Modena e Reggio sono il cuore dell’Emilia. Di quella zona d’Italia di nebbia e campagna, di estro creativo e duro lavoro. In questi chilometri “di fossi e zanzare” sono nati Pavarotti, Zucchero, Ligabue, Guccini, Enzo Ferrari e i suoi gioielli da visionario, il Parmigiano Reggiano, la mortadella… Terra calda ed accogliente… avete idea di quanto più triste sarebbe il nostro Paese se non ci fosse l’Emilia?! Allora tra un piatto di cappelletti in brodo e un cestino di tigelle calde vogliamo raccontarvi cosa vedere durante una passeggiata nel centro storico di Modena.
Iniziamo la nostra visita da Piazza Roma, proprio di fronte al più imponente edificio della città: il Palazzo Ducale. Del resto venne progettato per ospitare il Duce Francesco I d’Este e quando venne costruito nella prima metà del 1600, doveva essere degno di ospitare l’importante casata di regnanti. Fu infatti una delle più grandi e maestose regge d’Europa e i d’Este vi rimasero fino al 1859. Poi Modena passò al Regno del Piemonte e la famiglia Savoia, nel 1860, donò il Palazzo alla Scuola Militare di Fanteria.
Il destino militare del Palazzo era quindi segnato, visto che dopo la Seconda Guerra Mondiale la reggia, benchè danneggiata e in parte saccheggiata, venne restituita all’Accademia Militare dove ancora oggi vengono formati a livello universitario gli Ufficiali di Esercito e Carabinieri.
Nella grande Piazza, sul lato opposto alla facciata del Palazzo, spuntano i tavolini dei tanti ristoranti. Sarà una nostra impressione, ma tavoli apparecchiati, persone che pranzano o che chiacchierano al sole ci danno sempre una sensazione di allegria! Così come i portici, altra caratteristica di Modena e delle città dell’Emilia, danno l’idea di comunità, di appartenenza.
E proprio i portici accompagnano la nostra passeggiata verso l’incrocio con la grande Via Emilia, di romana memoria. Dall’altro lato si trova Piazza Grande, la zona storica più elegante da vedere a Modena. Da sempre la piazza è il centro della vita religiosa, economica e politica di Modena. Qui si trovano i principali monumenti da vedere a Modena: il Duomo, la Torre Ghirlandina e il Palazzo Comunale.
La Piazza era il luogo della giustizia cruenta del Medioevo, il luogo della Chiesa, del potere ma anche del mercato. Qui si sistemavano i banchetti delle merci, mentre le botteghe sotto i portici erano luogo di incontro, di chiacchiere, di discussioni e di opinioni. I portici, la comunità. Le discussioni e le opinioni erano talmente importanti a Modena che vi dedicarono uno spazio apposito: la Pietra Ringadora. Al pari del più celebre speaker’s corner di Londra, chi aveva qualcosa da dire saliva su questa lastra di pietra e parlava al popolo. Nel corso degli anni però la pietra venne usata anche per altri scopi, tra i quali quello curioso di punire i truffatori. E sapete in cosa consisteva la pena? Nel fare tre giri di piazza a testa rasata e sbattere tre volte “a culo nudo su la preda rengadora”.
La Piazza Grande dicevamo, centro del potere religioso e civile. Qui si affaccia il Duomo di Santa Maria e San Geminiano, uno dei più belli e antichi che si possano ammirare in Italia. La sua costruzione iniziò nel 1099 e venne affidata a due celeberrimi maestri dell’epoca: l’architetto Lanfranco e lo scultore Wiligelmo. Il primo realizzò una struttura romanica innovativa e stupefacente per l’epoca. Completò l’opera il ciclo di sculture di Wiligelmo, alcune sulla facciata, altre all’interno e altre sui lati del Duomo. Raccontano le storie della Genesi, ma anche rappresentano scene metaforiche di vita umana.
Sopra al Duomo svetta la Ghirlandina. L’origine di questo curioso nome è popolare: le doppie balaustre che adornano la guglia gotica sembrano una piccola ghirlanda. Appunto, una ghirlandina! La Ghirlandina è la torre campanaria del Duomo, ma in realtà ha avuto principalmente funzione civica: dallo scandire le ore della giornata al sancire la chiusura delle mura cittadine, fino a radunare la popolazione in caso di pericolo. La data di inizio della sua costruzione non è certa, ma quel che è sicuro è che realizzazione della guglia, completata nel 1319.
