Genova è un gomitolo ribelle, aggrovigliato, di cui non capisci dove sia l’inizio né la fine. Di quelli da prendere in mano con pazienza e dedizione, prima di riuscire a capire dove infilare le dita per sciogliere i nodi.

A Genova lo sguardo viene intrappolato tra i mille angoli dei palazzi, tra i saliscendi delle strade, tra le scalinate che, quasi contorte, collegano faticosamente i continui dislivelli su cui è costruita la città. In bilico, tra la montagna e il mare, in un equilibrio che sembra precario, instabile e destinato, di lì a poco, a trovare nuova quiete in una posizione diversa.

Strana città, Genova, dove tutto sembra rotolare senza pace, verso la distesa di gru del porto. Dietro, il mare burrascoso di novembre.

Ma prima di arrivare al mare, strade, costruzioni, cemento, metri strappati all’acqua in una battaglia che, probabilmente, i genovesi combattono da anni per trovare spazio.
Arriviamo in un piovoso giovedì sera. Il nostro hotel è una zona molto piacevole, a poche decine di metri dal quartiere di Boccadasse, antico nucleo di pescatori che, raccolto intorno ad una piccola ansa marina, mantiene intatto il suo fascino un po’ fuori dal tempo.

Lo scopo della nostra visita in città è vedere l’acquario e il complesso del porto antico. E magari, scoprire qualche sorpresa che la città può riservare.

Dedichiamo un pomeriggio ad uno dei più grandi capolavori di riqualificazione mai realizzati in Italia: il porto antico. Il restauro delle decine di edifici storici in disuso venne completata nel 1992, in occasione dei cinquecento anni della scoperta dell’America.

L’architetto della meravigliosa opera di ripristino fu Renzo Piano. Una passeggiata lungo le banchine stimola la curiosità non solo dei più piccoli: tra edifici seicenteschi, antichi magazzini riadattati, vecchie gru per il carico delle merci, si alternano moderne strutture realizzate in mare, biosfere, ascensori panoramici e anche qualche libera concessione alla fantasia, come la creativa ricostruzione di un antico galeone dei pirati.

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La visita all’acquario richiede un paio d’ore. I quasi diecimila metri quadrati di spazio, ospitano circa 600 specie acquatiche differenti, per un totale di oltre 6000 esemplari, tra cui squali, delfini, tartarughe e pinguini.

Oggi l’acquario, secondo più grande d’Europa dopo quello di Valencia, è visitato da circa 1 milione 300 mia persone l’anno.

Risaliamo per Via San Lorenzo, dove asfalto e gradini iniziano a lottare contro la gravità arrampicandosi verso Piazza de Ferrari, centro della città. Poi, oltre, verso le montagne.
La via è un po’ più larga del reticolo cupo dei celeberrimi carrugi che si dipanano intorno. Ci facciamo trascinare dal passeggio della soleggiata domenica mattina, fino alla Cattedrale Romanica di San Lorenzo, la cui alternanza di pietre bianche e nere ricordano le più celebri Cattedrali toscane.

Poco oltre il Palazzo Ducale e, qualche passo più in alto, Piazza de Ferrari. Al centro della Piazza la grande fontana e tutt’intorno i signorili e maestosi palazzi di Comune, Regione e Provincia.
Il centro di Genova è piacevole, sebbene piccolo e concentrato in poche centinaia di metri.cosa vedere a genova

Approfittiamo di alcune bancarelle con i prodotti a chilometro zero, per comprare l’artigianale ed autentico pesto ligure. Genova infatti è anche un viaggio nel gusto: cucina semplice ma dai gusti definiti. La focaccia, ma su tutto, il pesto. Un amalgama di ingredienti diversi e apparentemente lontani tra loro. L’olio e i pinoli, il basilico e il pecorino, ma soprattutto la pazienza e la dedizione per pestare, e non frullare, fino ad ottenere un composto dai contorni indefinibili ma dal risultato finale eccellente.

cosa vedere a genovaCosì Genova: indefinibile, disordinata e dai contorni scorbutici ma, complessivamente, un amalgama di elementi risultato garantito: un fascino un po’ retrò al quale è difficile sottrarsi.

Lo sapevate che…?? I primi emigranti genovesi partirono dal vecchio quartiere di Boccadasse, alla volta di Buenos Aires. Tra le varie attività cui diedero vita, ci fu anche una squadra di calcio: l’oggi celeberrimo Boca Junior, che deve il suo nome proprio al luogo d’origine dei fondatori liguri.

Un suggerimento?? Portate i bambini alla Città del Bambino. Nel complesso del porto antico, in un vecchio magazzino del cotone riqualificato, percorsi ludico-educativi dedicati ai bambini dai due ai quattordici anni.

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