Avete corso su e giù per Seoul come delle api impazzite per non perdervi i “fondamentali” della città, e ora vi ritrovate stanchi morti con un sacco di tempo da perdere?
I presupposti non potrebbero essere migliori, per la seconda parte della nostra visita. Pare sia giunto il momento di dedicarci ai “bonus”, prendendocela comoda.
E cosa c’è di meglio di un’immersione nella natura, per ricaricare le pile?
Anche se Seoul non offre parchi del calibro di Central Park a New York o Hyde Park a Londra, il territorio urbano è comunque costellato di piccole oasi verdi, perfette per quattro passi e un po’ di pace.Per una boccata d’ossigeno “in miniatura”, basta visitare la parete verde verticale del nuovo municipio, una struttura futuristica che ha sostituito il vecchio palazzo costruito ai tempi dell’occupazione giapponese e oggi trasformato in biblioteca.
Passando alle cose serie, Huwon, ovvero il Giardino Segreto, del palazzo Changdeokgung (a sua volta meritevole di una attenta visita) è un vero gioiello. Il tour – guidato – va preferibilmente prenotato su internet con qualche giorno di anticipo, per non perdere l’occasione di passeggiare tra i suoi silenziosi sentieri immersi nel verde e imparare qualche curiosità sulla vita di corte.
Ogni stagione offre uno spettacolo impagabile, anche se personalmente mi sento di suggerire i colori dell’autunno.
In mezzo al fiume Han si trova l’isola chiamata Seonyudo: originariamente sito di un impianto di depurazione delle acque cittadine, è stata trasformata in un esotico giardino con vasche di ninfee, piccole cascate, boschetti di betulle e camminamenti sospesi.
Il Parco Olimpico, a sud-est di Seoul, ospita le strutture sportive create in occasione delle Olimpiadi dell’88, ma non solo. C’è spazio per il jogging come per i picnic domenicali, a maggio la Piazza delle Rose è in piena fioritura, una serie di opere d’arte decora l’intera area, e il Museo della Civiltà Baekjae può insegnare qualcosa sui primi insediamenti lungo il fiume Han.
A pochi passi dallo stadio dei mondiali – ora, non state qui a pensare alle vecchie divergenze calcistiche tra i nostri Paesi – si trova il parco Haneul (che significa “cielo”), costruito su… una montagna di rifiuti!
Non vi spaventate, della sua origine non si nota nulla, ed anzi è un luogo piacevolissimo e romantico soprattutto quando, in autunno, ospita il festival delle canne di palude, che alla sera dondolano nel vento illuminate da luci di vari colori. Essendo il parco piuttosto in alto, si può anche godere di una bella vista sul fiume Han.
Anche se qualcuno storcerà il naso, mi permetto di suggerire il Cimitero Nazionale, vicino alla stazione della metro di Dongjak: perfetto per una tranquilla passeggiata, sarà sicuramente meno frequentato di altri parchi più popolari, fatta eccezione per qualche rara vecchina intenta a raccogliere erbe selvatiche o bacche di ginkgo.
Varie montagne sono raggiungibili con le linee urbane della metropolitana, diventando la meta perfetta per un’escursione giornaliera in totale isolamento dal caos cittadino. Merita una menzione particolare Bukhansan, a nord di Seoul, per l’estensione, il numero di percorsi e di picchi, i panorami, i siti storici e culturali… più semplicemente: si tratta di un parco nazionale, e insomma, un motivo ci sarà!
Ma non andate in montagna solo per l’esercizio fisico, o per l’aria pulita. Approfittatene per studiare la cultura coreana del trekking: gruppi di appassionati, attrezzatissimi scalatori, vestiti in colori sgargianti, carichi di accessori, zaini, ramponi, bastoncini, borracce, visiere, guanti, pronti per l’Himalaya, carichi ed entusiasti e… fermi a lato del sentiero dopo pochi chilometri, per un picnic alcolico e rumorosissimo accompagnato da musica folk. Uno spettacolo imperdibile!
