Fontanellato è un piccolo borgo della campagna vicino a Parma. Uno di quei borghi tutto raccolto intorno alla piazza principale, quella dove ogni settimana si tiene il mercato. Dove sotto alle case colorate corre qualche centinaio di metri di portici. Dove i locali non hanno insegne al neon ma scritte, anch’esse colorate, sui muri.
Nei paesi di campagna il senso di comunità si percepisce facilmente. Basta entrare in un bar e aspettare qualche minuto al bancone. Qui si conoscono tutti e ogni avventore che entra viene salutato per nome. La comunità è l’elemento distintivo di queste piccole realtà dalla dimensione umana e dai ritmi molto rallentati.
Se poi il borgo è particolarmente antico, allora succede che il cuore del centro abitato corrisponda ad una bellissima rocca, con le torri, le mura merlate e il fossato con il ponte levatoio.
Ma andiamo con ordine. Fontanellato è un borgo a circa una ventina di chilometri da Parma. La sua storia inizia nella prima metà del 1100 quando la nobile e potente famiglia Pallavicino decise di innalzare una torre per difendere il borgo. Quello fu il primo nucleo della Rocca, che vide però il suo ampliamento solo un paio di secoli dopo, quanto nel 1368 la nobile famiglia Sanvitale acquistò i terreni e l’edificio, facendone una residenza signorile di pregio. Le alte e sottili mura rendevano infatti la rocca poco funzionale per gli scopi difensivi.
La struttura della Rocca di Fontanellato è comunque imponente, con quattro torri ai lati dell’edificio e un grande fossato che lo circonda completamente. L’acqua del fossato arrivava da una delle tante risorgive che caratterizzano la zona e irrigano i campi. Il nome stesso del Paese, richiama un’antica fontana che si trova proprio di fronte al ponte d’accesso alla Rocca.
Attraversato, si entra nel cortile interno, da dove si sale nel loggiato per poi per visitare l’appartamento dei Sanvitale, rimasto intatto e con gli oggetti originali dell’epoca.
La Sala delle Armi, la stanza da letto, il salone delle cerimonie sono alcuni degli spazi che si possono visitare, mentre tra gli oggetti da osservare con attenzione vi segnaliamo un meraviglioso clavicembalo (tuttora utilizzato per concerti che si tengono nella sala delle cerimonie), un teatrino in legno per marionette, un biliardo dell’Ottocento oltre a molti arredi d’epoca.
Il giardino esterno, oltre ad offrire scorci sul paese, conduce ad una stanza molto curiosa. Utilizzata originariamente come carcere, venne trasformata nella prima camera ottima d’Italia. Era la fine dell’Ottocento quando Giovanni Sanvitale si ingegnò per creare questo curioso gioco di società. Un sistema di specchi e prismi riflette e riproduce, su tre schermi, l’immagine della Piazza antistante la Rocca.
L’ultima sala che si visita, la più importante della Rocca di Fontanellato, è la Saletta di Diana e Atteone. Gian Galeazzo Sanvitale volle far affrescare questa piccola stanza, il cui utilizzo non è molto chiaro. Si tratta di una stanza piccola, senza finestre né luce che filtra dall’esterno. Era la prima metà del 1500 e i Sanvitale si rivolsero ad un giovane artista già affermato: il Parmigianino.
Volta celeste, pergolato con la vegetazione e dei putti ricoprono il soffitto della stanza, con un effetto molto luminoso. Le lunette laterali invece riproducono il mito di Diana e Atteone, storia tratta dalle Metamorfosi di Ovidio. La sala è un piccolo capolavoro dell’arte, che merita una lunga sosta, magari contemplando in silenzio e soffermandosi sullo sguardo di un putto o sui dettagli di qualche animale o dei fiori sul pergolato.
La visita alla Rocca di Fontanellato è guidata e in gruppi, ma con congruo preavviso e prenotando, è possibile anche visitare in autonomia la struttura. Cosa che meriterebbe di essere fatta, soprattutto per la sala del Parmigianino.
Per tutte le informazioni e per prenotare i biglietti d’ingresso consultate il sito ufficiale.
Come avrete notato…all’interno della Rocca non si possono scattare fotografie!