Volete portare i vostri bambini a vedere una magia?
Portateli in un caseificio e mostrate loro la produzione del Parmigiano Reggiano! Ne rimarranno incantati.
Ad appena 3 chilometri dal casello di Campogalliano si trova il Caseificio 4 Madonne.Prende il nome da un capitello votivo che si trova pochi metri prima del cancello d’entrata ed è un capitello molto particolare perché presenta immagini della Madonna su tutti e 4 i lati.

La storia del Caseificio invece inizia negli anni 60 quando 4 produttori  artigianali decidono di consorziarsi e dar vita ad una massiccia produzione del più famoso formaggio italiano: il Parmigiano Reggiano.

Produrre il vero Parmigiano Reggiano è complicato e necessita di procedure precise e adempimenti molto rigidi. Lo sapevate ad esempio che il latte deve entrare nelle fasi produttive entro 2 ore dalla mungitura?
Altrimenti non diventa Parmigiano Reggiano!
Questo implica che lo stabilimento produttivo funziona ogni giorno dell’anno e l’attività non si può fermare.

E infatti la nostra visita inizia alle 9.30 di domenica, con un interessante racconto ricco di curiosità sulla storia del prodotto. Il Parmigiano nasce nel Medioevo grazie ai Monaci Benedettini che si trovavano con un eccesso di latte e dovevano trovare un modo per conservarlo. Si ingegnarono quindi per trasformarlo in un prodotto non solo delizioso, ma anche facilmente conservabile per lunghi periodi.

Nel corso dei secoli le tecniche di produzione e conservazione si sono naturalmente sempre più affinate, sempre con l’obiettivo di mantenere standard qualitativi elevatissimi e creare così un prodotto unico al Mondo.

Lo sapevate che le mucche che producono il latte destinato alla produzione di Parmigiano Reggiano mangiano solo foraggio essiccato al sole e non conservato nei silos?
Infatti il foraggio nei silos potrebbe fermentare e l’aria finirebbe nel latte e quindi nelle forme di formaggio che, durante la stagionatura, imploderebbero proprio a causa dell’aria che finirebbe all’interno.

La prima fase della produzione è già una meraviglia per i bambini che attraverso il vetro osservano curiosi le grandi caldaie di rame che contengono i 600 litri di latte necessari a produrre una forma. Già, per una forma di circa 40 chili, servono 300 litri di latte scremato e 300 litri di latte fresco, sapientemente miscelati.

Dopo l’aggiunta del caglio e ulteriori sapienti interventi manuali, la massa di formaggio viene avvolta in resistentissimi panni di lino e sollevata per riporla in contenitori dove verrà poi salata, marchiata con la fascia di plastica che imprimerà il numero identificativo del caseificio e la celebre scritta “parmigiano reggiano” e poi lasciata in ammollo per una ventina di giorni.

Da ultimo, già diventata forma, nel grande magazzino dove inizierà la stagionatura, da un minimo di 12 ad un massimo di 75 mesi.

La componente umana è ancora importantissima, sia nella fase di produzione, sia nei controlli di qualità. La cagliata viene rotta a mano; la salatura avviene a mano. Il consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano infatti effettua la verifiche prima della marchiatura a fuoco e lo fa con un sistema semplice ma efficace che si protrae da secoli: battendo le forme con un martelletto per verificare la presenza di aria all’interno.

Per i bambini, ribadiamo, vedere all’opera i macchinari, entrare nei magazzini ed osservare gli scaffali pieni di forme di formaggio è davvero una magia.

Gli occhi seguono attenti i movimenti dei ganci di sollevamento del formaggio, lo scorrere del latte nelle cisterne, la sistemazione nei contenitori stendendo ordinatamente i panni di lino. Ma la bocca si spalanca di stupore soprattutto davanti all’enorme muro di forme in stagionatura. Ogni scaffale, forme di diverso colore: dal bianco appena prodotto al giallo ocra intenso di quelle più datate.
Ma la magia più grande è vedere, in una passeggiata di un’oretta, come il latte si possa trasformare in un prodotto delizioso!

E per i genitori la magia è vedere come la più antica delle tradizioni incuriosisce e attrae più di qualsiasi moderna diavoleria elettronica!

E poi c’è il gran finale: la visita non può che concludersi con l’assaggio!  4 diverse stagionature del prodotto, da 12 a 30 mesi per  “toccare con mano” …e con grande soddisfazione una delle più grandi eccellenze italiane.

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