Un po’ slovena, un po’ italiana, parecchio austriaca. Radici ben piantate nella terra e nelle tradizioni, con lo sguardo rivolto a quel mare Adriatico che proprio qui comincia. Trieste è bella. È bella l’atmosfera dei caffè, è bello quel mix di culture che si percepisce per le strade. Trieste è già concettualmente oltre confine, con le braccia aperte all’Europa. Chi ama il Mondo, amerà Trieste.
Ci sono alcune immagini di Trieste che tutti abbiamo ben presenti: la grande Piazza Unità d’Italia, il Canale Grande e la sagoma della Chiesa di Sant’Antonio, ma Trieste è soprattutto quella delle strade pedonali del centro, la salita verso San Giusto, i tavolini dei suoi caffè antichi…
Ma andiamo con ordine e scopriamo cosa vedere a Trieste in un weekend.
Abbiamo già citato Piazza Unità d’Italia e un itinerario in centro a Trieste non può che partire da qui. Questa è la più grande piazza d’Europa aperta sul mare ed è il luogo in cui si sono tenuti i più importanti eventi della storia della città. Quelli dell’Impero Austro Ungarico e quelli italiani. Era il 3 novembre 1918 quando ad esempio, proprio di fronte alla piazza, attraccò il cacciatorpediniere Audace. Era la fine della Prima Guerra Mondiale, l’Impero era sconfitto, la piazza gremita acclamava e da quel giorno il molo continua a chiamarsi Audace.
E sempre per quanto riguarda la toponomastica, anche la Piazza stessa ebbe le sue interessanti evoluzioni! Si chiamava Piazza San Pietro, ma da fine Ottocento divenne prima Piazza Grande e poi, in onore dell’Imperatore d’Austria e Ungheria, si chiamò Piazza Francesco Giuseppe. Dal 1918, con l’annessione all’Italia si chiamò Piazza Unità ma solo nel 1955, con il nuovo ritorno di Trieste all’Italia assunse il suo attuale nome di Piazza Unità d’Italia.
Pur chiamandosi con un nome che più ode all’Italia non potrebbe essere, i palazzi che delimitano questo affascinante slargo sul mare non potrebbero essere più asburgici! Tutti gli edifici infatti vennero costruiti tra la metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento (tranne un palazzo, il più antico della piazza, che risale a fine Settecento) da architetti sia austriaci che italiani che ben rappresentarono l’appartenenza triestina all’Impero di Vienna.
Il lato opposto al mare è occupato dal Palazzo del Municipio. La sua realizzazione del 1875 suscitò qualche perplessità dei cittadini, che ironicamente lo chiamarono con vari appellativi poco edificanti, il più gentile dei quali era “gabbietta per gli uccelli”!
Alla destra del Municipio si trovano il Grand Hotel e il Palazzo dei Lloyd austriaco. Entrambi di fine Ottocento, oggi il primo è ancora un hotel, mentre il secondo è il palazzo della Regione Friuli Venezia Giulia.
Sul lato opposto si trovano il bellissimo Palazzo della Luogotenenza Austriaca (oggi sede della Prefettura) e il Palazzo Stratti, famoso perché all’interno si trova lo storico Caffè degli Specchi. Il caffè venne aperto nel 1839, in pieno periodo austriaco e da allora visse da protagonista la storia della città. Qui si sono seduti Joyce e Svevo, ma hanno trovato posto anche i marinai inglesi dopo la Seconda Guerra Mondiale e i nobili austriaci del periodo in cui Trieste era il porto di uno dei maggiori imperi d’Europa. Oggi il Caffè degli Specchi è un locale storico in cui non si può non entrare, anche solo per sedersi e respirare un po’ di atmosfera principesca dell’Austria d’altri tempi.
Se avete bevuto il caffè, magari accompagnato da una buona Sacher, è il momento di riprendere il nostro itinerario nel centro di Trieste. Tra il Municipio e il Caffè degli Specchi si apre una strada pedonale che, nonostante all’inizio sia una stretta via, già si chiama Piazza della Borsa.
La Trieste austriaca, oltre a rappresentare il più grande porto dell’Impero, era anche un importantissimo centro economico, al punto che a fine Settecento si decise di costruire il Palazzo della Borsa. Scambi e contrattazioni si tennero in questo palazzo fino alla metà dell’Ottocento. Oggi il palazzo è sede della Camera di Commercio e la conservazione e valorizzazione è affidata al FAI.
Di fronte al palazzo, comodamente seduto su una panchina, potrete trovare Gabriele d’Annunzio.
Già, il celebre autore e attivista politico è rappresentato in una delle statue che si possono trovare in giro per Trieste. Personaggi celebri per la storia della città sono riportati in vita tra le strade e le piazze della città. Potete divertirvi a cercare Umberto Saba, James Joyce e Italo Svevo nell’itinerario letterario proposto dall’Ente del Turismo.
