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A volte bastano poco più di venti chilometri. Per cambiare ambiente, clima, panorami e ritmi. Castel Gandolfo, ventitré chilometri a sud dal centro di Roma, è un piccolo borgo adagiato sui colli romani. Quattrocento metri di altitudine bastano per avere una piacevole brezza marina che rinfresca le torride giornate estive. Si vede bene, il mare e si lascia respirare come un sollievo per l’anima.

Del resto in questa mite e favorevole area sorgono borghi antichissimi, fondati per prima dell’esistenza della stessa urbe romana. Poi, nel corso dei secoli, le famiglie aristocratiche romane scelsero questi colli per costruire le loro residenze estive.

La nostra Italia è il Paese dei Borghi. In qualsiasi Regione ce ne sono di incantevoli: antichissimi, piccolissimi, in montagna o in riva al mare…si, insomma: per tutti i gusti! Di sicuro il borgo che vi raccontiamo in questo post ha delle caratteristiche che lo rendono unico. Lo chiamano “la città che muore e, forse proprio per questo, ci vivono ormai solo 11 abitanti.

Si, lo sappiamo…i romani doc non apprezzeranno, né approveranno!
Sappiamo benissimo che ci sono ben altre zone di Roma meglio frequentate, meno affollate di turisti americani e forse più autentiche della Trastevere attuale…

In ogni caso, per chi vuole trovare un po’ di movimento e di vita notturna, il vecchio cuore della Roma di Rugantino rappresenta comunque una garanzia.

Vedi, quanno ero giovane io ce stava ‘na cosa sola da magnà. Mò ce n’avete dieci da sceglie’, ma ‘na vorta no”. Questo è l’inizio della risposta alla mia domanda “cos’è il picchiapò”?!
Quindi ho imparato che quando la mamma preparava il bollito, conservava il manzo avanzato e la sera lo saltava in padella con un po’ di pomodoro e una puntina di peperoncino. Quel leggero piccante “picchia un po’”, da cui il nome rimasto.

Vi va una passeggiata tra fate, rane, cavalieri e ragni? Allora dovete assolutamente vedere il Quartiere Coppedè!
Lo stravagante architetto Gino Coppedè, progettò un angolo di Roma tra i più bizzarri e curiosi. Uno di quei mix di stili artistici ed architettonici apparentemente senza un senso, ma destinati ad essere un ardito esperimento che rende la zona, una delle più caratteristiche della città, sebbene ancora poco visitata.