Le brevi vacanze (scolastiche) di carnevale ci hanno portano nella Sicilia sudorientale.
La base del nostro girovagare è Catania, dove alloggiamo per sei giorni in un delizioso Bed & Breakfast situato in un complesso residenziale poco fuori città ma comodo a tutte le principali vie di comunicazione.

Ecco il diario, giorno per giorno, della nostra improvvisata settimana …

1° giorno:
Il sole fa capolino tra le nuvole e la temperatura, che sfiora i 15 gradi, è decisamente dalla nostra parte. A casa nevica e noi non resistiamo alla tentazione di sbottonare la giacca…

Passeggiamo per il centro di Catania, lungo le lastre nere di roccia vulcanica, di Via Etnea. Da pochi giorni si sono concluse le celebrazioni per Sant’Agata e gli operi del Comune stanno lottando contro i residui di cera rimasti sul porfido al centro della strada. Il fercolo della Santa viene infatti accompagnato in processione da migliaia di persone che accendono i ceri votivi. Alcuni, per voto, portano sulle spalle ceri accesi, del peso pari al proprio peso corporeo. Le celebrazioni sono un momento importante per la città, e i segni della devozione lasciano le loro tracce per giorni e giorni…

La Chiesa della Collegiata

Lungo via Etnea, in direzione della Pescheria, si incontrano alcuni tra gli edifici più belli. Poco prima di Piazza Università si trova la Chiesa della Collegiata, oltrepassando la quale si sale la scalinata verso via Crociferi, dove è situato il convento delle Monache Benedettine. Il loro canto, tra il mistico e l’onirico, chiude ogni anno la processione di Sant’Agata.

Il Palazzo dell’Università

Tornando sulla Via Etnea si incontra la Piazza con gli splendidi edifici dell’Università e, ancora oltre, la meravigliosa Piazza Duomo. La Piazza è stata, a buon titolo, inserita tra i Patrimoni dell’umanità dell’Unesco ed è uno splendido esempio del barocco catanese, fatto di pietra lavica nera e pietra calcarea bianca.

Al centro della piazza spicca la fontana con l’obelisco e l’elefante nero. Sembra rappresenti Eliodoro che nell’ottavo secolo dopo Cristo pare si guadagnasse da vivere trasformando gli uomini in animali e, avendo poteri magici, sembra placasse l’attività eruttiva dell’Etna.

Il Duomo di Catania

Di fronte si erge il Duomo e accanto la Chiesa di Sant’Agata. Entriamo in Duomo dove lungo le navate sono ancora sistemati i cerei dei mestieri. Si tratta di baldacchini in legno, dallo stile barocco e dal peso di oltre quattrocento chili che durante le celebrazioni vengono portati a spalle, in processione, dai rappresentanti di ognuna della corporazioni dei mestieri.

L’elefante di Catania

Prima che la giornata volga a sera, abbiamo ancora il tempo per un rapido passaggio in Piazza Bellini, cui è dedicato anche il Teatro Massimo; per una visita all’anfiteatro Romano i cui resti sono visitabili in Piazza Stesicoro e per un cannolo alla pasticceria Spinella. L’idea migliore per la pausa del tardo pomeriggio…

2° giorno:
Il cielo promette pioggia e ci costringe a non rischiare di stare troppo all’aperto. Puntiamo verso Piazza Armerina per visitare la Villa Romana del Casale. Prima però decidiamo di arrampicarci per le strette vie del centro storico, fino a raggiungere, sulla sommità della collina, la Piazza della Cattedrale. Il Paese sembra quasi ignorato dai visitatori, ma vale decisamente la pena passeggiare tra i palazzi barocchi, alcuni di “gattopardiana” memoria, altri piuttosto abbandonati a loro stessi, ma dal fascino un po’ malinconico…

Piazza Armerina
Piazza Armerina – Cattedrale

Prima di entrare alla Villa Romana Ci prendiamo una comoda pausa a “La Tavernetta” (Via Cavour, 40) dove ci vengono servite una superba pasta alla norma e un’eccellente pasta con le sarde e il finocchietto.

