La prima volta che ho ordinato una Guinness, ho seriamente temuto che il ragazzo dietro al bancone si fosse dimenticato di me. “Poco male…” mi sono detto. “Ascolto ancora un paio di canzoni e passo al pub successivo…” in questo coinvolgente tour alcolico musicale di birra e cantanti live.
All’inizio della quarta canzone, arriva la mia pinta…Per sorseggiare una buona pinta di Guinness bisogna saper aspettare. Avere pazienza, ed aspettare. Una seria spillatura è fatta in tre fasi, alle quali segue poi l’attesa. Circa dieci minuti, a volte un quarto d’ora.
Anche per apprezzare Dublino bisogna aspettare ed avere pazienza.

Cielo grigio e clima decisamente lontano dalle nostre temperature; mattoni scuri degli edifici da rivoluzione industriale; maestosità un po’ cupa degli edifici vittoriani e forse anche qualche ciminiera che sbuffa in lontananza, non sono un buon biglietto da visita per la città.

Dubh Linn: stagno nero. Il nome deriva dal gaelico ed indicava la palude che si trovava dove oggi sorge il castello della città. Se è vero che in nomine omen, le premesse non sono delle migliori…!!

Sicuramente Dublino non è l’Irlanda che ci si aspetta: quella dei prati verdeggianti, delle pecore dal manto folto, dei muretti in sasso a secco e dell’oceano irrequieto che dalle isole Aran si apre fino al Canada.

Dublino è una grande città, industriale ed operosa. Frenetica e distratta di giorno ma gioiosa e gioviale dopo il tramonto. Ed è proprio il calare del sole che si deve aspettare con pazienza, per guadagnarsi la propria pinta di Guinness e circondarsi dell’allegrezza che accomuna in uno strano connubio le genti latine agli irlandesi nei pub…

Di giorno la città offre ai turisti il suo lato storico interessante ed affascinante. Iniziamo a curiosare tra i monumenti della città, partendo dall’imponente edificio  sede della Banca d’Irlanda, al quale si contrappone la piccola e quasi modesta entrata del Trinity College, la più antica Università d’Irlanda e, ancora oggi, una delle più prestigiose a livello mondiale.

Fondata nel 1592 dalla Regina Elisabetta I ha visto uscire dalle sue aule personaggi celebri del calibro di Oscar Wilde e Samuel Beckett. Probabilmente anch’essi hanno passato le loro giornate da studenti nella meravigliosa antica biblioteca che contiene oltre un milione di volumi e moltissimi manoscritti antichi e dove è conservata anche la più antica arpa celtica, simbolo della nazione.

Il classico giro storico artistico di Dublino, offre un castello decisamente meritevole di visita. Costruito dagli inglesi nel 1204, per i dubliners è sempre stato simbolo dell’occupazione di sua Maestà sull’isola. Oggi, quel che rimane è residenza ufficiale a disposizione dei capi di Stato esteri in visita sull’isola.

Decidiamo di unirci ad un tour guidato che ci conduce per le stanze interne e nella parte sotterranea dove si può passeggiare tra lungo le antiche mura difensive della città vichinga del X secolo. Un arco si apre nelle mura; serviva al passaggio delle piccole imbarcazioni che trasportavano approvvigionamenti dai più grandi vascelli ormeggiati sul fiume Liffey. Dubh Linn. Lo stagno nero si trovava proprio in questo punto.

Una soave ed ininterrotta musica d’organo accompagna la nostra visita alla Cattedrale di San Patrizio, patrono d’Irlanda. Se si pensa a questo Santo, vengono in mente più i festeggiamenti, le parate in abiti verdi e la musica nei pub, che le cerimonie religiose o le caratteristiche storiche e architettoniche della più importante e visitata Cattedrale d’Irlanda.

Della storia di San Patrizio si sa molto poco. Sembra che nel 1191, nel luogo in cui è stata eretta questa Cattedrale Gotica vi fosse un antico pozzo dove Patrizio, passato per Dublino nel V secolo battezzava i fedeli. Sulla tradizione di San Patrizio e i festeggiamenti, abbiamo scritto in: Dublino e Galway: l’Irlanda a San Patrizio.

A poche decine di metri da San Patrizio, verso il fiume Liffey, sorge l’imponente Christchurch Cathedral, la più antica di Dublino, costruita nel 1028.