Se invece preferiste rilassarvi senza allontanarvi troppo dalla civiltà (o se ad esempio foste allergici ai pollini e la natura non vi attirasse particolarmente), le occasioni sarebbero comunque numerose.
Tra il palazzo Gyeongbokgung e il quartiere di Bukchon, si snodano le stradine di Samcheongdong, costellate di piccoli cafè, ristoranti, e negozietti. La zona è particolarmente amata dalle giovani coppie per appuntamenti romantici la domenica pomeriggio – quindi se, come me, siete vecchi e acidi, andateci un altro giorno per evitare le carie ai denti!
Subito sotto Samcheongdong, vicino alla stazione di Anguk, si stende la strada principale del quartiere di Insadong, che vorrebbe essere il baluardo della cultura tradizionale coreana, anche se edulcorata e confezionata per i turisti.
Con un po’ di discernimento, può dimostrarsi un’esperienza godibile, e soprattutto potrete fare incetta di souvenir per amici e parenti – dalla ceramica decorata a mano per l’amica del cuore, alla calamita “made in china” per la suocera, giusto per fare qualche esempio…
Dovesse mancarvi l’aria di casa, o quel non so che cosmopolita, potrebbe aiutare un giretto nella zona intorno alla stazione di Noksapyeong, sulla linea 6. Le aree di Gyeongridan e Haebangchon offrono una pletora di locali di cucina internazionale, affollatissimi nel weekend, specialmente il pomeriggio, ma davvero valevoli.
Da Noksapyeong a Itaewon è questione di pochi minuti a piedi, e qui davvero sembra di non stare più in Corea, anche grazie all’altissima concentrazione di soldati americani in libera uscita dalla vicina base militare. La sera il quartiere si fa piuttosto caotico, ma conoscendolo bene si finisce per affezionarsi, e il fatto che ogni stradina riservi qualche sorpresa (in termini di ristoranti ma anche di scorci curiosi) rende la visita sempre gradevole.
Saltando di nuovo sulla linea 6 della metro, si può scendere a Sangsu, o a Hapjeong, ed esplorare anche qui la fitta rete di viuzze che sale verso l’area di Hongdae. Se intorno alle prime due abbondano i piccoli localini un po’ “indie”, la seconda è la zona degli studenti universitari, sempre affollata, sempre rumorosa, si possono ascoltare i musicisti di strada, le band emergenti, o ci si può addentrare nel mercatino delle pulci, ospitato nel celeberrimo parco giochi di fianco all’ingresso dell’università da cui l’area prende il nome.
I quartieri intorno alle università sono spesso – e prevedibilmente – molto vivaci ed animati, come quello vicino alla Konkuk University, a nord-est di Seoul, o quello dell’università femminile di Ewha.
Il campus di quest’ultima merita una menzione speciale, e una breve visita, se il programma lo permette, per i suoi ampi spazi verdi e per l’interessante connubio tra architetture antiche e moderne – giusto il il tempo di una riflessione su quanto differisca dalle università italiane…
Se a questo punto vi doveste sentire esausti per i troppi chilometri percorsi, non disperate: una visita al mercato della medicina tradizionale coreana vi rimetterà subito in sesto. Vicino alla stazione di Jegi-dong si snodano le stradine del mercato Gyeongdong: da ogni porta si spandono odori misteriosi, ad ogni ingresso sono appesi rami, erbe e altri oggetti non ben identificati, e nei locali si possono scorgere grandi vasi in cui bollono decotti dall’aspetto poco invitante.
Ma insomma, i consumatori abituali giurano che l’effetto sia portentoso, perciò… tentar non nuoce!
Ecco, forse il portafoglio potrebbe dissentire da questa mia affermazione, quindi pensateci bene: magari un semplice caffè potrebbe bastare, che ne dite?
Testo e foto di Melissa Merlin