Per conoscere davvero una città bisogna immergersi, anche solo per un attimo, nelle sue tradizioni; mescolarsi tra gli abitanti, condividere qualche momento della giornata e farsi coinvolgere in qualche usanza locale. Questo, di solito, accade fuori dai percorsi turistici.
A Verona, la storia passa attraverso le sue osterie.
Passeggiando per il centro storico troverete poche birrerie, pochissimi pub ma tante, tantissime osterie. Molte si trovano in via Sottoriva: la strada porticata che si trova a livello dell’Adige e che nel corso dei secoli è spesso finita sott’acqua.
Oggi, sotto i suoi archi, si susseguono i tavolini in legno e le sedie di paglia. Fermatevi in un posto a caso, prendetevela comoda. Ordinate un bicchiere di rosso e guardatevi intorno. Vedrete passare un po’ della Verona autentica. Forse vi piacerà, forse no, ma è la città vera; quella della sua anima che non sa mentire. Nel bene e nel male.
Sedevi in qualche locale. Alcuni si trovano nello stesso posto da trecento anni; magari hanno cambiato nome, mobilio, insegna…ma da sempre servono cibo tipico e vino del territorio.
Altri, invece, hanno ancora i tavoli di legno del Settecento e sanno di antico.
Come l’Osteria Al Duca, proprio accanto alla casa di Romeo, dove le signore che gestiscono il locale vi accoglieranno in modo rude e senza troppi convenevoli. Non vi spaventate: fa parte del gioco. E’ un po’ come entrare in un saloon del vecchio west, ma senza spari sul pianista!
Si mangia solo cibo tipicissimo, per stomaci forti e clima nebbioso: bigoli con le acciughe, pasta e fasoi, pastissada de caval o de musso (stracotto di cavallo o di asino). Abbondante vino rosso, necessario per digerire!
La sua vicinanza rispetto ai punti di interesse turistico lo hanno fatto finire sulle guide e riempito di stranieri, ma mantiene la sua tipicità. Fino a qualche anno fa si parlava solo in dialetto; oggi hanno addirittura un sito in inglese!
Locali antichi, dicevamo, dove regnano la convivialità e la condivisione. Come all’Osteria al Duomo: antiche foto alle pareti, scritte in dialetto (per entrare c’è scritto di urtar. Che faccio: spingo o tiro?), ma soprattutto lunghi tavoli di legno. Ci si siede dove capita, accanto a chi capita. Poi il resto vien da sé: chiacchiere, vino e brindisi. Più convivialità di così…!!
Il menù è tutto veronese (a proposito: chi conosce la pearà? Qui d’inverno la fanno buona…) e il vino scorre in gran quantità. Ci si può cenare oppure fermarsi per due stuzzichini e un aperitivo seduti al bancone, accanto alla vecchia stufa che d’inverno fa il suo dovere. Tapear, direbbero a Siviglia. Beemo gnente? Si dice a Verona…
Fino a qualche anno fa ogni mercoledì sera si trovavano quattro – cinque vecchi signori della zona. Ognuno portava “un’asse”. Le “assi” erano un violino e una chitarra, e via a cantare. Spesso arrivava anche una fisarmonica. E cantavano. Tutto spontaneo, da decenni. Poi l’anagrafe ha avuto il sopravvento su alcuni di loro… poi sono arrivate le guide turistiche internazionali, la notorietà e le folle. E sono sparite “le assi”.
Ma questo è un posto dove si mangia davvero bene e se volete vedere un po’ di storia di Verona passateci all’ora di cena. Per capirci: intorno alle 20 perché qui siamo in Veneto e se passate alle 23 rischiate di trovare chiuso!
Volete un aperitivo in un altro locale storico? Andate all’Osteria La Carega, nell’omonimo rione, poco lontano dal Duomo. Non si cena: solo aperitivi con stuzzichini molto rustici: polpette di cavallo (tipico, in zona), uova sode, salumi e bruschette. E vino, vino e chiacchiere. Il locale è piccolissimo e in un piccolo spazio esterno su una piazzetta si condividono qualche tavolo e un po’ di sgabelli. Convivialità….!
Fino a qualche tempo fa i gestori organizzavano concerti jazz nella piazzetta, ma l’amministrazione comunale ha deciso che la convivialità è un po’ rumorosa…Ma i tenaci proprietari non si arrenderanno. Spero.
Fate un passaggio all’Osteria La Carega. E’ fuori dai percorsi turistici classici e troverete solo “gente del posto”. Ne vale la pena.
L’ultimo suggerimento è un altro locale caratteristico e di qualità: Osteria Montebaldo. E’ conosciuto per le sue tartine sistemate in una vetrina molto invitante; vengono servite in vassoi da sei e accompagnate da un’ottima selezione di vini del territorio.
Già…il territorio, la terra, le viti sono un tema serio a Verona. Non è questione di economia, ma di cultura.
Non a caso la Provincia è tra i maggiori produttori di vino d’Italia. E sono vini tra i più pregiati: Amarone, Valpolicella, Recioto, Bardolino, Soave, Custoza, Lugana.
Come vedete, non si è mai citato lo spritz. Quello lo hanno inventato a Padova.
Cioè…si beve anche a Verona, ma non lo si dà per scontato! Fino a qualche anno fa le osterie nemmeno lo servivano perché “a zontarghe roba rossa dolsa nel vin, el se sassina”.
Chiaro, no!? Non molto?
“aggiungendo quella cosa rossa e dolciastra nel vino, lo si rovina”.
Parola di oste. Questione di cultura!
Abbiamo citato (a loro insaputa e senza nemmeno farci offrire un bicchiere, ma solo perché ci piacciono davvero!):
Osteria Al Duca
Via Arche Scaligere, 2
www.osteriaalduca.it
Osteria Al Duomo
Via Duomo, 7
Osteria A La Carega
Via Cadrega, 8
www.osterialacarega.it
Osteria Montebaldo
Via Rosa, 12