Un passeggiata lungo il fiume, in direzione opposta al centro, porta alla Guinness Storehouse. L’ingresso costa poco più di una pinta al pub, ma vale la pena gironzolare tra i sette piani di spazio espositivo, fino al Gravity bar posto sul tetto. Il più alto bar di Dublino, dal quale la vista spazia su tutta la città, fino alla prima verde campagna del resto d’Irlanda…

Il resto dell’esposizione è una celebrazione della storia e del marchio più famoso dell’isola. Si racconta come viene prodotta, la lavorazione degli ingredienti, la fase della fermentazione. Vengono spiegate le tecniche di imballaggio e di trasporto.

Si ripercorre la storia dell’azienda e si visita una speciale sezione dedicata alla storia della pubblicità della Guinness. Gran parte della sua fama si deve ad una serie di geniali campagne pubblicitarie ideate tra il 1930 e il 1940, tra le quali la più celebre è quella con gli animali.

Lo struzzo, il leone, ma soprattutto il tucano identificano ancora oggi il celebre marchio e sono tuttora utilizzati nella gran parte del merchandising dell’azienda. Il logo ufficiale è invece rappresentato dalla celebre arpa oggi conservata nella biblioteca del Trinity College.

Quando l’Irlanda ottenne l’indipendenza dall’Inghilterra, scelse la stessa arpa come proprio simbolo, ma il Governo Repubblicano fu costretto ad utilizzarla ribaltata perché il marchio era già stato registrato…dalla Guinness !! Oggi l’arpa della Guinness è rivolta verso destra, mentre la stessa arpa simbolo della nazione, verso sinistra.

Dopo aver comodamente assaporato la pinta al Gravity Bar, torniamo verso la città per una passeggiata nella zona di Temple Bar. La zona, un tempo territorio degradato dove padroneggiava la malavita dublinese, è stata recuperata nel corso del diciannovesimo secolo e oggi è un quartiere dal grande fermento artistico e culturale.

Nell’arco di poche vie troviamo uno spazio espositivo a disposizione dei giovani artisti irlandesi; un centro musicale, con sale di registrazione e spazi per concerti di artisti emergenti; diverse scuole di musica; un teatro per bambini; una galleria fotografica e il centro per il cinema irlandese.

E naturalmente, i celebri pub irlandesi.
Il pub per gli irlandesi è una parte importante della vita sociale ed è l’unico posto dove, passando molto tempo ad osservare e a chiacchierare con le persone, si riesce a cogliere la vera festosa atmosfera dublinese. Sono centinaia i pub di Dublino e l’offerta musicale è veramente amplissima.

Temple bar è la zona più nota, ma anche quella più turistica e, probabilmente, meno genuina. Fortunatamente tutto il centro di Dublino è un continuo susseguirsi di locali. Nonostante vi siano alcune riviste che dettagliano i programmi di alcuni pub, conviene lasciarsi attrarre dalle note escono in strada.

Entriamo dove l’istinto ci guida, cerchiamo un posto libero e ordiniamo una Guinness. Il resto della serata viene da sé… ci troviamo a brindare con sconosciuti, a tamburellare le mani a ritmo di chitarre, banjo e violini e a cantare canzoni che non conosciamo. Questa è l’atmosfera di Dublino. Quella che, con la pazienza di chi sa aspettare, accompagna il sole a dormire e apre le notti di festa.

Lo sapevate che…ogni giorno a Dublino vengono prodotte circa 4 milioni di pinte di Guinness, pari a circa 2 milioni 400 mila litri ???

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4 Comments

  1. Quanta nostalgia per Dublino: ci ho abitato per un anno e mezzo nel lontano 2000 / 2001 e mi hai fatto riaffiorare dei bellissimi ricordi a riguardo! Ma lo sai che non sapevo proprio del significato della parola “Dublino”?

    • Andrea - Impronte Nel Mondo Reply

      Grazie mille Katja!
      Noi a Dublino siamo stati quattro volte in periodi molto diversi, ma per quanto la città è coinvolgente e divertente ci torneremmo volentieri altre mille!!

  2. Dublino mi piace sempre tanto, perché nonostante le prime apparenze un po’ grigie e cupe, sa farti divertire come non mai!
    A proposito, se siete a Dublino mentre piove e fa freddo, fate come gli irlandesi che trovano sempre il lato positivo delle cose e raramente parlano di brutto tempo! Trovate riparo nel pub, ordinate una Guinness e dite positivamente: ”Soft old day!”. That’s irish attitude! 😉

    • Andrea - Impronte Nel Mondo Reply

      Ottimo suggerimento Elisa!
      Anche perché i pub di Dublino (e del resto d’Irlanda) sono una delle esperienze da non perdere…basta lasciarsi trasportare dalla musica e il brutto tempo diventa un’opportunità per socializzare!

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