A Berat le stradine ciottolate si fanno spazio tra le case in sasso aggrappate alla collina del quartiere Mangalem.
Lassù la grande fortezza vigila su città e vallata, mentre qualche slargo tra gli edifici offre scorci sulle acque del fiume Osum. Di fronte si trova il quartiere ortodosso, con le sue Croci. Mangalemi, invece, è la zona di Berat dove risuona il canto del Muezzin.
Berat la chiamano anche “la città dalle mille finestre” ed è la meta più affascinante che abbiamo visitato durante il nostro viaggio in Albania. E’ una cittadina piccola ma da visitare con calma.
Qui infatti i tempi sono dilatati e lenti come si confà ad una città zeppa di storia, che tanti ne ha visti di uomini passare.
Gli Illiri, i romani, l’impero ottomano. Poi bulgari, serbi e ancora turchi.
La storia si sente, a Berat. Nelle pietre delle stradine strette e ripide, nelle Moschee in restauro, nei tavolini in legno dei caffè dove siedono uomini dai silenzi infiniti. Nelle mura, lassù, del castello.
La grande fortificazione e le 24 torri risalgono al XII secolo, ma il nucleo originario venne edificato nel 200 a.C. per poi essere distrutto, riedificato, ampliato e modificato in diverse epoche storiche.
Ma lui, lassù, rimane una certezza.
Si arriva all’ingresso del castello dopo una mezz’oretta di selciato in salita, attraversando il Quartiere Mangalemi. La fatica (soprattutto sotto il sole estivo) è presto dimenticata davanti al panorama sulla vallata e di fronte a quello che vedrete all’interno.
L’imponente struttura difensiva, la torri, gli archi e le grandi spianate ma soprattutto le Chiese ortodosse.
San Nicola e Santa Maria Blacherna sono le prime due che si incontrano. La prima risale al XVI secolo, mentre la seconda al XIII.
Entrambe sono assolutamente da vedere, soprattutto per i cicli di affreschi che ricoprono interamente le pareti. Ma entrambe sono solitamente chiuse!
Ma non ci si deve perdere d’animo in Albania: c’è sempre una soluzione! Nel caso specifico la soluzione prende forma in qualche vecchietta che chiacchiera seduta su una sedia di paglia. Chiedete, non vi preoccupate: d’improvviso comparirà la chiave della porta. Basteranno 50 lek di offerta per trovarsi dentro a due capolavori d’arte.
Sempre all’interno delle mura del castello si trovano la Cattedrale di Santa Maria Assunta, risalente al 1800 e molto ben restaurata, e il Museo Nazionale Iconografico Onufri.
Bisogna invece oltrepassare le mura dal lato opposto per incontrare la scenografica Chiesa della Santissima Trinità, incastrata in un quadro dalle proporzioni perfette.
All’interno del castello qualcuno ancora vive e si trovano anche alcune guesthouse. Non vi consigliamo però di alloggiare qui perché alla sera il castello è piuttosto lontano da ristoranti e locali dove cenare.
Di giorno invece, per ogni necessità, si trovano molte persone che vendono frutta, pane, bibite e oggetti di artigianato di ogni genere.
La strada che porta al castello, passa accanto al Museo Etnografico di Berat.
Tra quelli visitati in Albania, questo è tra i più ricchi di oggetti e tra i meglio allestiti. E’ ospitato in una casa contadina del XVIII secolo e molti degli arredi, degli attrezzi e degli utensili in mostra sono originali della casa stessa e appartengono alla famiglia proprietaria.
Mangalemi è il Quartiere in cui si trovano le tre Moschee, tutte in fase di restauro durante la nostra visita. Meritano un’occhiata la Moschea del Sultano e la Moschea degli Scapoli…sperando che i lavori siano terminati!
Mangalemi è il quartiere indubbiamente più caratteristico ed affascinante di Berat ed è il luogo perfetto per alloggiare.
Noi abbiamo scelto l’Hotel Mangalemi: un edificio storico in pietra, con stanze dal sapore antico e una terrazza con vista sul centro storico, per le colazioni sotto al grande minareto.
L’hotel ha anche uno dei migliori ristoranti della città (cena da 300/400 lek a portata) e vi consigliamo di provarlo. Si trova all’inizio della strada che sale al castello.
La stessa strada, più in basso, incrocia il lungofiume pedonale. Rruga Republika si anima dopo il tramonto: qui si trovano bar, locali e musica e tutti passano di qui per una passeggiata serale. Insomma: per trovare un po’ di movimento, è qui che dovete venire.
Ma soprattutto da qui vi godrete, sorseggiando un raki, le “mille finestre” che si accendono di luce.
Ma la bellezza di Mangalemi sta anche nel passeggiare tra le vie delle case. Gradini, slarghi e continui saliscendi vi accompagneranno tra le case di pietre bianche, facendovi presto perdere il senso dell’orientamento. Ma qui dentro, perdersi, può essere il modo migliore per scoprire qualche angolo nascosto che vi incanterà.
Nel reticolo di vie si trova qualche alloggio e alcuni ristoranti, ma questa è una zona vera della città, dove la gente ci vive per davvero. E, per questo, ancora più affascinante.
Ura e Gorice è il ponte che vi porterà nel quartiere Gorica, la zona ortodossa della città.
Il Quartiere è un po’ meno caratteristico di Mangalemi, ma anche qui si può piacevolmente passeggiare tra i vicoli. E anche qui non mancano le cose interessanti da vedere.
La Chiesa di San Spiridione, ad esempio, che risale alle fine del 1800 e oltre per i dipinti all’interno è da visitare per il porticato esterno tra gli alberi. Un po’ di ombra e un bel panorama è quello che serve per trovare riparo dal calore estivo!
Proseguendo per il Quartiere Gorica, quasi alla fine delle case, si trova la Chiesa di San Tommaso. Date un occhio alla struttura, ma soprattutto osservate l’altro lato del fiume.
Eccole, le “mille finestre” di Berat!
Da qui le antiche case sembrano sovrapposte, incastrate l’una dentro l’altra, quasi ad abbracciarsi.
Da qui si capisce meglio la loro struttura: la base in pietra fino al primo piano, mentre sopra il candore del muro bianco viene interrotto solo dalle tante finestre. Piccole, grandi, irregolari, rettangolari, ad arco. Tante, tantissime finestre come mille occhi che tante ne hanno viste di storie e di uomini passare…