Queste immagini straordinarie dei mosaici in Valpolicella hanno fatto rapidamente il giro del Mondo.
I vigneti di Negrar di Valpolicella sono rimbalzati sulla CNN, sulla BBC e France Presse. Poi sui giornali dei tedeschi e dei russi.
Questi ultimi hanno già chiesto di prenotare dei tour guidati in occasione della prossima vendemmia, ma è ancora troppo presto!

Ma ciò che gli scavi archeologici hanno portato alla luce, promette di essere uno dei più importanti ritrovamenti degli ultimi decenni.

Siamo nella frazione Villa di Negrar di Valpolicella, circondati dai vigneti che producono il celebre Amarone.
Il nome della località già lascia intendere chiaramente la presenza di una grande villa romana.
Costruita in questa zona tra il II e il IV secolo, la sua esistenza era nota da oltre cento anni.

Era infatti il 1887 quando per caso venne individuato una parte di pavimento con i mosaici. Subito iniziarono degli studi ed un’archeologa scrisse una relazione piuttosto dettagliata su cosa si potesse trovare, nascosto da qualche parte.

Si ipotizzò che potesse esserci un grande complesso residenziale, di cui effettivamente si trovò qualche resto. Sempre per caso, nel 1922; poi con dei piccoli scavi mirati, nel 1974.

Ma c’era un particolare piuttosto rilevante non ancora noto: l’esatta ubicazione della villa!

Da queste parti il terreno è completamente ricoperto da vigneti e lo strato romano, ovunque fosse, era sommerso da metri di terra.

Si è cercato per anni. Per decenni, spesso a vuoto.
Si facevano carotaggi del terreno, scendendo per tre, quattro metri spesso senza trovare nulla.
Finché si è scelto un altro punto dove scavare, all’interno di un vigneto privato.

Nel novembre 2019 sono emersi alcuni tratti di mura esterne, ma ancora non era abbastanza…
Gli archeologi si sono spostati di nuovo, e poi giù i soliti tre, quattro metri quando finalmente è apparsa la meraviglia…

mosaici valpolicella
Foto: FB Comune di Negrar

Non c’è alcun dubbio: è un sito archeologico di grande rilievo e di straordinaria bellezza”, esordisce Roberto Grison, Sindaco di Negrar di Valpolicella che molto gentilmente ci ha concesso un’intervista.

La strada è tracciata” dice il sindaco: il primo obiettivo è far riemergere la villa e renderla accessibile.
Sarà un lavoro lungo ed impegnativo e la componente economica è decisamente rilevante, ma la grande collaborazione con la Sovrindendenza lascia ben sperare.

Bisogna acquistare il terreno dai proprietari, per prima cosa. Inizialmente si è ipotizzato uno scavo con un’estensione di mille mq, che secondo gli ultimi rilievi sembrano essere già diventati tremila.
E tremila metri quadri di vigneti di Amarone, non sono esattamente economici!

La Sovrintendenza e il Comune hanno un diritto di prelazione sull’acquisto, visti i ritrovamenti di interesse storico culturale, ma servono i finanziamenti sia pubblici che privati.

mosaici valpolicella
Foto: FB Comune di Negrar

Già ci sono stati interessamenti di qualche grande cantina locale, ma è fondamentale che il sito rimanga patrimonio pubblico.

Poi bisogna continuare lo scavo e mettere in sicurezza i primi ritrovamenti.
In sicurezza dalle intemperie, ma anche da potenziali predatori. Già, purtroppo anche questa è una preoccupazione, ci conferma il Sindaco, e infatti i primi scavi sono stati immediatamente ricoperti.

L’impegno di tutti per valorizzare il ritrovamento è garantito”, prosegue Grison, anche perché la Valpolicella è un territorio incantevole dal punto di vista paesaggistico ed in più è ricchissima di storia.

Sempre nel Comune di Negrar, in frazione Novare, si trova una fonte perenne già utilizzata dai romani. Da lì partiva l’acquedotto che riforniva la città di Verona. Ancora se ne riconosce il tracciato per diversi tratti.
Poi ci sono le Pievi romaniche di San Floriano e San Giorgio e le grotte preistoriche di Fumane.

Terra dolce dalla storia dei tempi, la Valpolicella.

Una grande Villa romana, un sito così importante riportato alla luce e debitamente valorizzato, renderebbe ancora più attrattivo il territorio.

Certo c’è da fare i conti con la perdita di produzione di un po’ di Amarone, ci dice il Sindaco, ma “la Valpolicella è il vino, ma il vino non esiste da solo. Non esiste senza un contesto territoriale adeguato, valorizzato ed apprezzato”. Cita l’Alsazia, il Sindaco, dove si produce vino (nostra considerazione, di livello decisamente inferiore a quello della Valpolicella!) che i turisti si portano a casa “ma soprattutto si portano a casa il territorio, i piccoli borghi curati e valorizzati, e così viene voglia di tornare”.

Questo è l’obiettivo del Sindaco e l’auspicio di tutti noi che viviamo e amiamo la nostra terra: fare in modo che chi viene in Valpolicella si “riporti a casa” il territorio e le sue meraviglie, insieme alle bottiglie di vino!

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