La provincia di Treviso, nel cuore del Veneto, è una terra ricca di spettacoli naturali, di grandi tradizioni umanistiche ed artistiche. In più offre una eccellente cultura enogastronomica, dai gusti semplici di una volta. Gli scenari cambiano continuamente. Si passa dall’armonia della pianura, alle morbide colline del prosecco, fino ad arrivare ai verdi boschi delle Prealpi Trevigiane. In mezzo a tutto questo, piccoli borghi e tranquille cittadine rendono ancora più prezioso il paesaggio.

L’itinerario che vi proponiamo in questo articolo si può svolgere in un’unica giornata. L’ideale per una gita domenicale all’insegna dell’arte, della natura e del buon cibo. Racchiude in sé alcune perle di questo straordinario territorio e vi renderete conto in prima persona di quanto qui ce ne sia veramente per tutti i gusti.

Iniziamo da Cison di Valmarino, un piccolo paese di circa 2.700 abitanti eletto tra i Borghi più belli d’Italia. L’origine del nome “cison” deriva probabilmente dal latino cesum che significa “tagliato, disboscato”. Probabilmente in riferimento alle bonifiche effettuate in questo territorio dai monaci cistercensi nel XII secolo.

Cosa vedere in Provincia di Treviso in una giornata

La visita comincia dalla piazza del paese dove si trovano il municipio e la chiesa del 1700 dedicata a Santa Maria Assunta. Una doppia facciata e da un campanile tronco, mai concluso, sono le caratteristiche principali. Cortili, edicole votive e strette viuzze in sasso compongo invece il bel borgo vicino, dove è possibile passeggiare godendo dell’aria fresca che scende dalle vallate intorno.

Cosa vedere in Provincia di Treviso in una giornata

Sempre partendo dalla piazza e risalendo la valle del torrente Rujo vi suggeriamo di percorrere la “Via dell’Acqua”. Il sentiero in mezzo al bosco è adatto a tutti e offre degli spunti interessanti per riflettere sullo stretto legame esistente tra uomo e acqua. Il Rujo taglia in lungo il paese di Cison di Valmarino e da sempre ha connotato il paesaggio e ritmato la vita sociale ed economica del luogo. Infatti, oltre a provocare improvvise e devastanti piene, le acque del Rujo hanno anche sostenuto per secoli le attività artigianali di Cison muovendo numerosi mulini e magli.

Un’intensa vita quotidiana pulsava attorno a queste acque e nell’Ottocento si aggiunsero anche una latteria, una filanda e una segheria. Lungo il percorso sono ancora evidenti i segni della canaletta di presa denominata “Rujiea” che prendeva l’acqua del torrente e la portava verso i mulini; tutto è chiaramente molto suggestivo e la costante presenza dell’acqua rende ancora più interessanti queste testimonianze di archeologia industriale.

A Cison di Valmarino dovete assaggiare il famoso “spiedo di carne”, tipico in realtà di tutta l’Altamarca trevigiana, le cui origini risalgono addirittura al Medioevo. 

A quei tempi, lo spiedo era inteso come un’arma: un’asta di legno con una cuspide metallica. Non era però impiegata per motivi bellici bensì era dedicata alla caccia di animali di grossa taglia. I cacciatori si servivano di quell’arma anche per infilzarvi la selvaggina. Alla fine della battuta di caccia la arrostivano all’aperto, rigirandola davanti al fuoco.

Ph. proseccoland.eu

Con questo sistema di cottura, si otteneva una preparazione lenta ed ottimale della carne, che si cuoceva in modo omogeneo acquistando gradualmente sulla parte esterna una bella rosolatura dorata.

Oggi lo spiedo gira con il girarrosto! Le basi però sono rimaste le stesse; pollo, maiale, faraona, coniglio e agnello vengono tagliati a pezzi regolari per assicurare una cottura uniforme. Vengono poi infilzati sugli spiedi di acciaio, separati da fette di lardo aromatizzate con salvia e rosmarino, per assicurare la morbidezza nella cottura.

