Problema: come fare a conoscere “gente del posto” che si sta visitando?
Soluzione: andare al mercato!! Da sempre i mercati caratteristici sono il primo posto in cui andiamo a curiosare, quando arriviamo in una città nuova. Sia in Italia che all’estero. Tra le bancarelle è facile soddisfare le proprie curiosità sui prodotti tipici, sulle usanze delle persone, o semplicemente scovare qualche “dritta” per andare a pranzo!
…il numero è sbagliato…e non arriva.
…la linea è occupata…e non arriva.
…è finita la carta…e non arriva.
Ma il fax deve arrivare, se vogliamo uscire dalla dogana boliviana dell’aeroporto di Santa Cruz de la Sierra.
Le ore di inutile attesa, senza alcun cenno, sono già tre, ma questi sono i tempi e la burocrazia sudamericana.
Un viaggio in Bolivia inizia molto prima di partire.
Inizia quando decidi di andare a sbattere contro il Sud del Mondo, quando inizi a chiederti perché parti.
Il charque di lama non va né su, né giù.
Il suo sapore è forte, intenso. Al punto di penetrarti nel naso e lasciarti nel dubbio tra risputarlo nel piatto o deglutire velocemente per farlo sparire.
Dodici ore di autobus separano Santa Cruz de la Sierra da Quillacollo. Decidiamo di viaggiare di notte: i pullmann che collegano il “terminal bimodal” di Santa Cruz con Cochabamba sono frequenti, il servizio è efficiente e la notte vola via comodamente sdraiati sulla poltrona.
La strada che collega La Paz al sito archeologico di Tiahuanako (o Tiwanaku), passa per El Alto. Un comune che, in realtà, è ancora periferia della megalopoli capitale della Bolivia. Un posto caotico e trafficato dove l’aria è resa difficilmente respirabile a causa del pesante inquinamento che di certo non agevola la respirazione già difficile per l’altitudine.