A Ragusa tutto è bello.
Anzi, Ragusa è una “esplosione di bello”! Ogni angolo, ogni piazza e ogni dettaglio sono una delizia per gli occhi. Sarà che amiamo la Sicilia, sarà che le città barocche ci piacciono tanto…

O forse sarà che qui è tutto esteticamente perfetto, ma Ragusa ci ha davvero incantati!

Forse per questo è difficile fare un elenco di “cosa vedere a Ragusa” perché qui non farete altro che guardarvi intorno. Lasciatevi quindi affascinare da un balconcino in ferro battuto, da una maschera barocca che orna l’angolo di un palazzo o dalle cupole delle Chiese. Sedetevi all’ombra ad osservare le forme del Duomo di San Giorgio e magari fate due chiacchiere con gli abitanti. Se qui esiste un “Circolo di Conversazione” ancora attivo, vorrà dire qualcosa…!

Ragusa è talmente scenografica che qui hanno girato tutte le serie del Commissario Montalbano.
Ed è talmente ancorata alle proprie secolari tradizioni che qui resiste l’ultimo laboratorio artigianale dove nasce uno dei più famosi elementi della cultura e tradizione siciliana…

A noi è bastato poco più di un quarto d’ora per innamorarci!
Tanto è durato il racconto appassionato di Damiano tra le volti a botte delle tre stanze nel cuore di Ibla.

Si chiama Cinabro (dal nome del colore rosso utilizzato in passato) ed è un piccolo gioiello raro dove Damiano e Biagio danno vita ai carretti siciliani. Sono gli ultimi rimasti a portare avanti una tradizione secolare che un tempo caratterizzava la Sicilia.

Il carretto era uno strumento di lavoro e in origine aveva un colore distintivo per ogni professione. Bianco per i mugnai, azzurro per i fruttivendoli, grigio per preti e suore…

Poi i carrettieri iniziarono a spostarsi di città in città e quindi per distinguersi e acquisire prestigio iniziarono a colorare i loro carretti. Sgargianti e vivaci per farsi notare nei mercati cittadini.

E poi le scene dei paladini di Francia, le battaglie epiche, le opere…i carretti diventarono così un mezzo per tramandare storie e racconti, aumentando così prestigio (e autostima!) dei più leziosi carrettieri!

Per costruire un carretto serviva il falegname, il fabbro e il pittore, ognuno con la propria specifica esperienza ed abilità.
La struttura in ferro, sotto al carretto, diventava sempre più articolata e artistica ma soprattutto “musicale”.
Già…i sobbalzi del carretto, le vibrazioni attraverso il ferro venivano amplificati dal fondo in legno: una cassa di risonanza che ne preannunciava l’arrivo con una vera e propria musica!

Oggi il laboratorio Cinabro è un trionfo di antichità e tradizione! Vecchi attrezzi, foto d’epoca, coloratissime assi di legno, strutture in ferro…

Alcuni angoli sembrano abbandonati da secoli, ma in realtà tutto ha un ordine e una logica.
Quella che ha incantato nientemeno che Steve McCurry che ha scelto il Cinabro per un suo meraviglioso servizio fotografico.

Quando passerete per Ragusa, non perdetevelo…!

Così come non dovrete perdervi il Duomo di San Giorgio.

Oggi svetta maestoso su Ibla, ma la sua storia passata è stata un po’ travagliata. In origine il Duomo di San Giorgio si trovava nei giardini iblei, dove oggi rimane l’antica facciata gotica (altra cosa nell’elenco di cosa vedere a Ragusa!), ma venne quasi completamente distrutto dal terremoto del 1693.

Qualche decennio più tardi si decise allora di trasferirlo in posizione più centrale e più rialzata rispetto alla città, scegliendo quindi l’attuale collocazione. I lavori iniziarono nel 1739 e vennero definitivamente completati nel 1810 con la grande cupola.

Il drago sconfitto dal Santo, gli antichi mestieri iblei, foglie e animali sono le sculture che caratterizzano il portale di San Giorgio. In stile gotico catalano, risale alla seconda metà del XIV secolo e si trova accanto all’ingresso dei giardini iblei. Date un occhio a questa delicata opera dal colore rosato: ne vale davvero la pena!

Se siete stanchi e soffrite il caldo, è il momento di ricordarvi che Ragusa è il capoluogo di Provincia più a sud d’Italia! Ed è anche il momento di cercare un po’ di ombra nei Giardini Iblei. Oasi di verde e relax, i giardini furono fortemente voluti da tre nobili ragusani alla fine dell’800 e fin da allora ospitano diverse specie vegetali, sia autoctone che esotiche. L’originalità di questo giardino è dovuta anche al fatto che al suo interno ospita anche tre Chiese: San Domenico, San Giacomo e la Chiesa dei Cappuccini.

E poi, quando uscite dai giardini…perdetevi! Girate a caso tra i vicoli, prendete una scalinata, andate senza meta, ammirate i palazzi, le piccole botteghe, le case e i loro cortili interni. Qui la quotidianità è fatta di ritmi lenti, di meraviglia, di ore scandite dal caldo e dal sole…

E se poi vi viene voglia di una pausa sedetevi ai tavolini dell’Enoteca il Barocco. Un bicchiere di vino rosso locale, salumi, formaggi e marmellate, caponata, focacce… vi accorgerete subito che da queste parti l’amore per il territorio e la passione per i piccoli piaceri sono anch’essi fonte di grande soddisfazione!

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