Lo spiedo viene finalmente issato sul girarrosto e inizia la lentissima cottura a fuoco lento che durerà dalle 5 alle 7 ore. Da queste parti, si consiglia di ammazzare il tempo intanto che “el spéo el gira” con quattro chiacchiere attorno al fuoco e un’ombra de prosecco. Ci sembra un ottimo esempio di gioiosa convivialità, voi che ne dite?

Continuiamo il nostro tour facendo tappa a Follina, un piccolo borgo poco distante da Cison di Valmarino e addossato alla Prealpi venete. Anche qui l’acqua è un elemento importante per la storia del paese e ha molto da raccontarci. Nel XII secolo i frati cistercensi hanno infatti sviluppato l’arte della lavorazione della lana grazie all’abbondanza di acqua e pascoli nella zona. 

Nel 1700 c’erano cinque lanifici e quattro filande e più di 1200 operai vi lavoravano. Perfino la Serenissima dichiarò Follina un paese industriale di primo ordine. Oggi è rimasto intatto il lanificio Andretta, diventato casa di riposo, auditorium, sala per esposizioni fotografiche e altri servizi utili per la cittadinanza. Un notevole esempio di archeologia industriale a testimoniare il glorioso passato. 

Cosa vedere in Provincia di Treviso in una giornata

Il gioiello di Follina è l’omonima Abbazia che sorge in mezzo al piccolo borgo. Questa opera risale al XII° secolo e presenta la tipica costruzione a pianta latina. La facciata è rivolta a ponente e l’abside a levante, proprio come prevedeva la simbologia cistercense. Costruita con stili romanico e gotico , conserva alcune opere notevoli. Un esempio? Una statuetta in arenaria di antichissime origini raffigurante la Madonna del Sacro Calice, oggetto di venerazione fin dai primi del 1000.

Coda vedere in Provincia di Treviso in una giornata

Da non perdere il chiostro adiacente la basilica e perfettamente conservato. Fu terminato nel 1268 quando i monaci si insediarono nel monastero, come dimostra l’incisione su pietra posta sulla parte nord del chiostro stesso. L’atmosfera di grande serenità aiuta a trovare un piccolo momento di riflessione che fa tanto bene all’anima. Una piccola curiosità: Uto Ughi ha scelto questa abbazia per la sua acustica perfetta e vi tiene, da oltre dieci anni, i suoi concerti autunnali.

Ripartendo da Follina probabilmente è quasi sera e concludiamo la giornata con un piccolo, suggestivo percorso nella natura.

Percorrete la strada che conduce a Valdobbiadene passando per le piccole frazioni di Miane, Combai, Guia e Santo Stefano. Attraversando le colline vi troverete immersi nel verde. Strade serpeggianti collegano le borgate tra loro e regalano scorci e paesaggi di grande bellezza.

Cosa vedere in Provincia di Treviso in una giornata

Dietro ogni curva, compariranno ai vostri occhi vigneti, vigneti… e ancora vigneti! Perfino nei cortili delle case le viti fanno bella mostra! Queste, infatti, sono le colline del Prosecco docg, recentemente nominate Patrimonio Unesco.

Il paesaggio è mantenuto dagli agricoltori ancora intatto. Sulle colline, poeticamente chiamate “chiocciole”, si possono vedere le antiche casere per depositare gli attrezzi del mestiere. Lungo il percorso non mancano le tracce storico-artistiche. Eremi, chiesette medioevali e capitelli sembrano disegnati (e colorati!) dalle sapienti mani di un pittore.

Cantine e aziende vinicole si trovano lungo tutto l’itinerario e la sosta è obbligatoria per l’acquisto di una bottiglia o per una semplice degustazione. Un ultimo consiglio: fate in modo che non tocchi a voi il compito di guidare per tornare a casa!!!

Testi e foto di Elisa Marcotto

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