Quanti di voi ricordano la sigla che dal 1954 al 1986 accompagnava “l’inizio delle trasmissioni” Rai?
E Galeazzi che racconta l’impresa dei fratelli Abbagnale a Seoul nel 1988?
Sapete quando in Italia si è iniziato a bere il karkadè?
E vi ricordate che musica si ballava negli anni 60?

…e se vi diciamo M9 cosa vi viene in mente?

Se siete appassionati di storia contemporanea, probabilmente già sapete che si tratta del nuovo Museo del Novecento di Mestre, che racconta la storia del nostro Paese dal 1900 ai giorni nostri.
La storia non è mai stata la vostra materia preferita a scuola?!
Non vi preoccupate, perché al M9 la storia è raccontata attraverso la quotidianità e i suoi dettagli.

Vi ricordate, ad esempio com’era una cucina degli anni 70?
I primi forni a microonde, le prime tv a colori, la diffusione dei cibi surgelati…

Oppure, andando a ritroso nel tempo, potete scaldarvi al focolare della casa di campagna del 1900. Basta indossare la maschera per realtà virtuale e guardarsi attorno per scoprire abitudini familiari, usanze e dotazioni della casa in quel periodo.

Il Museo del Novecento è un posto dove si guarda, si ascolta, si legge e si va indietro nel tempo fin dove arriva la memoria. E dove la memoria si ferma, arrivano filmati originali dell’Istituto Luce, i suoni delle radio gracchianti di inizio secolo, la pagine dei giornali dell’epoca.

Una serie di installazioni multimediali rendono l’apprendimento coinvolgente e divertente.
Già, perché al M9 si impara! Gli avvenimenti di un secolo del nostro Paese, ma anche la politica, la guerra, la nascita dell’Unione Europea, i fenomeni migratori…

E poi le mille tradizioni culturali italiane: dal cibo, al territorio, ai dialetti. E anche con i dialetti si gioca! Una installazione fa ripetere ed indovinare frasi nelle lingue più strane del nostro Paese…con risultati piuttosto improbabili!

Il Museo del Novecento è composto da 8 sezioni tematiche: si inizia dal “come eravamo” e come ci siamo evoluti, con una serie di foto d’epoca e di racconti di vita del 1900, seguiti da statistiche sui cambiamenti delle famiglie, delle abitudini, ma anche di come sia cambiato il concetto stesso di famiglia. E poi le curiosità: sapete per esempio che in un secolo siamo diventati tutti più alti?

La seconda sezione è forse la più curiosa ed interessante: l’evoluzione degli stili di vita, i cambiamenti nei consumi e negli stessi ambienti in cui viviamo.
Qui si scopre come erano le case e gli arredi, di cosa si mangiava e come il progresso abbia influito notevolmente sia sul contesto in cui viviamo sia, naturalmente, sul nostro benessere complessivo.

Vi ricordate come ci si vestiva negli anni 30 o 60?
Qui potete scorrere un catalogo di moda maschile e femminile, dal 1900 fino ai giorni nostri. Giusto per rendersi conto di come sia cambiata la moda…ma anche di come ogni tanto ritorni in voga!

Si passa poi, nella terza sezione, alla tecnologia e a come l’innovazione abbia modificato le vite nel corso del Secolo. Non pensate subito a internet o ai cellulari di ultima generazione…pensate piuttosto all’invenzione della lavatrice, del congelatore o del telecomando! In fin dei conti proprio da lì è iniziato il nostro benessere!

Si parla quindi di soldi, di economia, di boom economico: del rapido passaggio da popolo di contadini a popolo di imprenditori ed impiegati. Ma siccome al M9 – Museo del Novecento si deve anche riflettere, la domanda che viene posta è: stiamo diventando ora popolo di disoccupati e precari?

La quinta sezione ci racconta come sia cambiato il paesaggio urbano, le città, gli agglomerati urbani e le campagne. Molto appassionante il racconto del paesaggio attraverso le immagini e le cronache originali di due grandi classici italiani: la Millemiglia e il Giro d’Italia.

La quotidianità, dicevamo, ma anche la politica, lo Stato e le nostre istituzioni, nella sesta sezione.

Una installazione di grande efficacia è “l’arena”: una sorta di piazza virtuale dove vengono riproposti famosi discorsi al popolo tenuti da politici del 900. Da Mussolini a Berlinguer, da Moro a Craxi, fino al discorso di Berlusconi del 1994. Non è difficile comprendere come sia cambiato il linguaggio politico, l’approccio al potere e forse anche il rispetto per le Istituzioni. Qualsiasi sia il personale pensiero politico…

Nelle ultime due sezioni del Museo del Novecento ci siamo noi: gli italiani!

Come siamo cambiati nell’educazione, nella cultura e nella conoscenza e come nell’apprendimento di massa e nell’evoluzione della lingua abbia contributo la radio e la televisione.

Qui un’installazione video e audio permette di ascoltare e vedere momenti storici dello spettacolo, della cultura e dello sport italiano. Dal “Carosello” ai giochi a quiz di Mike Bongiorno; dalle imprese sportive al varietà… e qui le ore volano nel “riguardarci allo specchio”!

Già… “riguardarci allo specchio”. Perché il M9 non è un Museo: è molto di più.
E’ un’esperienza. E’ sentire riaffiorare ricordi d’infanzia.

E’ rivivere l’attimo in cui ti alzavi dalla sedia a casa dei nonni per cambiare il canale di quella vecchia scatoletta arancione che trasmetteva in bianco e nero.

E’ “sentire il sapore” di quella bevanda dimenticata; è un viaggio sulla vecchia 500 azzurra con cui la mamma ti portava alle elementari; è rivedere quella gonna a fiori della nonna…

Il M9 siamo noi. E’ quello che eravamo e quello che siamo diventati.

CI sono i nostri enormi pregi e i nostri grandi difetti. C’è il nostro Paese, come lo abbiamo creato e cambiato.
Il Museo del Novecento è un grande specchio e guardarlo attentamente, è utile.
Per imparare, ma soprattutto per provare sempre a migliorarci.

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