Il sud della Serbia dà l’idea di essere ancora una “terra di confine”.
Scendendo da Belgrado verso Novi Pazar, il paesaggio si fa sempre più aspro, tra colline e montagne via via più alte, in attesa di “sbattere” contro le vette del Montenegro.
Sulla sinistra il tribolato confine con il Kosovo, ultimo Paese che ha cercato di lasciare la Serbia, ma che ancora non ha una identità completa. Infatti la Serbia lo considera ancora una propria regione e molti Paesi del Mondo ancora non ne riconoscono l’autonomia.

Novi Pazar è una enclave mussulmana ai margini di una Serbia ortodossa che, dopo le guerre degli anni Novanta, sembra essere ancora più ortodossa, ancora più nazionalista e forse ancora più rigida.

Traspare in modo piuttosto evidente nelle parole di un ragazzo, una guida belgradese che in navigazione sulla Sava racconta – ad esempio – di “Nikola Tesla, il più grande scienziato serbo del Novecento”, salvo poi precisare che “è nato in quel posto che oggi chiamano Croazia, ma era ortodosso, quindi è evidente che è serbo”.

Ci racconta che “c’è stata una guerra. Cioè: loro hanno voluto separarsi, quindi c’è stata una guerra. Prima eravamo tutti insieme: la Serbia, la Croazia e quel Paese in mezzo che non mi ricordo come si chiama…”. Elogia poi la sua Serbia come Paese che, essendo stato sia Austro-Ungarico che Ottomano, è “da sempre molto tollerante e aperto verso ogni cultura”.

In realtà a Belgrado (città che, per inciso, ci è piaciuta moltissimo!) di culture diverse da quella serbo-ortodossa non se ne vedono. Per trovare qualche minareto bisogna scendere fin quasi in Kosovo e, strada facendo, quei pochi e piccoli cimiteri mussulmani che si incontrano, sono addirittura recintati e chiusi da grandi cancelli.

Non siamo in grado di giudicare e non possiamo pretendere di capire, ma la sensazione non è esattamente quella di un Paese che ha fatto pace con il suo passato. La Farnesina parla ancora di tensioni etniche in queste zone (e forse anche in questo caso la realtà è un po’ diversa), mentre qualche ragazzo serbo (conosciuto in Montenegro, dove lavorano con i turisti) racconta di un crescente onda di nazionalismo di ritorno e di una situazione che ancora non è del tutto stabilizzata. Stavolta proprio lungo il confine sud del Paese.

Naturalmente ci auguriamo che il fragile equilibrio ritrovato possa durare a lungo, anche perché queste zone sono ancora poco frequentate dai turisti, ma non per questo poco interessanti.

Novi Pazar oggi è una tranquilla cittadina dal glorioso passato durante il dominio turco.

Il nome “Nuovo Bazar” deriva dal fatto che era un importante snodo commerciale lungo le rotte tra Sarajevo, Belgrado, Sofia e Istanbul. Di quel “bazar” oggi rimane un piccolo ma intricato dedalo di stradine zeppe di negozietti dall’anima decisamente turca e dalle merci molto orientali. Qui i dolci, il pane, la carne, i gioielli e i vestiti improvvisamente si fanno orientaleggianti e l’Europa sembra essere piuttosto lontana.

A Novi Pazar rimane molto poco da vedere, di quel periodo.
Un vecchio hamman diroccato, diventato un locale alla moda; qualche tratto dell’antica fortezza del XV secolo (oggi diventata un tranquillo parco pubblico) e la torretta dello stesso periodo e un paio di Moschee.

Il cuore vivace di Novi Pazar oggi si trova lungo la strada pedonale: un susseguirsi di locali, ristoranti e bar sempre piuttosto affollati. Se considerate che qui di turisti non se ne vedono, vien da sé che agli abitanti piace molto sedersi per una cena, un caffè o una deliziosa pizza con il ketchup!

Ecco, su quest’ultimo aspetto soprassediamo! In realtà a Novi Pazar abbiamo trovato una quantità spropositata di pizzerie. Evidentemente il nostro piatto nazionale piace parecchio (nonostante sia abitualmente devastato con ketchup e maionese). Se scegliete la carne, il pesce (salmone, soprattutto) e i dolci, potete andare sul sicuro! Noi abbiamo approfittato con molto piacere dei tempi decisamente rilassati di questa cittadina per prendercela comoda tra i tavolini dei locali.

Nella zona più islamica di Serbia, i dintorni di Novi Pazar sono circondati da interessantissimi (e incantevoli!) Monasteri e Chiese Ortodosse.

A soli 7 chilometri dal centro di Novi Pazar, si trova la più antica Chiesa di Serbia, intitolata ai Santi Pietro e Paolo. La sua storia si perde nei secoli, tra l’Eparchia di Ras, antica Capitale della Serbia medievale e, prima ancora, l’impero di Costantino. Gli elementi architettonici della costruzione infatti riportano al II Secolo, anche se il luogo di culto sembrerebbe essere ancora precedente, visto che alcuni scavi archeologici fecero emergere statue greche e vasellame di origine attica.

Dal 1979 la Chiesa è patrimonio dell’Umanità, insieme al nucleo originario dell’antica Stari Ras.

Anche il vicino Monastero di Sopocanì è un meraviglioso sito Unesco. La costruzione del Monastero risale al XII secolo ed è perfettamente conservato, nonostante le vicende storiche della zona non fossero molto favorevoli. Infatti, dopo un primo fiorente periodo, i Monaci dovettero scappare per le minacce dell’impero ottomano. Verso la fine del 1600 i turchi incendiarono il Monastero che rimase disabitato per oltre due secoli.

Solo nel XX secolo iniziarono i lavori di restauro dell’edificio, mentre gli affreschi all’interno rimasero incredibilmente intatti.

E proprio gli affreschi, i più antichi dei quali risalgono al 1200, sono indubbiamente gli elementi più incantevoli di questo Monastero.

Aggrappato ad un costone roccioso, in una gola lungo le rive del “Black River”, si trova il Monastero di Crna Reka, il più pittoresco di quelli che abbiamo visitato in Serbia.

La sua origine risale al XIII secolo, quando nella roccia venne scavata una piccola Chiesetta dedicata a San Michele Arcangelo. Immediatamente alcuni Monaci eremi costruirono le loro cellette nella roccia, intorno alla Chiesetta e un piccolo ponte che attraversava il torrente.
Oggi vive una comunità di Monaci e il Monastero è meta di numerosi pellegrinaggi.

All’interno si può visitare la Chiesa rupestre originale, con affreschi del XVI secolo, e i pellegrini possono anche trovare ospitalità in una grande stanza comune con i letti a castello…e pesanti coperte!

Il Monastero è immerso nei boschi, in un ambiente particolarmente rigoglioso e silenzioso. Gli amanti della Natura apprezzeranno moltissimo questa meta!

Il sud della Serbia, anche se ben lontano dall’essere meta di turisti, ha moltissime risorse per emergere: Natura, tradizioni, Monasteri tra i più belli dei Balcani.

La storia recente dei Balcani, per come l’abbiamo conosciuta, non ha aiutato la Serbia ad essere ancora particolarmente apprezzata, invece se la sceglierete come meta scoprirete un Paese interessante, aperto ai visitatori stranieri e con persone particolarmente festose e socievoli.

P.S. Un piccolo suggerimento? Evitate sempre accuratamente di parlare di politica e di fare domande sulla guerra. Potrebbero essere argomenti scomodi che non vi faranno sembrare simpatici!
…ma è così più o meno in tutto il Mondo, non trovate?

Write A Comment