Vi va una passeggiata tra fate, rane, cavalieri e ragni? Allora dovete assolutamente vedere il Quartiere Coppedè!
Lo stravagante architetto Gino Coppedè, progettò un angolo di Roma tra i più bizzarri e curiosi. Uno di quei mix di stili artistici ed architettonici apparentemente senza un senso, ma destinati ad essere un ardito esperimento che rende la zona, una delle più caratteristiche della città, sebbene ancora poco visitata.

Palazzo degli Ambasciatori

Progettato nel 1917 e costruito tra il 1918 e il 1926 il Quartiere Coppedè è formato da 18 palazzi e 27 villini ed edifici in stile… bè, in stile liberty, art déco, barocco, medioevale, greco antico, romano… insomma senza un ordine preciso, ma dal risultato strabiliante.

Per entrare nel quartiere si passa sotto ad un grande arco che unisce i due palazzi detti “degli ambasciatori” e sotto al quale è sistemato un enorme e curiosissimo lampadario in ferro battuto. L’arco è tutto ornato di grandi maschere, efebi e decorazioni floreali.

Fontana delle rane

Oltrepassando l’arco si arriva al punto principale del Quartiere: Piazza Mincio, dove al centro si trova la Fontana delle Rane. Due vasche che contengono complessivamente una dozzina di rane che zampillano acqua.

Intorno alla piazza si trovano i primi due interessanti palazzi: il palazzo del ragno e un palazzo che riprende una scenografia del film Cabiria.
Il palazzo del ragno deve il suo nome ad un mosaico in bianco e nero posto sopra all’entrata, che raffigura l’aracnide simbolo di laboriosità. Al terzo piano del palazzo c’è un balconcino sopra il quale si trova un dipinto ocra e nero con una grande scritta “labor”.

Palazzo del Ragno

A pochi metri dalla piazza si trova la costruzione più originale e curiosa della zona: i villini delle fate.
Queste costruzioni in stile medioevale rappresentano l’apice del lavoro di Coppedè. I tre edifici indipendenti sono un omaggio alle tre città più importanti d’Italia: Roma, Firenze e Venezia e rappresentano un inno, un elogio alla storia italiana.

I villini delle fate

Le pareti sono infatti decorate con le figure di Dante e Petrarca; con la città di Firenze e la scritta “Fiorenza sei bella”. Dall’altro lato del villino, la lupa di Roma con Romolo e Remo e il Leone di Venezia che affronta un veliero. Il resto della casa è fittamente decorato con scene di processioni, graffiti con angioletti, motivi floreali, putti, monache e frati.

Insomma, un insieme decisamente eterogeneo che nella sua complessità rappresenta un unicum decisamente d’effetto.
Altre palazzine in stile liberty e art déco, sebbene più sobrie di quelle descritte, completano la zona.

Se apprezzate l’architettura, le fiabe e …un po’ di follia, vi suggeriamo una passeggiata in questo quartiere. Magari al tramonto, quando gli ultimi raggi del sole sbattono contro i colori pastello degli edifici e rendono l’atmosfera ancora più fiabesca e misteriosa.

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