Chi pensa che una vacanza in Sardegna sia solo mare e spiagge, è decisamente fuori strada!
Certo, non c’è dubbio che le acque dell’isola siano tra le più cristalline ed incontaminate d’Europa, così come è indiscutibile che le coste sarde offrano spiagge per tutti i gusti: da quelle più attrezzate e vivaci a quelle più selvagge ed isolate.Noi però non siamo solo “animali da sabbia” e anche quando siamo al mare vogliamo sempre curiosare nell’entroterra, alla ricerca di qualche traccia di storia e cultura del territorio che ci ospita.

Così, dal Golfo di Orosei, ci siamo lasciati il mare alle spalle, puntando verso Bitti, paese celebre per i suoi tenores e per un bel museo multimediale dedicato proprio al canto.
Superata Bitti la strada si fa tortuosa tra la vegetazione di sughere.

Dopo una dozzina di chilometri di curve spunta un cartello turistico che indica di svoltare tra gli alberi, per raggiungere il sito nuragico Su Romanzesu. Seguiamo fiduciosi l’indicazione e arriviamo proprio davanti all’ingresso del sito archeologico.

Risalente all’età del bronzo (XVII – XIX sec. a.C.) Si tratta di uno dei più grandi ed importanti siti nuragici di Sardegna, grazie alle sue (quasi) cento abitazioni, i cinque edifici di culto, un recinto cerimoniale e un tempio a pozzo. Circa sette ettari di estensione con reperti tutti molto ben conservati.

Il tempio a pozzo è il centro del complesso e cuore dell’antico villaggio: non è difficile capirne le ragioni, vista l’importanza dell’acqua in questa zona. Venne costruito in profondità, nella roccia dalla quale sgorgava l’acqua surgiva ed è collegato ad una grande vasca circolare che raccoglieva l’acqua.

Al pozzo si accede attraverso un lungo corridoio ai cui lati sono disposti dei gradoni ad anfiteatro e dove, probabilmente, trovava posto la popolazione per assistere ai riti sacri.

Intorno al pozzo si possono ammirare moltissime capanne, le cui strutture sono ancora molto evidenti. E’ interessante notare la cura per i dettagli con cui venivano costruite: all’interno infatti si possono riconoscere nicchie, banconi, sedili, tavoli e naturalmente il sito per il falò, in centro e ben delineato.

Nel complesso si trovano anche diverse strutture religiose: alcuni templi rettangolari in cui si riconosce la cella centrale e una piccola cisterna che conteneva l’acqua per le abluzioni, precedute da un piccolo vestibolo all’ingresso.

Uno degli edifici più curiosi del sito è il labirinto: una costruzione circolare delimitata da un grande muro, al cui interno si trovano una serie di muri perfettamente concentrici che conducono ad una piccola capanna centrale, in parte ancora lastricata.
Dentro a questo labirinto si trovava il sacerdote che, al centro della capanna compiva i riti sacri.

La passeggiata all’interno del sito, oltre ad essere molto interessante, è anche piacevole visto che la vegetazione offre un po’ di refrigerio dalle calde giornate estive. All’ingresso si trovano cartelli illustrativi che vi spiegheranno nel dettaglio la storia del complesso e l’architettura delle costruzioni.

Se siete fortunati, qualche guida (il servizio è gratuito) potrà raccontarvi la storia e le curiosità di questo bel sito archeologico.

Se come noi uscite dal sito verso l’ora di pranzo, consigliamo di provare l’agriturismo Ertila. Tra montagne a pochi chilometri da Su Romanzesu, offre prodotti tipici di loro produzione: dal formaggio alla pasta, dal pane alla carne sarà una soddisfazione. www.agriturismoertila.it

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