A volte bastano poco più di venti chilometri. Per cambiare ambiente, clima, panorami e ritmi. Castel Gandolfo, ventitré chilometri a sud dal centro di Roma, è un piccolo borgo adagiato sui colli romani. Quattrocento metri di altitudine bastano per avere una piacevole brezza marina che rinfresca le torride giornate estive. Si vede bene, il mare e si lascia respirare come un sollievo per l’anima.
Del resto in questa mite e favorevole area sorgono borghi antichissimi, fondati per prima dell’esistenza della stessa urbe romana. Poi, nel corso dei secoli, le famiglie aristocratiche romane scelsero questi colli per costruire le loro residenze estive.
Ariccia, Frascati, Rocca di Papa sono alcuni dei borghi sorti intorno ai due laghi vulcanici di Albano e Nemi. Quello che vi raccontiamo in questo post è Castel Gandolfo, noto e diventato importante per essere la residenza estiva di tutti i Papi…bè, quasi tutti, visto che Papa Francesco è l’unico a non avervi mai risieduto. Castel Gandolfo si affaccia a strapiombo sul Lago di Albano e anche solo gli scorci sull’acqua e il panorama meritano il viaggio.
Ma il borgo regala preziosissime testimonianze della sua lunga storia e anche qualche interessante sorpresa! Le cose da vedere a Castel Gandolfo sono tutte raccolte lungo Corso della Repubblica, la principale via pedonale del suo centro storico. Da un lato si trova Piazza della Libertà, con la facciata del grande Palazzo Pontificio, mentre dal lato opposto, poco prima della fine del centro abitato, c’è la Villa Pontificia con i giardini.
Proprio dalla Villa Pontificia iniziamo la visita di Castel Gandolfo. Qui, dicevamo, ci troviamo sul punto più alto di un colle dove lo sguardo arriva al mare e dove si gode di una piacevole brezza pressoché costante. Quale posto migliore per una residenza estiva?! Il primo ad accorgersene fu Domiziano, imperatore romano del Primo Secolo dopo Cristo. Proprio qui fece costruire la sua villa, con annesso teatro per le rappresentazioni private. Di quel periodo storico rimangono oggi il teatro e i camerini con i pavimenti a mosaico e un lunghissimo criptoportico che sembra essere il più lungo al mondo di cui si abbia notizia certa.
Secoli dopo quel lungo portico, protetto e a temperatura costante, fu la salvezza per migliaia di cittadini di Castel Gandolfo e dei borghi limitrofi. Facciamo un salto nella storia, fino al gennaio del 1944, quando le forze militari anglo americane sbarcarono ad Anzio. I nazisti tedeschi lasciarono Roma ritirandosi verso l’interno, proprio sui colli e provocando, di conseguenza, i violenti bombardamenti alleati. Oltre dodicimila persone si accalcarono ai cancelli della Villa Pontificia, chiedendo di entrare. Papa Pio XII aprì i cancelli, facendo entrare tutte le persone. Si sistemarono tutti proprio in quel lungo portico, costruendo dei rifugi di fortuna che permisero loro di sopravvivere. Diversi bambini nacquero in quel portico.
La Villa Pontificia era zona extraterritoriale e lo Stato della Città del Vaticano era uno stato neutrale, quindi il suo territorio era inviolabile. Questo però non impedì agli americani di bombardare la Villa e in particolare il Collegio de Propaganda Fide, dove morirono oltre 500 cittadini romani rifugiati.
Ancora oggi un’associazione si occupa di conservare la memoria di quel tragico evento, organizzando mostre ed eventi legati a quell’avvenimento.
Ma torniamo alla Villa e alla sua storia travagliata. Dall’Imperatore Domiziano dobbiamo saltare ancora qualche secolo per arrivare agli inizi del 1600 quando la famiglia Savelli, proprietaria della villa, cadde in difficoltà economiche e cedette la villa a Papa Urbano VIII che l’aveva adocchiata e la riteneva un acquisto piuttosto interessante!
Urbano VIII la ampliò e creò i primi giardini, gli stessi che si possono vedere ancora oggi. Poi, nei decenni, si costruirono i giardini più moderni e si dotò la villa di altri servizi. Tra questi le fattorie di Stato Vaticane.
L’intero terreno destinato a produzione comprende un enorme uliveto, un vigneto, e moltissime stalle. Ci sono un caseificio, un frantoio e un pollaio con migliaia di galline…si, insomma: tutto quanto serve per riempire di prodotti freschi gli scaffali dell’Annona Vaticana: il supermercato all’interno della Santa Sede.
Torniamo ora nel centro di Castel Gandolfo per goderci ancora qualche scorcio sul lago. La riva dista appena una ventina di minuti di passeggiata in discesa (ma ricordatevi che poi, nel caso, dovete risalire!).
Se invece volete rimanere in centro proseguite verso il Palazzo Pontificio e date un occhio sulla destra, prima di entrare in Piazza della Libertà. Vedrete la Chiesa Seicentesca opera del Bernini: tipica architettura dell’epoca, con un tocco di barocco!
Bene, ora che siete nella piazza principale potete vedere una delle curiosità di Castel Gandolfo. Era il 1820 quando il Consiglio Comunale cittadino approvò una delibera per risolvere il problema dello smistamento della posta: installare in piazza una cassetta per inserire la corrispondenza. Dove sta la curiosità? Bè, si tratta della prima buca delle lettere del Mondo!
La Piazza del borgo è dominata dalla grande facciata del Palazzo Pontificio. Oggi il palazzo è un Museo che fa capo ai Musei Vaticani, ma fino alla morte di Benedetto XVI era la residenza estiva del Papa. Anche questo palazzo risale al 1600 e al periodo di Urbano VII. Il Palazzo, ampliato e modificato nel corso dei Secoli, fa parte del patrimonio inalienabile della Santa Sede ed è zona extraterritoriale. Attualmente è visitabile insieme ai giardini della villa.
Se volete vedere un’altra curiosità del centro storico di Castel Gandolfo, andate al Ristorante Arte e Vino. Andateci per pranzare o cenare, provate l’ottimo menù di piatti tipici del territorio…ma già che ci siete, fatevi un giro nelle grotte sotterranee che collegano due palazzi sui lati opposti della strada!
All’interno delle grotte sono state ricavate piccole stanze con i tavolini del locale, mentre il resto del ristorante è (tra l’altro) un’esposizione di oggetti artistici: da antichi strumenti musicali ad antiche mappe geografiche, vecchi giocattoli…
E visto che vi abbiamo dato un consiglio per il pranzo, concludiamo il post con un altro suggerimento per cena! Bastano un paio di chilometri per raggiungere Ariccia, zona di porchetta da assaggiare nelle tipiche fraschette.
Le fraschette sono locali molto semplici, più spartani di un’osteria, dove si possono scegliere pochi cibi molto semplici (porchetta, formaggi, salsicce, verdura sott’olio… e al massimo un primo piatto di pasta) da condividere in compagnia. Ecco: la fraschetta è un locale dove andare in compagnia, in un clima di totale relax e serenità!
Il nostro suggerimento? Fraschetta Selvotta, nell’omonima località di Ariccia.