Completano il perimetro di Piazza Grande il Palazzo Comunale: un complesso di edifici Seicenteschi collegati tra loro da un lungo ed elegante porticato. All’interno del palazzo si possono visitare alcune sale storiche e soprattutto uno dei più curiosi simboli della città: “la secchia rapita”!
Si tratta di un secchio di legno il cui furto da parte dei modenesi fu, secondo la leggenda, all’origine di una cruenta quanto inutile battaglia contro i bolognesi. In realtà bolognesi (guelfi) e modenesi (ghibellini) combattevano per l’appoggio che i primi garantivano al papato e i secondi all’imperatore, ma quel che è certa è l’inutilità di battaglie che lasciavano sul campo migliaia di morti per non cambiare la situazione di un centimetro. Come la sconosciuta battaglia di Zappolino: duemila morti, confini tra possedimenti invariati e unico trofeo: una “secchia rapita”!
Imbocchiamo di nuovo la Via Emilia per raggiungere un’altra importante strada del centro di Modena: Via Canalgrande. Viene facile comprendere che qui, un tempo, scorreva il più importante tra il reticolo dei canali cittadini. In questa strada si trovano case ed edifici storici, tra i quali ne segnaliamo due in particolare: il Teatro Pavarotti e il Palazzo Santa Margherita.
Il Teatro, che fino al 2001 si chiamava semplicemente Teatro Comunale, risale alla prima metà del 1800 ed oggi vuole essere un omaggio al più celebre modenese degli ultimi anni. Nel porticato del Teatro si trova una statua del Maestro, nella sua famosa posa a braccia aperte, come a volersi prendere un continuo, ininterrotto e meritato applauso.
Accanto al Teatro si trova il Palazzo Santa Margherita, sede del FMAV: la Fondazione Modena Arti Visive. Qui si trovano una grande Biblioteca, un Istituto Musicale, spazi espositivi per le collezioni permanenti di fotografia e disegni, ma soprattutto la meta della nostra visita: il Museo della Figurina. Perché lo sapete che la Panini (si, proprio quella delle figurine dei calciatori!) è di Modena, vero?! Bè, eventualmente ora lo sapete!
Nel 1992 l’imprenditore modenese Giuseppe Panini ha donato ben 500 mila figurine al Comune di Modena, con l’intenzione di farne un vero e proprio Museo. Nel 2006 ha aperto quindi questo curioso spazio espositivo dove sono raccolte oltre 2500 tra figurine, pacchetti colorati e cimeli che ripercorrono la storia delle immagini pubblicitarie post rivoluzione industriale. Già, perché i primi esempi di piccole immagini pubblicitarie, colorate ed accattivanti, risalgono alla fine del 1800. Cioccolato, sigarette, materiale scolastico sono gli oggetti che più si prestavano alla divulgazione delle prime figurine, anche se la spinta maggiore che rese la figurina un oggetto da collezione di massa fu un’azienda tedesca: la Liebig. Nella collezione Panini ci sono oltre 44 mila piccole immagini riconducibili alla ditta tedesca che produceva carne in scatola e dadi da cucina.
Ma la grande diffusione della figurina avvenne negli Anni Cinquanta, quando esplosero gli album sportivi, trainati dalle imprese di Bartali e Coppi, dalle sfide calcistiche del Grande Torino e dall’interesse crescente per i campionati di calcio e per i mondiali. Qui si inserì la lungimiranza della famiglia Panini che creò e distribuì gli album nelle edicole, facendoli diventare oggetti quasi di culto!
Insomma, gironzolando tra le teche, osservando le piccole immagini e ricordando quando da piccoli scartavamo i pacchetti con entusiasmo e trepidazione (perché dai, tutti abbiamo fatto almeno una collezione, nella nostra infanzia!) si ripercorre un pezzo di storia popolare del nostro Paese. Per questo, secondo noi, il Museo della Figurina è assolutamente da inserire tra le cose da vedere a Modena!
Se ancora vi avanza tempo e avete voglia di conoscere una delle eccellenze di Modena, potete visitare uno dei caseifici del Consorzio del Parmigiano Reggiano. Noi abbiamo visitato il Caseificio Quattro Madonne, poco fuori città. Visita, degustazione e acquisti ci sembrano il modo migliore per finire la visita a Modena!