Il lato estremamente positivo delle visite fuori stagione è che all’interno della Ville eravamo in quattro…l’ideale per ammirare con tutta la tranquillità gli oltre tremila metri quadri di mosaici perfettamente conservati. La Villa venne sepolta sotto una frana nel dodicesimo secolo e rimase sotto al fango per oltre settecento anni. Negli anni 50 del Secolo scorso iniziarono i lavori sistematici di scavo, che portarono alla luce gli antichi splendori ancora intatti.

3° giorno:
Iniziamo la giornata tra le grida dei venditori di pesce dell’antica pescheria di Catania. Sembra un tuffo indietro nel tempo, tra i banchi del pescato freschissimo, spesso ancora vivo. Nella piazzetta principale ci sovrasta una scritta luminosa “W S.Agata” a proteggere le urla dei pescivendoli, mentre nelle vie laterali si contendono i clienti i macellai e i fruttivendoli.

Consideriamo, con un po’ di amarezza, come manchino nelle città del nord questi mercati e questo modo sano, genuino e decisamente folcloristico di fare la spesa…
Dopo l’immancabile sosta cannolo e caffè, decidiamo di salire sull’Etna dal lato meridionale, verso il Rifugio Sapienza. Già le prime curve svelano un panorama lunare da film di alieni. Dopo qualche chilometro, il curioso contrasto tra la lava nera il candore della neve. Al rifugio Sapienza, oltre 1900 metri di altitudine, due metri di neve e un vento pungente che non concede tregua ai pochi coraggiosi sciatori che si avventurano lungo gli impianti di risalita.

Il panorama è mozzafiato. Dietro di noi il picco del vulcano; intorno neve ovunque; sotto, la linea infinita del mare…

4° giorno:
Le tante curve affrontate ieri ci suggeriscono di ridurre i chilometri e quindi decidiamo di far visita alla vicina Taormina. Il Paese è deserto e la passeggiata lungo Corso Umberto I è particolarmente piacevole, nonostante i negozi siano praticamente tutti chiusi in attesa delle orde di turisti stranieri disposti a metter mano alle carte di credito.

Taormina

Arriviamo alla Piazza IX Aprile, da cui godiamo di un panorama straordinario: il mare di fronte; dietro l’Etna innevato con la sommità che si perde nelle nuvole. Sembra tutto surreale. Rispetto all’estate, quando la piazza brulica di turisti, ora si sente solo il vento e sembra quasi, in lontananza, di sentire il rumore delle onde.

Entriamo nel teatro greco mentre il cielo inizia a rovesciare pioggia. Purtroppo non ci consente di prendere piena coscienza dell’unicità di questo incantevole sito archeologico. Solo un rapido passaggio tra i gradoni, uno sguardo al panorama e qualche foto…

La serata ci riserva una piacevolissima sorpresa: la sfilata del Carnevale di Acireale. Gli slogan pubblicitari (e anche gli abitanti…) garantiscono che si tratta del più bel carnevale di tutta la Sicilia e uno dei più partecipati. Effettivamente il clima è particolarmente festoso e i carri allegorici lasciano estasiati non solo i bambini. E’ un tripudio di fiori, musica, coriandoli e maschere dal quale non si può non farsi coinvolgere.

Mentre prosegue ininterrotta la sfilata, concludiamo la serata all’Osteria L’Oste Scuro. Un salto indietro nel tempo grazie alla particolare ambientazione del locale, le cui pareti sono tappezzate di foto antiche che ben rappresentano secoli di vita quotidiana siciliana. Cibo eccellente, vino di qualità e una splendida vista sulla Basilica di San Sebastiano fanno del locale una tappa imperdibile.

