Chiunque visiti Berlino deve fare i conti con il suo muro.
La città ha una storia importante da ben prima della guerra fredda, ma chiunque abbia almeno 40 anni, quel 9 novembre 1989 se lo ricorda bene.
Quelle immagini di gente incredula arrampicata sul muro hanno cambiato la storia del Mondo.
Quelle persone talmente felici, talmente tante sembravano quasi uscire dallo schermo delle tv di tutta Europa.
E pensate che quella notte, fu il frutto di un fraintendimento.

Di una conferenza stampa e di una domanda, fatta da una giornalista italiano, che il regime non si aspettava e per la quale non aveva preparato una risposta.

Quel 9 novembre il Governo della DDR, ormai vacillante, aveva indetto una conferenza stampa per annunciare l’imminente possibilità per i cittadini dell’est di andare ad ovest, di attraversare il muro dopo 28 anni. Una delle tante, troppe promesse del regime, sistematicamente disattese.

Riccardo Ehrman, dell’Ansa, chiese semplicemente: “Da quando?”.

Gunter Schabowski, portavoce del Governo, colto alla sprovvista e senza precise indicazioni, si grattò la testa, sfogliò qualcuna delle pagine che aveva di fronte e improvvisò una risposta che cambiò la storia:

“Per quanto ne so, da subito”.

Questa frase rimbalzò nelle case di tutta Berlino.
Dopo meno di un’ora tutti i berlinesi dell’est erano in strada, di fronte ai check point.
I militari non avevano ricevuto ordini, ma ormai era chiaro a tutti che quella impressionante marea umana non si poteva fermare.

La prima sbarra che i militari dell’est furono costretti ad alzare, fu a nord della città: a Bornholmer Strasse, dove oltre ventimila persone schiacciavano contro le reti metalliche.

Da lì in poi, l’onda fu inarrestabile.

Quella domanda, “da quando?”, fu la prima picconata al muro di Berlino.
Muro di Berlino
Oggi rimane il Check Point Charlie, punto principale di accesso tra le due parti di Berlino.

Qui c’è ancora il piccolo prefabbricato del posto di controllo americano (una copia, per la verità), il celeberrimo cartello in cui si avverte che si sta lasciando la zona ovest e due enormi foto su un cartellone. Due giovanissimi militari, uno russo che guarda ad ovest e uno americano che guarda ad est.

E’ una installazione artistica molto efficace; ci raccontano che si tratta degli ultimi due militari di guardia, prima che il varco si aprisse definitivamente, quel 9 novembre. Ci piace pensare che sia vero, anche se non abbiamo certezza: due giovani ragazzi ignari, consegnati alla storia dell’Umanità.

Lungo le strade di Berlino è tracciato il percorso del muro, ma la gran parte della costruzione è stata abbattuta.

Ne rimane oggi solo un chilometro e trecento metri, in quella che è stata ribattezza East Side Gallery.

Il muro era grigio, ad est: non ci si poteva avvicinare e men che meno lo si poteva sfregiare con disegni o colori. Ad ovest, invece, i graffiti lo coloravano nel vano tentativo di addolcire quella barriera disumana.

Muro di BerlinoForse proprio in contrasto con l’inavvicinabilità della barriera grigia di cemento, nel 1990 il Comune di Berlino decise di commissionare 120 murales ad altrettanti artisti di tutto il mondo.

Ne nacque così la più grande opera di strada del Mondo.

Un chilometro e trecento metri di colore, disegni, vignette dissacranti e immagini evocative.

Due sono i murales più famosi.

Il primo è il “bacio fraterno” e ritrae Honecker, segretario della DDR, e Breznev, segretario della URSS.

Il secondo è l’immagine della Trabant (la famosa utilitaria prodotta e commercializzata ad est) che sfonda il muro.Muro di Berlino

Muro di Berlino

Ma ci sono molte altre opere da vedere e davanti alle quali soffermarsi.

Alcune, dicevamo, fanno palese ironia sui regimi russo e tedesco dell’est; altre sono un ricordo a chi ha provato a scappare, senza successo; altre raccontano la storia difficile e spesso tragica della vita di fronte al muro.

Muro di BerlinoTutte sono una straordinaria celebrazione della libertà.

Tra le opere ci ha colpito in particolare quella chiamata “Curriculum Vitae”.Muro di Berlino

Uno sfondo grigio come il cemento del muro. In nero, gli anni dal 1961 al 1989. Intorno ad ogni anno alcune piccole roselline: una per ogni persona uccisa mentre tentava di scappare verso la libertà.

Per visitare la East Side Gallery dovrete percorrere MühlenStrasse, il lungo Sava che dalla Ost Banhof arriva fino al Oberbaum Brücke.

Il muro è tutto all’aperto, quindi potete curiosare tra le opere a qualsiasi ora del giorno e della notte.

La Fondazione Muro di Berlino, che gestisce la conservazione e il restauro delle opere, organizza visite guidate in inglese e tedesco. Tutte le informazioni su visitberlin.de

Tra le visite guidate vi suggeriamo anche il Free Tour del Muro di Berlino e della Guerra Fredda di Civitatis.

Se volete vedere una galleria di murales del muro, potete curiosare a questo link.

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