Prendete un torrente che scorre placido tra gli alberi. Aggiungete un declivio naturale per far scivolare l’acqua. Metteteci un pizzico dell’operosità campagnola del XVII secolo ed otterrete il Molinetto della Croda. Siamo nel Comune di Refrontolo, tra i dolci saliscendi delle colline del Prosecco, Patrimonio Unesco dal 2019. Qui si trova uno degli angoli più incantevoli e sorprendenti della Provincia di Treviso

Era il XVII secolo in questo angolo di bosco dove il torrente Lierza scivola sulla “Croda”: la roccia, come si chiama da queste parti. 

Vita complicata e faticosa, in quel periodo, come faticoso è scavare quella roccia, magari per costruire un Mulino e sfruttare quel salto dell’acqua. Ma in Veneto si sa, c’è gente tosta, e una picconata alla volta, hanno preso forma quel Mulino e la macina, mentre dal genio dei maestri del legno usciva la grande pala.

Molinetto della Croda

Poi, con calma, la casa dei mugnai. Due piani, una grande cucina, le stanze da letto e gli alloggiamenti del bestiame, proprio sotto alle camere per sfruttarne il calore naturale. Vita dura, essenziale e soprattutto produttiva. Si lavorava e si produceva. Polenta, soprattutto. 

La macina ha continuato ininterrottamente la sua attività fino al 1953 quando le ragioni dell’economia hanno reso non più efficiente la produzione in questo pezzo di storia del territorio. E così il Molinetto della Croda è andato in pensione. Dopo qualche anno di abbandono è stato comprato dal Comune di Refrontolo nel 1991 che ne ha finanziato un’importante opera di restauro ad uso turistico.

Oggi visitare il Molinetto della Croda è un tuffo nel passato. Si inizia dalla grande stanza con la macina: una specie di imbuto versa i chicchi sulla pietra. Un sistema di leve, che l’anziano mugnaio manovra con decisione, inizia a portare acqua alla pala e fa muovere la pesante macina. Come per magia inizia a scendere la farina di mais. Oggi la produzione ha più che altro scopo dimostrativo, ma se volete comprarne qualche pacchetto la troverete in vendita.

Molinetto della Croda

Setacciata a mano e insacchettata è pronta per essere cotta. Magari in uno dei paioli di rame appesi sulla stufa della vecchia cucina. Siamo negli antichi locali sopra la macina, dove si trova – appunto – la cucina. In realtà è una stanza ben più grande, con una “parete attrezzata”: un grande camino, una vecchia stufa in ghisa per cucinare e una lastra di marmo come lavello. A quei tempi gli spazi erano condivisi e le famiglie molto allargate!

Molinetto della Croda

Della cameretta, scavata nella roccia, già abbiamo detto: il letto in legno veniva riscaldato dal calore naturale degli animali che si trovavano nella stalla al piano di sotto. Per il resto, un baule contenitore e la piccola ciotola per lavarsi completavano l’arredamento.

Il resto della casa, le stanze con le pareti di roccia, gli oggetti del passato rendono perfettamente l’idea della semplicità di una vita un po’ complicata ma pura. Una sensazione un po’ nostalgica amplificata ancor più dalle foto antiche, un po’ ingiallite appese alle pareti.

Sulla piccola terrazza, che si affaccia sulla cascata, sono sistemati i vecchi attrezzi da lavoro intorno al grande tavolo di legno. Sedetevi per una boccata d’aria e per contemplare, in totale relax, l’acqua che scorre.

Molinetto della Croda

Sarà una piccola piacevole sosta prima di lasciare il Molinetto della Croda in direzione Combai…

Se avete ancora voglia di sapori antichi, e magari è anche ora di pranzo, prenotate un tavolo all’Osteria al Contadin, in centro a Combai.

Un vecchio locale, dai sapori semplici e dove nel camino all’angolo gira il tipico spiedo dei colli trevigiani. Qui potete anche assaggiare il prosecco biologico prodotto nella piccola azienda agricola di famiglia. Da non perdere!

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