5° giorno:
La giornata di sole ci porta a Siracusa, città natale di Santa Lucia.
Dedichiamo la mattinata alla visita del teatro greco e della Neapolis.
Fino a sedicimila persona potevano trovare posto in questo capolavoro classico completamente scavato nella roccia bianca. Un tempo poteva addirittura essere allagato per le rappresentazioni delle battaglie navali, mentre oggi viene utilizzato per importanti rassegne teatrali estive. Tra le curiosità relative al teatro, alcune iscrizioni incise nella roccia, con dediche tuttora perfettamente leggibili, ad alcune nobili famiglie dell’epoca.

Accanto al teatro l’antica cava di calcare che nasconde grotte e anfratti, ma che soprattutto è ricoperta di alberi di arance e limoni.
Tra le varie grotte la principale e più famosa è chiamata Orecchio di Dionisio. Si tratta di una grotta artificiale a forma di orecchio, con incredibili proprietà acustiche. Non resistiamo alla tentazione di provare l’effetto dell’eco…e nemmeno a quella di staccare un arancio tra le migliaia che ci circondano colorate sugli aranceti.

Lasciamo la zona della Neapolis per entrare sull’isola di Ortigia. Serve parecchia attenzione per capire quando si lascia la terraferma. Il vecchio nucleo di Siracusa è infatti collegato al resto della città da un semplice ponte. Attraversatolo, si entra in un trionfo di barocco, come la gran parte delle città del sud ovest siciliano. La particolarità di Siracusa però è data anche dagli innumerevoli resti degli edifici greci: ne è straordinario esempio il Duomo, le cui colonne portanti sono ancora quelle originali del tempio greco.

Siracusa – Cattedrale Santa Lucia

I tavolini dei caffè in Piazza Duomo aspettano qualche cliente sotto il sole già primaverile. E’ l’immagine della Sicilia dei romanzi di Camilleri. Il sole, il cielo terso, poche persone sedute a chiacchierare pigramente. Ci adeguiamo volentieri ai ritmi rilassati. Lo sguardo scorre sul palazzo del Municipio, il palazzo Arcivescovile, il palazzo Beneventano del Bosco. La Piazza lascia ammutoliti per la bellezza degli edifici che ne tracciano il perimetro…

Continuiamo a passeggiare per il centro. Percorriamo vie e vicoli tra i palazzi barocchi, giardini e graziosi cortili. Complice la bassa stagione, la tranquillità è totale…
Puntiamo al Piccolo Teatro dei Pupi, sperando vi sia qualcosa in tabellone o, per lo meno, sperando di poter visitare il laboratorio….ma “complice la bassa stagione”, troviamo tutto chiuso. Ci sentiamo però di suggerire comunque una visita.

6° giorno:
Per il nostro ultimo giorno siciliano ci riserviamo la parte più golosa. Dulcis in fundo…cioccolata modicana e gelato di Noto. Un viaggio è anche esperienza di gusti. I sapori e i profumi, soprattutto in Italia, sono parte della cultura. E la Sicilia, da questo punto di vista, ne è straordinario esempio.

La Cattedrale di Noto

Noto vale il viaggio per la splendida Cattedrale, tornata all’antico splendore dopo anni di restauri successivi al rovinoso crollo del 1996. Come tutte le città di questa zona, è un piacere passeggiare tra i palazzi, per le vie del centro, quasi a caso.
Purtroppo un violento temporale raffredda la nostra idea di proseguire per Ragusa. Temporeggiamo ancora nel centro di Noto, in un delizioso caffè-libreria-negozio ricavato in un palazzo storico. Perfetto mix tra storia, tradizioni e modernità…

…come la splendida terra che ci ha ospitati.

1 Comment

  1. La Sicilia è tutta bella (proprio come ti direbbe un siciliano!), ma questa è la zona che più preferisco. Ho respirato il vostro viaggio fino a qui.. meraviglioso!

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