La strada statale 421, tra mille moderne gallerie, taglia le montagne da Comano fino al Lago di Molveno.
Comoda, non c’è dubbio, ma la nostra prima destinazione è l’Agriturismo Athabaska, nella piccola frazione Deggia del comune di San Lorenzo Dorsino. Dobbiamo quindi abbandonare la via principale ed inoltrarci tra tornanti, curve sullo strampiombo, boschi e piccole frazioni ormai quasi del tutto abbandonate.E’ la vecchia strada che portava al Lago di Molveno, quella dove tutti passavano e lungo la quale si alternavano paesi piccoli ma molto animati e la popolazione viveva dell’economia legata anche al passaggio delle persone.

Proprio come succedeva nel Borgo di Moline. Poche case in sasso, per circa 150 persone all’inizio del 900, e il dominio assoluto dell’acqua e dei ruscelli che tuttora scrosciano rumorosi intorno al paese. Un borgo laborioso che ha saputo sfruttare per decenni la preziosa risorsa: “diverse segherie, i mulini, officine dei fabbri, filatoi di lana e canapa, una fornace, un ufficio postale, un’osteria con alloggio e una scuola con quaranta scolari e la maestra residente” raccontano le cronache dell’epoca.

Addirittura una scuola con quaranta scolari e la maestra residente: segno inequivocabile del roseo futuro che sarebbe spettato a quel paese e a quella vallata.

Poi, però, è arrivata la strada che ha bucato le montagne; i viandanti si sono spostati sulla via più moderna, abbandonando quel ponte in sasso che ha visto passare anche l’imperatore Francesco Giuseppe. Anche le vie del commercio hanno pin piano abbandonato Moline, Deggia, Nembia. Le attività hanno chiuso e la scuola, purtroppo, ha perso i suoi scolari.

Oggi rimane qualche famiglia a vegliare sul glorioso passato e a tentare di non farlo definitivamente morire. Qualche curva più avanti ci pensa AXSM31 a tenere alta l’attenzione sulla zona: un’azienda che produce biofertilizzanti naturali non inquinanti e che studia ed effettua ricerche scientifiche sulle coltivazioni di alberi da frutta.

Ancora qualche metro, poco dopo una vecchia fontana in pietra che zampilla acqua gelida ed ecco spuntare la nostra meta: la fattoria Athabaska. E’ un mix molto ben riuscito tra una malga di montagna, una fattoria didattica, un ricovero per animali, un centro sportivo per attività con i cani da slitta…

Visitiamo la fattoria: i bimbi si divertono ad accarezzare i lama che, per la verità, nonostante il pelo morbido e caldo, non sono animali particolarmente coccoloni! Molto più sensibili invece quando gli si offre del cibo: attività questa entusiasmante per i bambini che, superato il timore iniziale, riempiono le mani di cereali e le avvicinano con gioia al muso dei lama!

I lama e gli alpaca, dicevamo: maschi e femmine sono rigorosamente separati. Si possono vedere, accarezzare e farsi accompagnare in attività sportive come il trekking lungo i sentieri del parco. Una volta l’anno poi c’è la tosatura: la lana morbidissima e caldissima viene utilizzata per creare oggetti d’artigianato e, da qualche tempo, hanno anche iniziato l’attività di filatura.

Ma alla fattoria Athabaska ci sono anche le mucche, soprattutto quelle scozzesi dal pelo lunghissimo. Purtroppo a giugno avevano già iniziato la transumanza verso le alte montagne e l’erba fresca, quindi non siamo riusciti a vederle. Se siete particolarmente curiosi, informatevi sulla presenza di questi curiosi animali, prima di partire!

La nostra attenzione (e soprattutto quella dei bambini) è stata attratta da cinque magnifici cucicoli di alaskan husky di appena 40 giorni. La fattoria infatti è anche un centro per le attività di sleddog e i cani da slitta sono i protagonisti assoluti! Anche d’estate si organizzano attività di trekking con i cani per i sentieri, ma d’inverno con la neve dev’essere una magia…

 

Ci fermiamo anche per pranzo e ci vengono proposti prodotti semplici, genuini e a chilometro zero…talmente zero che l’insalata viene raccolta dall’orto sotto i nostri occhi, poco pima di finire nel piatto!
E poi formaggi e salumi locali, marmellate e salse fatte con frutta e verdura del’orto, bruschette condite con le erbe dei prati…si, insomma: cibo semplice e molto genuino!
Dopo pranzo dividiamo un caffè e una grappa con Maurizio che ci racconta, con gli occhi che brillano, dei suoi cani, delle attività con le slitte, dell’amore con cui tratta questi compagni di vita.

E anche di quella volta che nel bosco si è trovato a due passi dall’orso! Già, perché nei boschi intorno ci sono gli orsi che, fortunatamente, durante la nostra passeggiata hanno deciso di non farsi vedere!

Dalla fattoria partono molti sentieri che portano in varie direzioni, sia tra i boschi che lungo la vecchia strada. Le alternative più comode sono due: scendere verso il centro di Moline in una decina di minuti; salire per un paio di chilometri fino al laghetto di Nembia.

Una pozza d’acqua profonda poche decine di centimetri, alimentata con le stesse acque in uscita dal lago di Molveno, distante appena un chilometro.

Acque cristalline che riflettono il bianco della roccia e il verde degli alberi: un invito a tuffarsi per trovare refrigerio!

Per stavolta ci limitiamo a rilassarci sul prato mentre i bambini consumano lo scivolo del parco giochi pubblico. Come sempre l’attenzione del Trentino agli spazi pubblici è invidiabile.

E infatti un po’ invidiamo chi vive in quest’oasi di pace che sembra lontana anni luce dalle nostre città.

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