Da decenni a metà maggio, gli appassionati di motori antichi aspettano con ansia la Mille Miglia. La celebre corsa per auto storiche che ogni anno parte da Brescia verso Roma, passando anche per il centro di Verona.
La mia prima volta alla Mille Miglia si perde indietro negli anni, quando mio padre mi portava sulla strada principale del quartiere periferico dove abitavamo. Proprio dove c’era il semaforo, gli abitanti del quartiere sistemavano le loro seggiole da campeggio, qualcuno portava dei fiaschi di vino rosso e tutti, ma proprio tutti, aspettavamo.

La gara partiva da Brescia alle 20 ed entrava a Verona intorno alle 22. Notte fonda per me che, all’epoca, non arrivavo a dieci anni d’età. Aspettavamo finché vedevamo comparire, dal fondo del lungo rettilineo della statale Gardesana, i primi lampeggianti della Polizia. Poi i primi fari strani: bassi, alcuni gialli, perfettamente rotondi, accompagnati dal rombo assordante dei motori, dal fumo bianco dei tubi di scappamento e dall’odore acre dell’olio bruciato.

E poi le macchine….alcune enormi, altre piccolissime. Eravamo fortunati perché tutte si fermavano a quel semaforo e avevamo la possibilità di guardarle da vicino, fotografarle, salutare i piloti e a volte, anche stringere loro la mano. Emozionante, per me bambino…

Le ultime macchine passavano oltre mezzanotte e mezza. Un tempo infinito… ma resistevo strenuamente, restando sveglio più che a capodanno. Ecco, la Mille Miglia era più importante del capodanno!

Da allora, ogni anno a metà maggio l’appuntamento a quel semaforo era imperdibile. Le stesse persone, gli stessi vicini di casa, gli stessi amici e compagni della scuola. Anno dopo anno, quando ancora il quartiere era vivo e vivace; fatto di rapporti tra persone e non di liti di condominio e reciproca diffidenza.

Da quelle seggioline a da quel semaforo, sono passati tanti anni. Molti volti non ci sono più, ma a me sono rimaste la stessa curiosità, la stessa passione per quel rumore di motori e quell’odore di olio…

Quest’anno il percorso passava per il pieno centro storico di Verona: la Piazza della Basilica di San Zeno, Castelvecchio, poi Porta Borsari, Piazza delle Erbe e, per finire, il controllo dei tempi di gara davanti all’Arena. L’attraversamento delle zone più antiche della città ha regalato davvero immagini uniche: le vecchie auto sfrecciare sotto gli antichi monumenti: una strana sensazione, come di essere catapultati indietro nel tempo. Agli anni di un Italia felice e fiera, nel pieno dello sviluppo economico. In fin dei conti, se si pensa ai motori, si pensa a “casa nostra”: Ferrari, Maserati, Bugatti, Lancia, Alfa, Fiat… alcuni marchi erano la base economica della prima ricchezza nazionale del dopoguerra, altri hanno rappresentato sogni e fantasie di tutti gli italiani… e per noi italiani le tradizioni sono una cosa seria!

Lo dimostra la partecipazione alle manifestazioni nazional-popolari, meglio se storiche come il Giro d’Italia o, appunto, la Mille Miglia. Oppure le rievocazioni storiche, come il Palio di Siena, la Regata storica di Venezia, la Giostra della Quintana di Foligno o le mille manifestazioni, palii, giostre e tornei…

Le prime auto della Mille Miglia sono entrate in città intorno alle 20; la gara infatti è stata quest’anno anticipata di due ore. Questo ha permesso ad un pubblico ancora più folto di assieparsi lungo il percorso e di prendere parte alla sfilata. Molti appassionati, parecchi curiosi ma anche qualche famiglia con i bambini in braccio o per mano.

Accanto a me, sotto gli archi romani di Porta Borsari un papà teneva per mano il proprio bambino, sette-otto anni d’età, e ad ogni macchina che passava spiegava al bimbo marca e modello, soffermandosi su qualche dettaglio e sottolineando il rumore del motore. Il bambino guardava stupito, a bocca aperta, probabilmente non capendo nulla…

Mi hanno rubato un sorriso, facendomi ripensare a “quel” semaforo e a come si trasmettono le passioni…

Write A Comment