La costa è rocciosa ed irregolare e sembra non voler degradare in mare, frammentandosi tra migliaia di scogli, rocce e isolotti. La bellezza della Bretagna è nel paesaggio naturale dai tratti spigolosi non sempre amichevoli.

Per l’amministrazione di Francia questo distretto si chiama Finisterre e l’idea che se ne ha viaggiando tra le curve è proprio quella di un posto estremo, di confine naturale.

Qui inizia il Canale della Manica ma soprattutto, dal lato opposto, c’è il mare aperto: quel grande Oceano Atlantico che, da queste parti, non è mai troppo clemente. È freddo, è agitato dal vento e si muove. Si muove di centinaia di metri, lasciando in secca le barche nei porti. Lo fa nel tempo di un caffè o, se è l’ora dell’aperitivo, di tre ostriche e un bicchiere di chardonnay. Le maree sono impressionanti ed esagerate. Estreme, come il clima che accompagna il nostro viaggio.

Qui i mari sono da sempre molto trafficati e il passaggio delle imbarcazioni verso la Manica ha fatto proliferare i pirati. Attaccavano in mare aperto trovando poi facile rifugio tra le insenature, le scogliere e gli speroni rocciosi. Ai pirati provavano a porre rimedio, senza troppo successo, i doganieri tra le garitte e le torrette di osservazione del “sentiero dei doganieri”.

Navigare qui significa fare slalom tra le isole e per farlo in sicurezza servono punti di riferimento chiari e sicuri: i fari. Ci hanno sempre dato l’idea di limite, di solitudine, di vento e onde alte che si frantumano sugli scogli: immagine un po’ romantica e forse stereotipata, ma qui in Bretagna più che altrove, i fari assomigliano proprio tanto a questa idea!

In Bretagna la “strada dei fari” si trova nella parte più occidentale di Finisterre. Poco più di 60 chilometri da Kastell Ac’h, piccola frazione costiera del villaggio di Plouguemeau, fino a Point Saint Mathieu, nel comune di Plougonvelin. Anche i nomi hanno sonorità spigolose, di origine celtica.

Scogli e colline, curve e saliscendi punteggiati da 17 fari (di cui 12 in mare), 80 torrette di segnalazione e più di 200 boe scogliere. Non si può venire in Bretagna senza vedere almeno un faro. E senza salirci.

Abbiamo scelto di visitare tre fari, forse i più rappresentativi in Bretagna lungo “la strada dei fari”.

Il più a est è il faro de l’Ile Vierge. Si trova su una piccola isola a un chilometro e mezzo dalla costa ed è raggiungibile con un servizio di imbarcazioni che fanno la spola per portare i turisti. Volendo le barche organizzano anche escursioni lungo la costa per ammirare gli Abers, i piccoli borghi costieri, dal mare.

Bretagna la strada dei fari

Qual è la particolarità di questo faro? E’ il più alto del Mondo! E’ una colonna di granito alta 82,5 metri e per raggiungere la sua cima bisogna arrampicarsi su 397 gradini. La sua lanterna si illumina ogni 5 secondi ed è visibile a 52 chilometri di distanza. L’ultimo guardiano del faro (ma quanto è romantica, la figura del guardiano del faro?!) ha lasciato la struttura nel 2010, dopo che la lanterna è stata completamente automatizzata.

Il secondo faro è quello di Trezien, nel comune di Plouarzel. Venne costruito nel 1894 ed è alto 32 metri. Si trova perfettamente allineato al faro di Kermorvan, più a sud, e permette di individuare le due estremità del Canal du Four, che collega l’Atlantico alla Manica.

La sua caratteristica? Non è sul mare! Si trova infatti a 500 metri dalla riva, nel mezzo del villaggio di Trezien. Il guardiano del faro ha lasciato la struttura nel 1994.

Ph: iroise-bretagne.bzh

La strada dei fari prosegue fino al punto più occidentale della Bretagna, di fronte al grande Oceano. A Point Saint Mathieu si sono insediati per primi i Monaci. O meglio: la storia narra di un Monaco bretone che nel IV secolo costruì un piccolo Monastero dedicato a San Matteo. La leggenda invece racconta di un naufragio subito da alcuni mercanti di ritorno dall’Egitto, dove si erano recati per recuperare le spoglie di San Matteo. Miracolosamente scampati al naufragio, per devozione al Santo, costruirono una grande Abbazia. Quel che è certo è che qui i Monaci ci sono stati per secoli e che i resti dell’Abbazia sono tuttora imponenti e rendono bene l’idea dell’importanza di questo luogo.

Bretagna La strada dei fari

Siamo su uno sperone di roccia a circa venti metri di altezza sulle acque agitate dell’Oceano. Proprio i Monaci qui installarono il primo rudimentale faro. Era il XVII secolo e sulla torre più alta dell’Abbazia sistemarono una grande lampada a fuoco, con la quale segnare la rotta delle navi.

Poi arrivarono invasori a saccheggiare, incendi a danneggiare e infine la Rivoluzione francese a confiscare tutti i beni della Chiesa. Fu la fine dell’Abbazia e la sua progressiva distruzione. Ne seguì poi l’abbandono del vicino villaggio (oggi un delizioso gruppo di casette in sasso adibite per lo più a hotel e ristoranti).

Bretagna La strada dei fari

Solo nel 1835 venne costruito l’attuale faro di Saint Mathieu: alto circa 40 metri (e 163 gradini per raggiungere la vetta!) venne elettrificato intorno al 1940 ed attualmente è uno dei più potenti di Francia. La sua luce si vede fino a 50 chilometri di distanza.

Nel periodo estivo sul faro si può salire. Anzi, si deve salire! Dall’altezza della lanterna il panorama spazia dagli orti dei Monaci al monumento ai caduti francesi in mare, fino alle isole Ouessant e Molene che fanno oggi parte di un parco naturale protetto.

Bretagna La strada dei fari
Bretagna La strada dei fari

A poca distanza da Point Saint Mathieu si trova il piccolo borgo di Le Conquet. Tremila anime e una storia che racconta di battaglie navali contro gli inglesi, di saccheggi e pirateria. Konk-Leon è il nome bretone e “konk” significa “ansa”. L’ideale per attaccare e nascondersi.

Bretagna La strada dei fari

Dopo il periodo delle guerre per mare, il paese si è dato all’unica attività possibile, da queste parti: la pesca. Ostriche, granchi, aragoste e crostacei in generale se ne trovano in abbondanza e riempiono i tavoli dell’unico ristorante del vecchio porto. Da provare, se vi piace il genere, magari aspettando che la marea riempia d’acqua la profonda insenatura e restituisca alle barche la loro funzione.

Il resto del paese sono case in sasso, vicoli tortuosi e fiori coloratissimi. Un posto incantevole; perfetto per passare qualche ora in relax. O magari qualche giorno, lontano da tutto. Bastano una casetta con una finestra sul mare, un libro e un foglio bianco. Al resto ci pensano le onde e il vento…

Bretagna La strada dei fari

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