Il nostro arrivo in Guatemala fu degno di un film.
Le porte scorrevole del terminal arrivi dell’aeroporto di Città del Guatemala, davano su una specie di piazzetta ovale, interna all’edificio. Sopra si sviluppavano due balconate lunghissime tracimanti di persone vocianti che si accalcavano sulle paratie ed indicavano le persone al livello inferiore. Tra queste, anche noi.
La prospettiva sull’ovale amplificava spazi e suoni da farlo sembrare l’ingresso di un girone infernale: era il caotico e disordinato benvenuto in Guatemala riservato a chiunque varcasse la soglia uscendo dal terminal. Ma noi, in quel caos, ci troviamo bene e quindi per noi era un po’ un ritorno a casa.

Il piccolo hotel che avevamo prenotato da casa, aveva mandato una macchina a prenderci, risparmiandoci la fatica delle estenuanti contrattazioni dalle quali, per quanta esperienza si possa avere, si esce consapevolmente perdenti!
La nostra direzione: Antigua Guatemala. La piccola e colorata città coloniale abbandonata dopo i devastanti terremoti dell’inizio del 1770, in favore della nuova e più insignificante Città del Guatemala, attuale capitale.

Il nostro hotel ha le tinte perfettamente intonate alla città: un edificio giallo incastrato tra una casa rossa e una azzurra. All’interno un rigoglioso giardinetto interno intorno al quale un lungo porticato in legno ospitava lo spazio per la colazione. Un chiaro invito a rilassarsi e a prendersela molto molto comoda.
Del resto ad Antigua c’è poco da fare, se non visitare i pochi punti d’interesse sopravvissuti al tremore della terra e godersi l’atmosfera di tranquillità e i ritmi rimasti probabilmente a quel 1770.
E allora partiamo con una calma che viene spontanea, alla volta di Plaza Mayor. Intorno alla fontana, cuore del centro cittadino, si affacciano il Palazzo Arcivescovile, il Palazzo Reale e la Cattedrale.

O, per lo meno, ciò che ne rimane.
Infatti la Cattedrale di San Josè venne costruita nel 1541 ma a seguito dei numerosi terremoti che colpirono la zona, venne demolita nel 1669 e immediatamente ricostruita nel 1680.. Purtroppo il devastante terremoto del 1773 la distrusse nuovamente. La decisione di trasferire l’intera città nella sede dell’attuale Città del Guatemala ne decretò il definitivo abbandono. Oggi è possibile passeggiare tra le rovine, messe in sicurezza, e rendersi facilmente conto di quanto fosse imponente la struttura di quella che fu per molti anni la prima Cattedrale del Paese e la più grande dell’America centrale.

Una delle Chiese più fotografate (e quindi più celebri) di Antigua è la Chiesa de La Merced, una costruzione (abbondantemente!) barocca, terminata nel 1767, appena 6 anni prima del devastante terremoto. La Chiesa però venne costruita con tecniche innovative per l’epoca e resistette al sisma. Oggi, dopo qualche recente restauro, appare splendida nel suo vivace colore giallo.

L’edificio più famoso, nonché il più fotografato della città, è l’Arco de Santa Catalina, un grande arco giallo che collegava le due parti del convento di monache di clausura. Verso la fine del 1600 il convento delle suore di Antigua vide incrementare notevolmente il numero delle presenze, al punto di dover acquisire anche la costruzione di fronte, all’altro lato della strada. Si poneva però un problema: come potevano le monache attraversare la strada senza entrare in contatto con il mondo esterno?! Fu così che si pensò di costruire quest’arco, il cui scopo era, appunto, quello di fare in modo che le suore disponessero di un attraversamento stradale ad uso esclusivo, senza essere viste.

A seguito del terremoto del 1773 il convento fu abbandonato e con lui, anche l’arco.
Nell’opera di ristrutturazione e riqualificazione della città, venne restaurato anche l’arco (divenuto nel frattempo proprietà del Comune) e venne aggiunta nel 1890 la colonnina che ospita l’orologio.
Oggi la destinazione d’uso dell’edificio è cambiata (vi si trova infatti un hotel), ma l’arco è rimasto come simbolo indiscusso della città.
Oltre alle testimonianze del suo glorioso passato coloniale, ciò che maggiormente affascina ad Antigua, è l’atmosfera rilassata caratteristica di tutte le piccole città dell’America Latina, ma che qui – forse complice la sua storia travagliata tra vulcani e terremoti – spicca ancor di più. La sapiente opera di ricostruzione e il dosaggio dei colori sulle facciate degli edifici, rendono la cittadina un quadro unico dipinto con dolci pennellate.

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