Da Piazza della Borsa proseguite ora lungo Via Roma, fino ad incontrare il Canal Grande. Il progetto Settecentesco di creare una rete di canali per agevolare le operazioni di carico e scarico dai magazzini, venne presto abbandonato e questo canale fu il primo costruito e l’unico sopravvissuto alle successive opere di interramento.
Oggi questa è una delle più celebri cartoline di Trieste, con il colonnato della Chiesa di Sant’Antonio a fare da sfondo. Defilata invece sul lato destro del canale, si trova la bella Chiesa serbo ortodossa della Santissima Trinità e San Spiridione. Era la metà del Settecento quando Maria Teresa d’Austria decise di concedere alla comunità degli ortodossi serbi e greci la possibilità di costruire un proprio luogo di culto. Il tempio settecentesco venne sostituito dall’attuale Chiesa, circa un secolo più tardi. La comunità serbo ortodossa conta oggi circa 10 mila persone, segno dell’ancora attuale apertura di Trieste verso l’est Europa.
Passeggiate lungo il Canal Grande fino al mare. Poi tornate verso Sant’Antonio e fiancheggiate la Chiesa Serba Ortodossa fino ad arrivare ai piedi del colle di San Giusto. Qui si trova il Teatro Romano, la più importante testimonianza della città romana di Tergeste.
Ora siete pronti a salire? Percorrete tutta Via del Teatro Romano, fino alla Scalinata delle Medaglie d’Oro. Iniziate a salire e troverete l’Arco di Riccardo. Siamo nella parte più vecchia di Trieste, nella zona archeologica romana. L’arco potrebbe essere stata una porta d’accesso lungo le mura della città.
Dall’arco, saliamo ancora verso la Cattedrale di San Giusto. Al Patrono di Trieste serviva una Chiesa imponente e allora cosa pensò di fare il Vescovo, nel 1302? Nientemeno che unire due Chiese preesistenti. Risultato? Una Chiesa maestosa a cinque navate!
Dietro alla Cattedrale si trova il grande Castello di San Giusto. La storia è curiosa e travagliata, un po’ come tutte le vicende storiche della città di Trieste. Era il 1400 quando la città era contesa tra Venezia e l’Austria. Spontaneamente unita a Vienna, l’imperatore decide di costruire una prima fortificazione, proprio sul colle più alto della città. Ma sapete a chi si deve l’attuale forma triangolare? Ai veneziani, che ebbero il controllo sulla città per appena due anni! Tanto bastò infatti, tra il 1508 e il 1509, alla Serenissima per ristrutturare la fortezza esistente con tre bastioni e la forma rimasta fino ai giorni nostri.
La fortuna di questo castello-fortezza è che non fu mai utilizzato a fini militari difensivi e questo ne preservò la struttura e la forma. Oggi il Castello di San Giusto è un Museo di proprietà comunale.
Sulla sommità del colle, con uno sguardo al mare, si conclude il nostro itinerario nel centro della città, ma non finiscono certo qui le cose da vedere a Trieste!
Mancano ancora l’antico trenino per Opicina, il curioso Museo della Bora, il Castello e il Parco di Miramare… ma tutto questo ce lo riserviamo per il prossimo giro a Trieste!
Come dite? Non vi abbiamo suggerito dove mangiare a Trieste?
Eccovi accontentati! Se volete rimanere nel centro storico, a due passi da Piazza della Borsa si trova Pepi S’Ciavo. Aperto nel 1897, ancora oggi prepara “cucina tipica della tradizione austro ungarica” come potrete leggera nella home page del sito www.buffetdapepi1897.it
C’è un menù, naturalmente, ma da Pepi si va per il bollito misto di carni. Fidatevi. Lo fanno buono da quasi centotrent’anni!
Se invece volete provare un’esperienza tutta giuliana, scegliete una Osmiza! E anche in questo caso, per capire di cosa si tratta, ci viene in aiuto la storia. La tradizione delle Osmize (dallo sloveno osem, che significa otto) risale ai tempi di Carlo Magno, quando venne concessa ai viticoltori la possibilità di vendere i loro prodotti per un periodo non più lungo di otto giorni, a loro discrezione.
Questa usanza venne poi resa legale anche nel periodo asburgico, grazie ad un apposito decreto imperiale. Cosa caratterizzava la presenza di una osmiza? Una frasca lungo la strada, ad indicare la via da seguire.
Queste frasche, ancora oggi, segnalano le osmize della provincia triestina. Si entra nel cortile di casa del produttore di vino, si mangiano pane, salumi e formaggi in un contesto estremamente amichevole e molto molto rilassato. E naturalmente si sorseggiano Vitosvka (da provare!!) e Malvazija, i due vigneti della zona.
Noi abbiamo visitato la osmiza di Ivan Gabrovec, giovane e simpatico ragazzo che apre le porte del suo cortile e sistema tavoli e panche di legno sotto all’enorme albero di noce. Si trova in località Prepotto, ad una quindicina di chilometri dal centro di Trieste.
Tutte le informazioni sulle osmize e sui periodi di apertura, sul sito www.osmize.com