamo che la ricca collezione di reperti eoliani meriterebbe una visita, ma non avendo tempo a sufficienza per dedicare la dovuta attenzione, con rammarico rinunciamo.

Scendiamo invece verso il porto dove, tra i tanti noleggi di veicoli o mezzi a due ruote, scegliamo una buffa (e inguidabile!!) macchinina che ci accompagnerà per tutta la giornata verso le spiagge di Lipari.

Lasciando il paese, si incontra dopo appena 3 chilometri la frazione di Canneto, con una bella quanto affollata spiaggia. E’ attrezzata e facilmente raggiungibile da Lipari anche con gli autobus di linea; per questo la più frequentata dell’intera isola, anche da chi, come noi, trascorre soltanto una giornata. Un rapido sguardo e proseguiamo lungo l’unica strada che percorre il perimetro dell’isola.

Ci fermiamo poco prima della frazione di Porticello, incuriositi dal candore di un sentiero che scende verso il mare. Lipari era celebre per l’estrazione della pietra pomice e gli effetti di quelle lavorazioni sono ancora ben presenti nell’ambiente! Scendiamo verso il mare su un sentiero ricoperto di polvere bianca e fine da sembrare borotalco. Violento contrasto cromatico con la spiaggia di fine ghiaia nera e vulcanica che scende nelle acque turchesi e calde. Un bagno, arrivati fin qui, non ce lo toglie nessuno!

Alle nostre spalle una grande costruzione abbandonata, per la verità, non aiuta ad apprezzare il panorama. Ci dicono essere stata la vecchia costruzione dove si lavorava la pomice… qualunque utilizzo avesse, meriterebbe una sistemata. O un definitivo abbattimento.

Proseguiamo la strada sulla nostra macchinina e arriviamo alla celebre spiaggia bianca di Porticello. E’ una spiaggia selvaggia, stretta tra insenature con gli scogli e fondale bianco per i residui della pomice.

Il mare è blu intenso, limpido e il richiamo verso l’acqua è davvero irresistibile.

Peccato che i residui della lavorazione della pomice non si limitino alle pietre sui fondali. Il costone della montagna è puntellato delle vecchie e decadenti attrezzature per gli scavi e dai pontili per il trasporto delle pietre verso le navi. Paesaggio un po’ spettrale che potrebbe essere valorizzato come archeologia industriale.

Alcuni tratti della spiaggia sono attrezzati con ombrelloni (10€ con due lettini); se, come a noi, verso ora di pranzo vi viene fame, non vi preoccupate: ci sono piccolissimi bar ambulanti che magicamente – e non è chiaro come facciano (!!) – sfornano piatti tipici da sogno. Suggeriamo il pane cunzato in insalata di capperi, pomodori freschi e secchi e olive. Strepitoso affogato nell’olio di oliva di produzione locale!

L’ultima tappa del nostro girovagare per spiagge ci porta a Quattropani, una piccola frazione al lato opposto dell’isola rispetto a Lipari da cui dista nove chilometri.

Il piccolo Borgo, aggrappato alla roccia, è in una posizione deliziosa, visto che allungando una mano sembra di poter toccare l’isola di Salina, posta proprio di fronte! Il paesaggio è degno delle migliori cartoline da ufficio turistico.

La spiaggia, come tutte le altre, è lunga e stretta ed è susseguirsi di ombrelloni e ristorantini. Inutile dire che, anche in questo caso, il mare ha colori e temperatura che invitano a tuffarsi. A nostro avviso, questa è la spiaggia più tranquilla dell’isola e, forse anche per questo, la più bella.

Qualche informazione pratica:
Se state a Lipari solo una giornata, conviene noleggiare una macchina. Non arriverete a percorrere 15 km e il costo in alta stagione arriva anche a 80€, ma è il modo più rapido per tuffarsi in più spiagge, farsi un’idea dell’isola e soprattutto godere dei panorami spettacoli.

Anche se siete appassionati di mare, tuffi e immersioni, vi suggeriamo comunque di fare una passeggiata nell’acropoli di Lipari. Il castello, il museo archeologico e la cattedrale meritano una visita più attenta di quanto siamo riusciti a dedicare noi.

Su www.siremar.it e www.usticalines.it potete trovare tutti gli orari e le tariffe dei collegamenti tra Milazzo e le isole e tra le varie isole.

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